Mi soffermo un attimo sul paragrafo che racconta il momento in cui Tamar decide di rasare i capelli. Non so a voi ma a me ha emozionato tantissimo.
Per le donne i capelli sono molto importanti, sanno dire molto di noi. Possono emanare forza, sprigionare sensualità, ostentare sicurezza, farci sentire belle, ribelli, libere, coraggiose nell'osare, affermare indipendenza. Possono anche mostrare la nostra fragilità, insicurezza, disagio con il proprio corpo, trascuratezza, paura, dolore, perdita. Parlare di chioma sembra parlare di un qualcosa di poco conto ma se si scava a fondo i significati che porta con sé sono molti e diversi per ognuna di noi.
Cosa avete provato a leggere questo passo? A cosa avete pensato?
Io mi sono rivista un po' in Tamar. Forse perché mi rivedo nel rapporto con i suoi capelli, una sorta di scudo, lunghi, che più che incorniciare vogliono nascondere. Nascondere quello che di me non mi piace e quindi la mia insicurezza. Mi sentirei nuda senza, non potrei mai volutamente fare la scelta drastica di Tamar, anche se ancora devo scoprire il perché (mi fa pensare a Jo di "Piccole donne"). I miei capelli però mi servono anche a cercarla in me quella sfrontatezza di tanto in tanto, ad essere ribelle e soprattutto a sentirmi libera.
Ho pensato poi alle pazienti che vedo ogni giorno con effetti post chemio. Nell'assenza dei loro capelli è impressa tutta la loro forza e determinazione nel vincere la battaglia che loro malgrado sono costrette a combattere. A guardarle ti si spezza il cuore perché vedi quanto la malattia gli abbia tolto, ma non puoi che non ammirarle per il loro instancabile coraggio di guardare avanti e sorridere. Aiutarle a sistemare la parrucca perché i miei occhi sono il loro specchio lì o quando il mio folle collega fa una foto indossando le parrucche di ognuna di loro partorendo immagini caricaturali di se stesso e se la ridono perché varchiamo con leggerezza insieme quel terreno di vulnerabilità perché si possa spezzare il velo del silenzio e dell' imbarazzo e ci si possa sentire complici e mai soli. Non più un argomento da evitare ma qualcosa da poter vivere con naturalezza perché non deve esistere vergogna per la malattia, e ridere insieme ho scoperto aiuta a volte.
Questa frase poi mi ha colpito: " Anche i capelli hanno bisogno di cure, Tamile. Se li curi, ti senti più felice, no? Che male c'è a mettersi un po' di balsamo, qualche crema. Non è una vergogna desiderare di essere belle..."
A me è capitato di vergognarmi per questo, mi è capitato anche che qualcuno volesse mi vergognassi per questo.
La vanità a piccole dosi invece secondo me fa bene a noi stessi, quando serve a ricordarci che abbiamo bisogno di dirci che così come siamo andiamo benissimo e ci meritiamo una nostra carezza indipendentemente dallo sguardo degli altri, ma alla presenza del nostro sì
“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”
(Francesco Petrarca)