Ho terminato ieri sera la lettura di questo libro, procrastinata, centellinata il più possibile, quasi nella speranza che non finisse mai. Che dire? Una meraviglia!
Bellissima anche l'ultima sezione del libro: "A piedi", di cui riporto l'incipit.
"
Camminare ha a che fare con il benessere e con la salute. Ma non solo. Quando si va a piedi si è deposta ogni corazza. Il contatto con le pieghe e le rugosità della terra è diretto. Non c'è più alcuna parete di aereo, treno, nave o pullman a fare da intercapedine con la realtà. Quando si va a piedi, si è a contatto diretto con la natura ed è più facile sentirsi ridotti alla dimensione che ci spetta. A quella di un uomo e non quella di un titano. Così la natura, quando abbiamo lasciato altrove la corazza dei mezzi di trasporto e accettato di essere quel che siamo, si lascia avvicinare fino quasi a svelare il suo aspetto più segreto e insopportabilmente fragile."
Molto belli anche i percorsi a piedi raccontati, sempre scanditi da aneddoti di personaggi famosi/storici (fotografi, scrittori, artisti, ecc.) che li hanno solcati.
Mi ha fatto ridere il percorso scozzese che porta a Fort William, dove l'autore racconta della piovosità della zona. Ho riso perché a Fort William ci sono stato anni fa e proprio a causa della pioggia incessante vi fu una frana enorme che rese impossibile prendere il
treno da Fort William a Mallaig
(il treno di Harry Potter che passa sul viadotto di Glenfinnan). Ad averlo saputo prima avrei organizzato la vacanza nei mesi consigliati (maggio - giugno) invece che ad agosto
Ho riso ancora di più quando ha scritto che in quel periodo dell'anno ad alta piovosità, se un giorno per caso non piove, il giorno dopo piove il doppio! Evidentemente quando arrivammo noi a Fort William era qualche giorno che non pioveva
Tra l'altro ci lasciammo anche lo specchietto retrovisore del nostro Ducato 9 posti sulla strada verso Fort William... e ci toccò tornare in Italia usando il cellulare come specchietto...
Comunque di spunti per fare dei percorsi interessanti (in pullman, in treno, a piedi, ecc.) ce ne sono davvero tanti in questo libro e se si ama viaggiare non è possibile che non piaccia secondo me.
Secondo me però non deve passare il concetto che l'aereo è il male (e adesso non lavoro neanche più in aeroporto quindi il mio commento non è fazioso
). Su questo aspetto ho percepito da parte dell'autore come una sorta di volontà di screditare l'aereo come mezzo di trasporto.
Sinceramente, se volessi fare un percorso in pullman in America, per arrivare in America ci andrei in aereo e non attraversando in nave l'Atlantico... a meno che non abbia davvero tanto tempo e soldi a disposizione.
Così come se volessi fare il cammino di Santiago, difficilmente non prenderei un treno dall'Italia per andare a Roncisvalle. Al limite potrei andarci in macchina, come ho fatto quando andammo in Scozia (in quel caso perché volevamo portare con noi i cani, altrimenti sicuramente avrei fatto come faccio di solito: aereo + macchina noleggiata a destinazione).
Secondo me l'areo è funzionale al viaggio che si è deciso di organizzare. Certo che se volessi fare il tour dei parchi nazionali dell'Ovest USA, passare da una città all'altra con l'aereo non avrebbe senso: meglio prendersi 20 giorni per farlo in macchina (o su due ruote).
Il libro a mio modesto parere avrebbe avuto esattamente lo stesso impatto positivo senza "confronto" con l'aereo, anche se capisco che il titolo e l'idea del libro possano essere nati proprio così.
In definitiva, una lettura che consiglierei assolutamente e che probabilmente tornerò a riprendere quando vorrò organizzare un viaggio di quelli raccontati (sicuramente alcuni di quelli in treno o a piedi mi piacerebbero moltissimo!)