Dopo aver piuttosto “ingenuamente”
chiesto le motivazioni per le quali non era stato riportato qui sul forum del Club il resoconto dello scorso incontro ed altrettanto “incautamente” manifestato la mia disponibilità ad ottemperare a questo compito, mi ritrovo, non senza un po' di ansia da prestazione,
a scrivere il mio primo resoconto.
Ebbene, sfidando le avverse condizioni meteorologiche (contro tutti i clichè che vogliono Napoli perennemente baciata dal sole) alle 10.30 i componenti del gruppo si sono riuniti nel dehor del Barrio Botanico, ottenendo, grazie alla prenotazione di Stefania (Blue) un eccellente posizionamento
di due tavoli ubicati su di un prestigioso palco che, pur garantendo una maggiore privacy e silenziosità rispetto alla sala, ha fatto correre alla nostra moderatrice il rischio di cadere prima dell'inizio!
Dopo le presentazioni di rito ed i saluti fra i nuovi partecipanti e quelli “storici” e soprattutto dopo aver constatato che la regale teiera portata al tavolo ha riscosso un'attenzione degna di una vera star, sottolineata con più di una foto, si è ufficialmente aperta la discussione sul libro del mese “Aratro ritorto” di Itamar Vieira Junior votato all'unanimità nell'incontro precedente.
Erano presenti rigorosamente in ordine di arrivo: Marialuisa (in anticipo di 40 minuti),
Marioluca e Stefania B.(puntualissimi)
Marcello (new entry),
Claudia e Stefania (storiche partecipanti), Davide (al suo secondo incontro),
Oreste (veterano con l'esperienza di bibliotecario).
Il romanzo, ambientato in una fazenda, è stato particolarmente apprezzato poiché, oltre ad essere piuttosto scorrevole, ha consentito di focalizzare l'attenzione su un mondo di costumi, riti spirituali, magici e tribali, problematiche sociali e lotte del popolo afrobrasiliano di cui molti avevano conoscenze piuttosto superficiali.
Il romanzo è incentrato sulla rivendicazione dei diritti degli abitanti della fazenda di Agua Negra, incarnata principalmente da due figure femminili preminenti, Bibiana e Belonisia, due sorelle che, unite da un particolare evento che segnerà il loro destino, si ritrovano fin dall'infanzia a condividere un desiderio di riscatto che si esprime in una sorta di sorellanza condivisa con altre figure femminili.
Dal dibattito è emerso come inizialmente la figura predominante della lotta contro l'asservimento era apparsa Bibiana, col suo desiderio di affrancarsi anche perseguendo il sogno di diventare una maestra, mentre in realtà l'intensità è stata percepita da molti attraverso la figura di Belonisia che, visceralmente legata alla sua terra, si esprime profondamente nel suo rapporto con la natura con cui condivide il suo spirito selvaggio.
Le due sorelle tendono a compensarsi ed a completarsi ciascuna con le sue caratteristiche, in un universo familiare fatto di legami che talvolta superano la consanguineità, stabilendo relazioni indissolubili che alimentano il pathos e regalano scene dove le emozioni prendono il sopravvento sul realismo di una narrazione, in una prosa lirica in cui crudezza e tenerezza si mescolano sapientemente.
Il libro svela una realtà fatta di asservimento, di sfruttamento in cui si avverte lo scarto generazionale tra gli anziani che, memori del patto di accoglienza sottoscritto al loro arrivo, nutrono gratitudine per i proprietari terrieri e i giovani in cui lo spirito legittimo di giustizia conduce all'organizzazione di battaglie per la rivendicazione dei propri diritti e di lotte contro un sistema che in maniera alquanto subdola lega gli abitanti alle terre in un rapporto che concretamente somiglia moltissimo alla schiavitù, pur essendo quest'ultima ormai formalmente abolita.
Questo concetto ha portato la discussione sul parallelismo col fenomeno attuale dell'immigrazione, mentre le figure femminili estremamente forti hanno fatto virare la discussione sul matriarcato che nelle generazioni dei nostri nonni vissuti nel secolo scorso è stato particolarmente evidente nell'esperienza diretta di diversi partecipanti. Abbiamo concordato sull'importanza di lasciare in lingua originale alcuni termini riferiti a costumi tipici di quella cultura, ma ne avremmo preferito, per comodità, la spiegazione a piè di pagina anziché nel glossario finale.
Ad un certo punto quando la discussione si avvicinava al termine, è giunta, inaspettata, la richiesta da parte dello staff del locale di lasciare libera la nostra privilegiata postazione “a dominio” della sala, per imprecisati fraintendimenti in merito a prenotazioni pregresse di un altro gruppo.
Cosa che ha suscitato la perplessità
di alcuni e l'educato disappunto di Marioluca
che sembrava pronto a difendere strenuamente la postazione.
Ma dinanzi alla parola “cerimonia”, pronunciata dall'impavido cameriere, tutti abbiamo capitolato di buon grado perchè, si sa, dalle nostre parti le cerimonie sono sacre!
Così ci siamo accinti, su sedie meno comode e in posizione più rumorosa ed esposta al freddo,
ad esprimere con un voto il nostro gradimento del libro di dicembre che si è meritato un otto.
Dopo una rapida presentazione delle proposte siamo passati a votare il libro del mese di gennaio che è risultato con una maggioranza prossima all'unanimità: “Se una notte d'inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.
Intanto l'abbandono del prestigioso palchetto in favore dei partecipanti alla cerimonia aveva prodotto la scomparsa del cappello di Claudia che, dopo averlo cercato con impegno, (ma, ahimé, senza risultato)
si è vista ad un certo punto recapitarselo trionfalmente da un'altra dipendente del locale,
con piena soddisfazione di tutti i presenti che avevano già temuto il peggio...
Su invito di Marioluca (rassegnato, ma non troppo,
al cambio di postazione) ho avuto l'onore di azionare personalmente
la lucky wheel per selezionare il prossimo moderatore che sarà Claudia.
Al termine, quasi a sancire la riparazione all'equivoco alla base del prematuro abbandono dell'ambita postazione, è stato lo stesso cameriere a scattare la foto di rito dei partecipanti all'incontro, con buona pace di tutti!