Una delle cose che trovo più complicato da spiegare sono le emozioni che provo leggendo alcuni libri. L'immagine equivalente per spiegare il "fenomeno" che mi è venuta in mente è proprio quella che ha dato il titolo a questo post: i fuochi d'artificio.

Nel mio caso è un misto di palpitazioni, euforia, esaltazione in alcuni casi, o pianto, commozione ed empatia totale in altri o anche un misto di tutto questo...

Giusto per fare un esempio e citare un libro recente "Storia di una ladra di libri" è a pieno titolo nella mia categoria "Fuochi d'artificio".

La mia domanda adesso è...sono io completamente "fuori" quando leggo...o c'è qualcuno che senza far uso di sostante stupefacenti ha provato qualcosa di simile???

La risposta è: sì, sei "fuori" ... ma non sei il solo!

Scherzi a parte: io adoro i libri - ma anche i film - che sanno emozionare, specialmente quelli che fanno commuovere. Di esempi ne potrei citare moltissimi, e spesso - anche in opere non particolarmente amate - riesco a ritrovare una pagina, un dialogo o un'immagine capaci di muovere le mie corde e far spuntare una lacrima.
Ciò che provo non è ad ogni modo paragonabile ad un fuoco d'artificio, ma lo riferirei a qualcosa di meno "scoppiettante", in grado però di lasciare una scia luminosa e profonda anche a distanza di tempo: non una meteora, dunque, ma una stella cometa ...

Non posso dirmi tuttavia immune a palpitazioni, euforia, esaltazione e pianto: solo che queste "esplosioni" sono riservate ... alla passione calcistica! E' già, Pier: sto più "fuori" di te ...

No, per me la lettura è silenzio, raccoglimento, parole dette sottovoce…fuoco di un camino, non fuochi d’artificio. Rido, a volte, anche in pubblico, in treno, per esempio, se i vecchietti del Barlume ne combinano una delle loro; piango, certo, mi commuovo, soprattutto di fronte a forti sentimenti, e lì scattano gli occhiali da sole! Con i libri faccio quello che alla fine mi è più congeniale: ascolto. Mi faccio spiegare le cose, il mondo e la vita come fossi ancora una bambina, e la mia sensazione è sempre, come dicevo, come fissare un falò, senza stancarsi mai. I fuochi d’artificio, senza uso di sostanze stupefacenti (!!!), me li ricordo, sì…ma sono sensazioni che lego a persone reali, non a libri.

I libri, ahimè, parlano ma non ascoltano. Se lo facessero, sarei a posto.

emmabi ha scritto:

No, per me la lettura è silenzio, raccoglimento, parole dette sottovoce…fuoco di un camino, non fuochi d’artificio ... Con i libri faccio quello che alla fine mi è più congeniale: ascolto ...

Bravissima, Emmabi: hai espresso più chiaramente il mio stesso pensiero e sentimento!
Ammiro profondamente questa finezza di analisi delle proprie sensazioni e questa abilità nel cogliere sempre le immagini più congeniali con cui tradurle ed esprimerle. Sono contento di non essere uno dei tuoi libri: ascoltarti è sempre un piacere

emmabi ha scritto:

No, per me la lettura è silenzio, raccoglimento, parole dette sottovoce…fuoco di un camino, non fuochi d’artificio. Rido, a volte, anche in pubblico, in treno, per esempio, se i vecchietti del Barlume ne combinano una delle loro; piango, certo, mi commuovo, soprattutto di fronte a forti sentimenti, e lì scattano gli occhiali da sole! Con i libri faccio quello che alla fine mi è più congeniale: ascolto. Mi faccio spiegare le cose, il mondo e la vita come fossi ancora una bambina, e la mia sensazione è sempre, come dicevo, come fissare un falò, senza stancarsi mai. I fuochi d’artificio, senza uso di sostanze stupefacenti (!!!), me li ricordo, sì…ma sono sensazioni che lego a persone reali, non a libri.

I libri, ahimè, parlano ma non ascoltano. Se lo facessero, sarei a posto.

Infatti Emmabi il motivo del mio post era proprio per capire se certe sensazioni sono comuni anche ad altri. Ho utilizzato il termine "fuochi d'artificio" e forse potevo usare altre parole "magia", "empatia" ecc.

Detto questo mi pare che il il feedback che ricevi da certi libri non sia poi così lontano dal mio.