Sabato, 06 Settembre 2025

Pro o contro dell'uso di parole maschili al femminile o *

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08/01/2021 12:33 #49140 da Margarethe
Con la discussione riguardo l'uso di neologismi da altre lingue mi avete ispirato questa domanda :laugh:

Cosa ne pensate dell'uso di parole maschili declinate al femminile, come "ministra", "architetta", "avvocata" o degli asterischi per indicare entrambi i generi, tipo "ciao a tutt*"?

A me suonano ancora male e vedere un * nel testo mi dà un certo fastidio, però trovo interessante la necessità che si sta sentendo di cambiare la lingua man mano che la società si fa sempre più paritaria. Dopotutto la lingua e la cultura si influenzano a vicenda. Che ne pensate?

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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08/01/2021 13:03 #49141 da Gisella
Ciao Margarethe...
questo argomento da molto tempo mi fa prudere le mani. Personalmente non sopporto questa necessità di dover stravolgere a tutti i costi la lingua a favore di una tematica importante come la parità dei sessi.
Per me è NO!
Lo trovo esagerato e trovo che snaturare la lingua a tutti i costi non porti ad una reale attenzione sulla questione!
Per me questo argomento va di pari passo e fortemente a braccetto con la questione delle "quote rosa" (quanto mi da sui nervi questo poi...!!!).
Io non voglio essere una quota! Io voglio essere e basta! Per quello che valgo e per quello che sono. Ho sempre trovato triste dover essere "catalogata" in quanto donna.
Infatti in tal proposito, io mi sento una persona forte e strutturata, e non certo perché sono rientrata in una qualche "quota" o perché sono stata chiamata ministrA.
Credo nella giustizia e voglio credere nella meritocrazia e nella bellezza del mondo, perché a credere nelle brutture del mondo si fa sempre in tempo ed è troppo facile.
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08/01/2021 14:21 - 08/01/2021 14:32 #49146 da Federico
Il problema di fondo è che l'italiano non ha il genere neutro, mentre ad esempio in inglese praticamente tutto è neutro (un aggettivo o un oggetto non sono né maschili né femminili). Quando spiegavo agli inglesi che "finestra" è femminile e "tavolo" è maschile mi guardavano con un sorriso quasi derisorio, quantomeno pietoso: proprio non capivano la "stravaganza" italiana.
Questo dividere tutto in maschile e femminile della nostra lingua è qualcosa che è molto più dentro di noi di quanto pensiamo. Me ne accorsi grazie a un film (ma non ricordo quale, credo fosse di Wim Wenders ma potrei sbagliarmi) dove si diceva che mentre nelle lingue latine il sole è maschile e la luna è femminile, in tedesco è l'opposto. Ecco, io proprio non riesco a immaginarmi il sole come femminile e la luna come maschile! Anche se sottotraccia, il genere della parola conta.
Ora arrivo alla domanda iniziale: dovendo necessariamente coniugare ogni parola in maschile e femminile, io credo sia giusto che anche le professioni, almeno quando riferite a una donna, siano al femminile.
Non mi sta bene che "ingegnere" o "medico" siano al maschile e "badante" e "casalinga" siano al femminile. Questo è figlio di una società che manda gli uomini a studiare e lavorare e lascia le donne a casa. Ciò è ovviamente non più attuale. All'inizio suonerà male dire "ingegnera", ma ci abitueremo. Ogni cambiamento della lingua nel tempo suona male all'inizio e viene considerato come un errore, ma la lingua corrente è più forte di qualsiasi grammatica. E' questa che si deve adeguare alla comunicazione corrente, non il contrario.
Così come non mi sta bene che se c'è un gruppo di 10 donne le chiamo "amiche", ma basta che l'unicesimo sia un uomo e devo dire "amici". Significa che non conta quante donne ci siano, è la presenza o meno di un uomo a qualificare il gruppo. Questo però è un problema di davvero difficile soluzione in italiano.
E' una questione diversa dalle quote rosa (sulla quale Gisella sono d'accordo con te, bisogna eleggere le persone in base alla bravura, non in base al sesso).
Come disse Nanni Moretti, "le parole sono importanti" e riflettono un'idea di fondo. Forse per le parole "generiche", ossia non riferite a una persona in particolare, bisognerebbe creare il genere neutro, ma in italiano finirebbero tutte con la vocale "u", l'unica che non ha un "sesso", oppure con una consonante (tralascio l'asterisco che ha senso solo in informatica). Ma nell'ultimo caso l'italiano perderebbe una delle due più evidenti peculiarità che la rende unica nel mondo (appunto chiudere le parole con una vocale, l'altra è il suono che diamo alle doppie consonanti) e che la rende così musicale.
Forse ho creato più confusione che altro, ma da quando mi sono trasferito in Inghilterra mi arrovello su sta cosa e non riesco a trovare una soluzione.
Ultima Modifica 08/01/2021 14:32 da Federico.

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08/01/2021 20:51 #49158 da VFolgore72

Ciao Margarethe...
questo argomento da molto tempo mi fa prudere le mani.

Magari tutti la pensassero come te!!! Si ottiene piu' rispetto come affermi tu, che destinando quote ridicole a destra ed a manca!!!

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”
Ringraziano per il messaggio: Giami23, nautilus, Gisella

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08/01/2021 20:52 #49159 da VFolgore72
A proposito di "destra e a manca" ... perche' non si puo' dire "sinistra e a manca"?

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”

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08/01/2021 22:07 #49162 da Graziella
Qualchecosina vorrei dirla anche io:
capisco che la lingua, come d'altra parte tutte le lingue hanno la loro evoluzione o anche involuzione. Dal famoso contratto agricolo fra due che fu scritto per la prima volta in lingua volgare e che rappresenta la prima pietra della nostra lingua, almeno in letteratura, ne sono passati di secoli.
Si sa che la nostra lingua è molto gergale, non solo, è politichese, avvocatese, burovratese, a seconda di chi la usa e la scrive. Molti anni fa un gruppo facente parte alla facoltà di architettura, faceva delle riunioni interfacoltà fra studenti, per trovare un linguaggio comune durante le varie occupazioni.
Però su una cosa non sono d'accordo e cioè: non vedo perchè si dovrebbe chiamare ingegnera, un ingegnere donna, o notara, o medica meglio ancora medichessa, facendo risaltare il genere e creando degli obbrobri che danno fastidio alle orecchie. Perchè complicarsi la vita? E cosa dire di architetta?
In altri casi invece il genere salta fuori facilmente, ad esempio: pittrice, radiologa, maestra, professoressa, dottoressa, ecc.
Le forzature sono sempre tali, e spesso volgari.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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08/01/2021 22:41 #49165 da nautilus

A proposito di "destra e a manca" ... perche' non si puo' dire "sinistra e a manca"?

Perché manca significa sinistra, dovrebbe derivare dal latino.

MEMENTO AUDERE SEMPER
Ringraziano per il messaggio: davpal3

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08/01/2021 23:02 #49166 da davpal3

Qualchecosina vorrei dirla anche io:
capisco che la lingua, come d'altra parte tutte le lingue hanno la loro evoluzione o anche involuzione. Dal famoso contratto agricolo fra due che fu scritto per la prima volta in lingua volgare e che rappresenta la prima pietra della nostra lingua, almeno in letteratura, ne sono passati di secoli.
Si sa che la nostra lingua è molto gergale, non solo, è politichese, avvocatese, burovratese, a seconda di chi la usa e la scrive. Molti anni fa un gruppo facente parte alla facoltà di architettura, faceva delle riunioni interfacoltà fra studenti, per trovare un linguaggio comune durante le varie occupazioni.
Però su una cosa non sono d'accordo e cioè: non vedo perchè si dovrebbe chiamare ingegnera, un ingegnere donna, o notara, o medica meglio ancora medichessa, facendo risaltare il genere e creando degli obbrobri che danno fastidio alle orecchie. Perchè complicarsi la vita? E cosa dire di architetta?
In altri casi invece il genere salta fuori facilmente, ad esempio: pittrice, radiologa, maestra, professoressa, dottoressa, ecc.
Le forzature sono sempre tali, e spesso volgari.


E però mi sembra che gli obbrobri coincidano con le professioni tradizionalmente riservate agli uomini. Allora forse non di obbrobri si tratta, ma solo di disabitudine.
Ringraziano per il messaggio: mulaky, Margarethe

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10/01/2021 20:36 #49225 da Margarethe

Il problema di fondo è che l'italiano non ha il genere neutro, mentre ad esempio in inglese praticamente tutto è neutro (un aggettivo o un oggetto non sono né maschili né femminili). Quando spiegavo agli inglesi che "finestra" è femminile e "tavolo" è maschile mi guardavano con un sorriso quasi derisorio, quantomeno pietoso: proprio non capivano la "stravaganza" italiana.
Questo dividere tutto in maschile e femminile della nostra lingua è qualcosa che è molto più dentro di noi di quanto pensiamo. Me ne accorsi grazie a un film (ma non ricordo quale, credo fosse di Wim Wenders ma potrei sbagliarmi) dove si diceva che mentre nelle lingue latine il sole è maschile e la luna è femminile, in tedesco è l'opposto. Ecco, io proprio non riesco a immaginarmi il sole come femminile e la luna come maschile! Anche se sottotraccia, il genere della parola conta.
Ora arrivo alla domanda iniziale: dovendo necessariamente coniugare ogni parola in maschile e femminile, io credo sia giusto che anche le professioni, almeno quando riferite a una donna, siano al femminile.
Non mi sta bene che "ingegnere" o "medico" siano al maschile e "badante" e "casalinga" siano al femminile. Questo è figlio di una società che manda gli uomini a studiare e lavorare e lascia le donne a casa. Ciò è ovviamente non più attuale. All'inizio suonerà male dire "ingegnera", ma ci abitueremo. Ogni cambiamento della lingua nel tempo suona male all'inizio e viene considerato come un errore, ma la lingua corrente è più forte di qualsiasi grammatica. E' questa che si deve adeguare alla comunicazione corrente, non il contrario.
Così come non mi sta bene che se c'è un gruppo di 10 donne le chiamo "amiche", ma basta che l'unicesimo sia un uomo e devo dire "amici". Significa che non conta quante donne ci siano, è la presenza o meno di un uomo a qualificare il gruppo. Questo però è un problema di davvero difficile soluzione in italiano.


Federico non potevi spiegare meglio il mio dilemma! La nostra lingua (e non solo) è fatta così, ed è troppo bella :) quanti risvolti letterari ha il fatto che alcune parole siano maschili e altre femminili! Studiando la letteratura spagnola ormai molti anni fa mi ricordo che un poeta giocava sul fatto che il mare può essere sia maschile sia femminile :)
Però non trovo niente di disdicevole nel creare la controparte femminile per le professioni, laddove la parola non termina in e, che va bene per entrambi i sessi. Oltre a smettere di usare certe espressioni, certe parole, penso che piano piano questo verrà da sé. Per quanto riguarda i gruppi di persone, forse sarebbe sufficiente usare il femminile quando la maggior parte del gruppo è composto da femmine, certo che per ora ci suona così male!!
Un bel video sul tema che vi consiglio caldamente di vedere è questo:

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ringraziano per il messaggio: Federico

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11/01/2021 15:05 - 11/01/2021 15:16 #49261 da mulaky
Sono d'accordo con quanto espresso da Federico e da Davide.
Abbiamo una lingua che è più incentrata al maschile perché, checché se ne dica, viviamo ancora adesso in una società patriarcale. Non sto parlando del quantitativo di parole femminili o maschili, non ho idea della proporzione e nemmeno mi interessa. Però, come faceva notare Federico, se in un gruppo di dieci amiche si inserisce un uomo, automaticamente non si parla più di "amiche" ma di "amici"... e questo credo sia sbagliato. Poiché sarebbe difficile rivoluzionare drasticamente la grammatica e infilarci il genere neutro, direi che la soluzione più fattibile sarebbe quella di far "vincere" la maggioranza di genere di volta in volta: se in un gruppo ci sono 10 donne e 1 uomo, si parla di "amiche" e non di "amici". Non penso sia di difficile attuazione, ma deve essere una regola sdoganata dall'alto.

Per il campo delle professioni, sono d'accordo con Davide. Ci sembrano strani solo perché non siamo abituati, ma fortuntamente non è così difficile adattarsi ai cambiamenti, anzi! Avvocato diventa avvocata o avvocatessa (personalmente preferisco il secondo), prefetto diventa prefetta, ingegnere diventa ingegnera, notaio diventa notaia, chirurgo chirurga, questore questrice e così via. Oggi non sembra più strano dire "ministra", eppure è solo da pochissimi anni che si è posta la questione.
E' oggettivamente brutto che ancora oggi le professioni siano per lo più al maschile, visto che anche noi donne lavoriamo e ci facciamo il mazzo, insomma mi pare giusto essere "riconosciute" come lavoratrici. Inoltre, in alcuni casi, nemmeno si chiarisce il sesso della persona usando l'articolo determinativo (mi vengono subito in mente: l'avvocato, l'anestesista, l'eremita, l'internista, l'estetista).
Si tratta solo di stabilire con quale suffisso possiamo formare il femminile, il "suono" è solo una mera questione di abitudine.

Ah, dimenticavo, l'asterisco lo detesto :P

Vi lascio alcuni link che mi sembrano interessanti:
Prontuario maschile e femminile nei nomi di professione (Treccani)

Il femminile di questore e di prefetto (Accademia della Crusca)

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
Ultima Modifica 11/01/2021 15:16 da mulaky.
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