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Un paradosso logico, direbbero, probabilmente. E pure un altro grande del secolo scorso, che pure ha dato tantissimo al genere umano, un giorno ebbe ad affermare: "Impara le regole come un professionista, in modo da poterle rompere come un artista." (Pablo Picasso) Siao sicuri che più che di un paradosso non si tratti "semplicemente" di un punto di vista differente?Un libro che, tra l’altro, si presenta col programma che l’”unica regola è non avere regole”. Wittgenstein e Habermas sorriderebbero di un tale enunciato con le caratteristiche del paradosso logico.
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Chi meglio di Netflix sa raccontare una storia che ci tiene avvinti? Immagino che, della propria storia, ne farà un film o una serie.Netflix sa come si racconta una storia.
Credo che dal libro mitopoietico di Read Hastings emerga un'ossessione per la capacità di tutti i dipendenti (non solo del mitico Sarandos che sceglie le storie da trasformare in film) di sapere solo e unicamente quello che il cliente vuole, quello che al cliente piace. Tutto il resto non conta, ad esempio quello che il boss vuole o che al boss piace. Una missione e una visione che va ben oltre la customer experience ( esemplificata dall'apologo delle videocassette di Blockbuster) verso l'immedesimazione totale col cliente. Tanto che i principi adottati in azienda paiono trasformare ogni dipendente in un "algoritmo umano" capace di catturare dal di dentro quello che ciascuno spettatore vuol vedere e provare."Se Netflix dovesse realizzare una miniserie su Ted Sarandos, il suo chief content officer multimilionario, sarebbe sicuramente iniziata con lui da bambino negli anni Sessanta, seduto a gambe incrociate davanti allo sfarfallio blu di uno schermo TV in un quartiere povero di Phoenix, in Arizona, intorno a lui il caos di quattro fratelli che soffia come un tornado. Passava ore così, il palinsesto televisivo la sua unica routine. Di notte, tra le 22:00 e le 2:00, quando la casa era buia, era incollato al televisore - I Love Lucy, The Jack Benny Show, Andy Griffith - .... Dormiva a malapena cinque ore a notte (lo fa ancora). Nella sua adolescenza ha trovato lavoro in una videoteca e, durante le lunghe e vuote ore diurne, ha iniziato a frugare tra i 900 film che offriva. Ha sviluppato una conoscenza enciclopedica del cinema e della TV, oltre a un buon istinto per ciò che piaceva alla gente (qualcuno una volta lo ha definito un "algoritmo umano").
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Le regole sono affini ai vincoli che l'artista si sceglie. Ad esempio dipingere su una superficie, o scrivere in versi. Dentro questi vincoli c'è di tutto, dall'imbianchino a Picasso, dal poeta dilettante a Montale. Alcuni artisti hanno esercitato il proprio talento creativo in modo straordinario dentro un sistema stretto di vincoli o regole. Altri hanno creato nuove regole."Impara le regole come un professionista, in modo da poterle rompere come un artista." (Pablo Picasso) Siamo sicuri che più che di un paradosso non si tratti "semplicemente" di un punto di vista differente?
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Mi chiedo (e chiedo agli altri lettori del volume) se Netflix può considerarsi utopia organizzativa realizzata? Nuove "forme di vita", nuovi mondi possibili si presentano negli anni venti del primo secolo del terzo millennio.
È sufficiente eliminare le regole per creare un'azienda di successo di tali dimensioni?
La domanda che mi pongo è: la regola che non ci sono regole, può essere una regola per ogni tipo di attività umana? Mi piacerebbe avere l'opinione dei lettori del Club del libro: la nuova gerarchia di regole sviluppata da Netflix è adatta al funzionamento di una impresa tradizionale?
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Una domanda che sottintende che, in una organizzazione, il talento sia sinonimo di “alta performance” e che, altresì, sia ben chiaro cosa sia e come si rilevi (o misuri) un’alta performance. La differenza tra un “talentuoso” e un “high-performer”, è che la seconda definizione si riferisce a uno specifico contesto in cui esiste una valutabilità della performance (che è un fenomeno multifattoriale, cioè che è composta dal grado di raggiungimento di molteplici obiettivi, i quali dipendono da molteplici specificità di ciascuna organizzazione e del mercato in cui opera).Come si fa a mantenere alta la “densità di talento” in una organizzazione?
"Se una persona del vostro team dovesse lasciare il lavoro domani, cerchereste di fargli cambiare idea? O accettereste le sue dimissioni, magari con un po' di sollievo? In quest'ultimo caso, dovreste dar loro subito una buonuscita e cercare una "stella", qualcuno per cui sareste disposti a lottare per tenerlo con voi".
Ma la domanda potrebbe essere anche:ma sono le nuove “regole-non regole” di Netflix a generare il successo dell’azienda o è il successo dell’azienda a generare queste nuove regole?
Do per esatta la risposta che la nuova filosofia organizzativa sia alla base del successo di Netflix.Netflix avrebbe avuto successo anche con regole diverse? Come, ad esempio, quelle ferree di Jack Welch.
Non sto prendendo posizione contro il darwinismo nelle organizzazioni, così come non sto prendendo posizione col darwinismo presente nelle logiche dei mercati. Né sto ideologicamente attaccando i fondamenti della meritocrazia. Lascio a ciascuno di assumere la propria posizione su questi temi di fondo che non possiamo banalizzare.Siamo davvero in presenza, in Netflix, di un meccanismo non darwiniano di accrescimento della densità dei talenti?
Oppure si tratta di un più sofisticato meccanismo di selezione del più adatto, in cui la scelta di chi buttare giù dalla nave è più efficace?
La violenza della valutazione del capo nella General Electric di Jack Welch, laddove il capo può essere un grandissimo stronzo, è emotivamente molto peggiore del giudizio, che ha le forme costruttive del feeback, della comunità in cui si lavora?
Le perniciose reazioni di attacco/fuga che un meccanismo di valutazione-selezione, innesca nel nostro cervello primordiale, sono finalmente superate nell’utopia organizzativa che viene qui presentata?
Sono i risultati di business a provare che le cose sono effettivamente così? Oppure sondaggi periodici di “benessere organizzativo” e classifiche delle imprese “Best Place to Work”?
Abbiamo chiesto ai dipendenti che sono scesi dalla nave, cosa nel pensano della loro esperienza? Oppure siamo nella fiction?
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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