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Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?

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30/09/2020 16:43 #45911 da guidocx84
Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso? è stato creato da guidocx84
Sono aperte le discussioni sul Libro del Mese di Ottobre 2020: "Uccideresti l'uomo grasso? Il dilemma etico del male minore" di David Edmonds.

Modererò la discussione io che ho proposto il libro! :woohoo:

Iniziamo da domani, 01/10/2020 ;)

Chi non se lo è ancora procurato ha ancora qualche ora di tempo! Vi metto i link qua sotto per l'acquisto:

EDIZIONE CARTACEA

EDIZIONE DIGITALE

Vi aspetto tutti qui per parlarne insieme! ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
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30/09/2020 16:48 #45913 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Io, molto probabilmente, mi unirò tra qualche settimana, così nel frattempo ci saranno già alcune vostre opinioni :P

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare

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01/10/2020 00:34 #45919 da Kheper
Risposta da Kheper al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Mi unisco! Alla fine l'ho preso :D

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01/10/2020 08:05 #45921 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Libro pronto! Aspettiamo indicazioni

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"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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01/10/2020 08:40 #45922 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Oggi è il primo giorno del mese, perciò... VIA! Possiamo iniziare ;)

Io per oggi partirò dalla premessa, per continuare con i ringraziamenti ed i primi due capitoli. Conto di tornare qui in serata per iniziare il dibattito. A dopo! ;)

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01/10/2020 13:00 #45934 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Bene, allora comincio con i primi due capitoli, che ci danno degli esempi ben concreti del dilemma, facendoci comprendere come mai è utile studiarlo. Interessante! Inoltre è scritto molto bene. Già i primi due capitoli potrebbero innescare una conversazione infinita :woohoo:

Capitolo 1
In merito alla scelta di Churchill.
A pensarci le scelte a livello politico hanno tutte a che fare con il dilemma del male minore, in qualsiasi ambito: si deve fare una specie di valutazione costi-benefici per fare la scelta che accontenti la maggior parte delle persone. Come ostacoli vedo: la percezione diversa del problema a seconda del proprio interesse (si pensi agli abitanti della zona sud di Londra), la mancata considerazione di qualche "portatore di interesse", i diversi valori delle persone. Inoltre si fa presto a pensare male: se le zone a sud fossero state quelle più ricche, quelle dove vivevano gli stessi politici/governatori, e non le zone popolari più povere e meno influenti dal punto di vista decisionale, la scelta sarebbe stata la stessa? Eppure in termini di vite umane è stato il male minore.
In questi mesi il dilemma è ancora più spinoso: quanto valore dare alle vite umane da una parte, e al benessere economico dall'altra?

Capitolo 2
Il dilemma del ramo deviato.
Voi come agireste? Siete del partito di Sant'Agostino del "Come sarebbero infatti liberi dal peccato...se si son macchiati di omicidio?" oppure pensate che agire sia un dovere morale?
Se c'è qualcuno che ne sa un po' di legge: non agire sarebbe considerato omissione di soccorso? O al contrario intromettersi potrebbe farci avere una condanna per omicidio?
Personalmente devierei il treno sull'unico malcapitato.
Che gioia, questo libro ci porta a vedere uno dei miei adorati Ted talks. Per chi volesse, qui c'è il video del dilemma della spiaggia sottoposto a Gordon Brown, al minuto 5:11
.

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01/10/2020 21:54 - 01/10/2020 21:59 #45945 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Ottimo inizio Greta! Grazie per il tuo contributo! ;)

Faccio un paio di premesse: la prima personale e la seconda di carattere generale sul libro.

Come molti di voi sanno, ho fatto studi tecnici, pertanto non ho mai avuto il piacere di studiare filosofia a scuola o all'università (tanto meno l'etica).
Mi approccio a temi come quelli trattati da questo libro con gli occhi spalancati e la bocca aperta di un bambino che vede una giraffa dal vivo per la prima volta :woohoo:
Forse sparerò qualche castroneria oppure, ancor più probabile, durante questa discussione mi esalterò per qualcosa che, a chi ha affrontato studi umanistici, potrà sembrare banale o ripetitiva ma vi prego, comprendete il mio entusiamo... I'm an engineer :laugh: :laugh: :P

Veniamo invece alla mia premessa sulla premessa dell'autore :huh: :dry: :laugh:

Ho apprezzato molto la premessa dell'autore perché risponde immediatamente ad una domanda molto importante secondo me, ovvero:

"Quello che leggeremo ha una sua potenziale applicazione nella vita reale di tutti i giorni?"

Io stesso avevo dei dubbi in merito quando mi fu presentato il problema protagonista di questo libro per la prima volta. L'autore però tiene subito a specificare che:

"Gli esperimenti mentali sono progettati per testare le nostre intuizioni morali, per aiutarci a sviluppare principi morali e, quindi, per essere di qualche utilità pratica in un mondo in cui devono essere fatte scelte reali, e sono persone reali a potersi far male."

Detta così, uno potrebbe pensare: "OK, questa è la promessa (più che la premessa) che l'autore ci fa nella prima pagina del libro, quella che leggono tutti, per farci credere che non leggeremo "fuffa" nelle prossime 214 pagine, invogliandoci a continuare".
Non a caso secondo me l'autore decide di iniziare il suo libro proprio raccontandoci di un episodio di vita reale, avvenuto durante la seconda guerra mondiale (Capitolo 1 - Il dilemma di Churchill).

Ho notato inoltre che lo scrittore racconta di aver sentito parlare della "carrellologia" in lungo e largo, sia durante gli anni di università, che durante gli anni di dottorato e che questa è la normalità per chi compie studi come i suoi. Però ci dice anche che ciò che ha riacceso il suo interesse sull'argomento

"è stata la prospettiva sul problema portata da diverse altre discipline".

Più avanti, nel capitolo 2, in riferimento alla "carrellologia", l'autore scrive che

"questo settore dell'etica ha infiltrato molte discipline tra cui la psicologia, il diritto, la linguistica, l'antropologia, le neuroscienze e la biologia evolutiva".

Di questo ne ho avuto immediata conferma lo scorso weekend. Durante il nostro raduno nazionale, parlavamo con Anna ed Antonio della lettura che avremmo affrontato insieme questo mese e, mentre raccontavo ad Antonio del tema trattato da questo saggio, lui mi ha detto che il problema del carrello ferroviario è divenuto oggetto di studio anche per chi si occupa di intelligenza artificiale (il suo settore di studio), "in relazione alla possibile diffusione delle autovetture autonome, i cui software potrebbero trovarsi a dover compiere scelte di guida in situazioni che implicano la soluzione di dilemmi etici" (fonte Wikipedia).

Ho trovato riscontro di quanto mi raccontava Antonio negli articoli che trovate di seguito (per chi volesse approfondire):

The Ethics of Autonomous Cars
www.theatlantic.com/technology/archive/2...onomous-cars/280360/

When Should Your Driverless Car From Google Be Allowed To Kill You?www.forbes.com/sites/timworstall/2014/06...ll-you/#2641c1d5fa5b

The social dilemma of autonomous vehicles
arxiv.org/abs/1510.03346

Why Self-Driving Cars Must Be Programmed to Kill
www.technologyreview.com/2015/10/22/1654...-programmed-to-kill/

Sono contento dunque di iniziare un percorso di approfondimento su un tema che ha così tanti possibili risvolti anche nella vita reale! ;)

Ma torniamo a Churchill e alla vicenda dei missili tedeschi.

"L'agenzia di intelligence britannica, l'MI5, ha distrutto le false notizie inviate da Garbo e ZigZag, riconoscendo che se fossero mai venute alla luce gli abitanti dei quartieri meridionali di Londra avrebbero potuto non prenderla bene a essere stati usati in quel modo".

E come dargli torto? Analizzando la situazione dalla prospettiva degli abitanti del nord di Londra, la morte di quelli del sud sarebbe stata il male minore. Se fossimo stati nei loro panni, saremmo stati d'accordo con Churchill nell'agire come ha agito.
Ma se noi o i nostri cari fossimo stati della zona sud di Londra? È ovvio che la prospettiva sarebbe cambiata totalmente. Ed è qui che entra in gioco il politico o, nel primo esempio del carrello, quello denominato "Il ramo deviato", che entriamo in gioco noi.
Ovvero quel qualcuno "super partes", che in questo caso non ha alcun legame con le persone coinvolte, che è chiamato a decidere del loro destino.

Come dice Greta, ogni scelta politica comporta una valutazione costi/benefici e probabilmente favorirà qualcuno e sfavorirà qualcun altro. Questo è vero soprattutto all'aumentare delle persone su cui la scelta politica avrà un impatto. Sarà per questo che talvolta i politici preferiscono non dover scegliere? :dry:

Nel caso del "Ramo deviato" però il non agire comporta la morte di cinque persone, che potremmo salvare semplicemente azionando una leva, a discapito però di una sesta persona, che morirebbe a causa della nostra azione.

Se c'è qualcuno che ne sa un po' di legge: non agire sarebbe considerato omissione di soccorso? O al contrario intromettersi potrebbe farci avere una condanna per omicidio?

Premesso che questa domanda è davvero interessantissima e che anche io sarei curioso di sapere come il problema del carrello ferroviario viene affrontato nel diritto e se casi del genere sono mai stati trattati in un'aula di tribunale, cosa farei io ancora non lo so... forse mi sarò fatto un'idea più precisa dopo aver letto questo libro! O magari no... in fondo il dilemma del carrello viene dibattuto da quasi un secolo senza che sia stato individuato il modo oggettivamente corretto di comportarsi... con tutta la fiducia che ripongo in questa Community, scusate, ma non penso che la risposta la troveremo noi! :D :D ;)

Però è bello rifletterci e quindi dico che, da un certo punto di vista, sarei tentato di agire scegliendo quello che moralmente riterrei essere il male minore, ovvero la morte di un singolo invece che dei cinque.

L'autore stesso conferma che:

"La maggior parte delle persone sembra ritenere non solo che sia lecito deviare il treno verso il binario secondario, ma che sia addirittura doveroso, un obbligo morale".

Però chi siamo noi per decidere? E se ci astenessimo dalla scelta? Saremmo come i politici che amiamo tanto criticare! Però abbiamo davvero tutta la visione d'insieme per poter operare una scelta del genere? Ma soprattutto, riusciremmo davvero a scegliere se ci trovassimo in una situazione reale come quella in cui si trovò Churchill? Purtroppo, rispondere come ha risposto Gordon Brown durante la conferenza, è solo un'astuta scappatoia per non rispondere alla domanda. Forse perché una risposta non c'è... ?

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Ultima Modifica 01/10/2020 21:59 da guidocx84.
Ringraziano per il messaggio: Giami23, Mattia P., Margarethe, Cri_cos, Kheper

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02/10/2020 00:55 - 02/10/2020 01:47 #45949 da Kheper
Risposta da Kheper al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
Forse mi sbaglio ma il punto di visto dell'uomo di stato lo trovo poco interessante... Il Churchill della situazione credo sarà obbligato/portato ad agire sempre in quel modo. E' la figura dello "statista" che esiste dall'antica grecia.
Al giorno d'oggi, quando un politico favorisce "i meno" a dispetto "dei più", poi si scopre implicato nel malaffare di corruzione o comunque di un tornaconto personale.
Mi interessa più il punto di vista dell'uomo comune... quello in cui il tornaconto personale magari è semplicemente salvare una persona cara a dispetto di uno sconosciuto oppure scegliere tra due sconosciuti e così via.
Onestamente un'opinione personale ancora non ce l'ho :dry:
E' interessante anche il discorso legale, non ci avevo mai pensato.
Nel primo caso non credo sia configurabile in alcun modo l'omissione di soccorso; nel secondo caso immagino sia più complicato: avendo agito si assume un ruolo e la giurisprudenza vorrà dire la sua...
Bella lettura comunque finora, anche piena di riferimenti alla storia del '900... Continuiamo!

PS: mi è tornata alla memoria la scena di un vecchio telefilm che mi rimase impressa quand'ero bambino: il protagonista, caduto in trappola, si trova in una piccola cella col tetto che si abbassa e che sta per schiacciarlo. Al di là della porta, che potrebbe tranquillamente essere aperta perchè non è bloccata, un meccanismo è collegato ad una balestra che punta dritta al cuore della sua compagna, anch'essa imprigionata e legata, cosicchè la scelta in quel caso diventa o io o lei...
Se vi interessa vi dirò come si risolse la questione in quel caso! :laugh:
Ultima Modifica 02/10/2020 01:47 da Kheper. Motivo: varie

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02/10/2020 09:06 #45954 da aleinviaggio
Risposta da aleinviaggio al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?
io invece trovo interessante proprio il punto di vista dello statista, perché è un'applicazione concreta di un dilemma etico che raramente si trova ad affrontare l'uomo qualunque. mi spiego: le nostre elucubrazioni mentali riguardo la carrellologia, a cui daremo sfogo questo mese, sono senza dubbio stimolanti, ma è difficile che nella sua vita uno qualsiasi di noi avrà davvero in mano il destino di altre persone. cosa che invece accade quasi su base quotidiana agli uomini più potenti del mondo, soprattutto in tempo di guerra.
sia Greta che Guido hanno fatto notare come in un caso come quello dei missili si rischi facilmente un conflitto d'interesse. in particolare Guido scrive: "Analizzando la situazione dalla prospettiva degli abitanti del nord di Londra, la morte di quelli del sud sarebbe stata il male minore. Se fossimo stati nei loro panni, saremmo stati d'accordo con Churchill nell'agire come ha agito. Ma se noi o i nostri cari fossimo stati della zona sud di Londra? È ovvio che la prospettiva sarebbe cambiata totalmente. Ed è qui che entra in gioco il politico o, nel primo esempio del carrello, quello denominato "Il ramo deviato", che entriamo in gioco noi.
Ovvero quel qualcuno "super partes", che in questo caso non ha alcun legame con le persone coinvolte, che è chiamato a decidere del loro destino
".
in realtà non è così che funziona la politica. almeno non in uno stato democratico. o almeno non dovrebbe. la democrazia sta nell'attribuire potere decisionale a un gruppo di persone, un consiglio, che rappresentino i diversi interessi in ballo. nessuno è super partes. ma la questione sta proprio nel trovare un compromesso. nella questione dei missili, in un mondo ideale e idealmente democratico, non è Churchill a prendere da solo una decisione che può modificare la vita di così tante persone, ma una commissione che ha valutato pro e contro delle due soluzioni e ha raggiunto un punto d'incontro dei diversi interessi.

sono andata un po' più avanti nella lettura: sono al capitolo 4. devo dire che l'autore mi ha perso un po' nel capitolo 3, dove ricostruisce vita, morte e miracoli delle madri fondatrici della carrellologia. ma in generale trovo affascinanti le tante applicazioni di questa teoria a grandi dilemmi etici che, soprattutto in quegli anni ma alla fine anche oggi, dividevano la società, come l'esempio che fa dell'aborto.

"Leggere bei libri ti toglie per sempre il piacere di leggere quelli brutti" - La società letteraria di Guernsey, Mary Ann Shaffer
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02/10/2020 09:22 - 02/10/2020 09:22 #45958 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Ottobre 2020 - Uccideresti l'uomo grasso?

in realtà non è così che funziona la politica. almeno non in uno stato democratico. o almeno non dovrebbe. la democrazia sta nell'attribuire potere decisionale a un gruppo di persone, un consiglio, che rappresentino i diversi interessi in ballo. nessuno è super partes. ma la questione sta proprio nel trovare un compromesso. nella questione dei missili, in un mondo ideale e idealmente democratico, non è Churchill a prendere da solo una decisione che può modificare la vita di così tante persone, ma una commissione che ha valutato pro e contro delle due soluzioni e ha raggiunto un punto d'incontro dei diversi interessi.


Non so se in quel caso specifico Churchill si sia confrontato o meno con qualcuno (immagino o spero di sì) e il discorso che fai mi torna.
Però la sostanza cambia?
Che siano una o più persone a decidere della vita di altre, la situazione per me è la solita: ritrovarsi a dover scegliere della vita o della morte di qualcuno.
La difficoltà è proprio quella secondo me.

Magari nella vita noi non ci troveremo mai nella situazione di un Churchill o di un Truman a dover scegliere della vita o della morte di qualcuno (me lo auguro), ma ci sono casi come quello che hai anticipato, ovvero l’aborto (ma mi viene in mente anche l’eutanasia) in cui l’essere umano è chiamato a fare una scelta etica e secondo me deve essere preparato per farla perché se malauguratamente dovesse accadere di dover scegliere, potrebbe non avere il tempo sufficiente per fare tutte le riflessioni che faremo qui.
Peraltro il problema del carrello, come riportato in fondo al terzo capitolo, nasce proprio in relazione al problema dell’aborto.

Una diversa chiave di lettura potrebbe essere quella che ho trovato negli articoli di cui vi proponevo la lettura:

there’s a moral distinction between killing and letting die: It seems worse to do something that causes someone to die (the one person on the sidetrack) than to allow someone to die (the five persons on the main track) as a result of events you did not initiate or had no responsibility for.

La differenza tra “uccidere” e “lasciar morire”... voi cosa ne pensate? Ok

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Ultima Modifica 02/10/2020 09:22 da guidocx84.

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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