Per scusarmi dell'inconsueto ritardo nella redazione di questo resoconto potrei citare conclamati impegni professionali/ familiari ed affini...
Ma no, cari ragazzi, perché qui devo chiamare in causa solo tutte le energie profuse nella realizzazione del mio ultimo "capolavoro fotografico"
che mi è valso la vittoria del celeberrimo "campionato scatti" di cui vado molto fiera!!
Grazie a tutti!!
Bene, dopo questa digressione autocelebrativa, veniamo a noi.
È doveroso riportare l'anteprima del raduno che ha visto protagonisti su telegram alcuni "Milleletturiani" che, in previsione dell'allerta meteo prevista a Napoli per il giorno 19, si sono arrovellati il cervello per decidere sul da farsi.
Dividendosi tra gli intrepidi,
sprezzanti di fulmini e tempeste, e i prudenti
preoccupati dei pericoli incipienti e propensi ad un posticipo, dopo ampio dibattito, i nostri eroi giungevano alfine alla saggia decisione di effettuare l'incontro online...
Qualche minuto di ritardo nel mio collegamento ha creato qualche attimo di suspence in chi, temendo in mia assenza di essere investito del ruolo di resocontatore, aveva già pensato a come risolvere il problema mediante registrazione dell'intero incontro!!
Prontissimi invece tutti gli altri partecipanti, ancora una volta numerosi:
Federica De, Federica Di, Francesca, Marcello, Maria, Michela, Mario Luca Stefania, Raffaella C., Raffaella M., Simona, Luisa in compagnia di sua figlia, Stesy, Annalisa e la nostra moderatrice del mese Claudia che, insieme al suo bimbo, ha introdotto il racconto di Annie Proulx: "Gente del Wyoming".
Dalla discussione si è evinta subito una concordanza nel ritenere carente l'approfondimento psicologico dei personaggi e fondamentale la negazione dell'omosessualità da parte dei due protagonisti Ennis e Jack, frutto del contesto di vita e dei traumi infantili di uno di loro.
L'esplorazione della propria omosessualità resta infatti superficiale, come un segreto inesprimibile che resta celato nel subconscio.
Filo conduttore della storia è apparsa la tensione fra chi prova a realizzarsi e non ci riesce e chi si arrende senza neanche provarci, ed è la rassegnazione che dà l'idea che certi sogni siano impensabili.
Apprezzati l'atmosfera Western e lo stile asciutto, essenziale, dove molto spesso la parola cede il passo all'immagine potente, evocativa... fantastica la capacità dell'autrice di fotografare attimi e di rappresentare l'inesprimibile con ineffabile dolcezza, rendendo tangibili i fugaci attimi, il " non vissuto" di una storia d'amore che, proprio perché non vissuta appieno, acquista un fascino unico.
Il racconto si configura infatti come una storia di cose non dette, l'autrice lavora per contrazione, esibendo uno stile stringato, lessicalmente povero e sintatticamente ridotto, lasciando trasparire un'emotività autocensurata, implicita nelle dinamiche sociali dell'epoca in cui la storia è ambientata.
Nonostante la crudezza degli incontri, apparentemente funzionali solo all'appagamento dei sensi, il racconto trasuda dolcezza e sentimento da tutti i pori.
Epico e commovente è il passaggio in cui la camicia di Ennis viene ritrovata all'interno di quella di Jack, suggestivo simbolo di un abbraccio che si ferma nel tempo, al di là della vita e della morte...
Emblematica e potente è anche l'immagine dell'ombra unica proiettata dall'abbraccio dei due uomini che si fondono in un sentimento per loro inaccettabile.
Un approfondimento psicologico competente ci ha illuminati, portandoci a riflettere sulla condizione dei protagonisti in quel particolare contesto spazio-temporale che imponeva loro un freddo distacco da un sentimento che doveva necessariamente essere negato, non potendo trovare accettazione se non in veste tragica.
Un ruolo particolarmente marginale è stato quello delle due mogli dei protagonisti, ed a tal proposito si sono create nel gruppo due fazioni avverse:
i/le più romantici/che hanno interpretato in modo tenero gesti e sguardi che invece agli occhi dei/ delle più realistici/che sono apparsi come indici di freddezza, di scarso coinvolgimento amoroso e di mero controllo.
Particolarmente incisiva è stata l'arringa
di Stesy contro Alma, la moglie di Ennis, che pur avendo compreso la natura del rapporto di suo marito con Jack, preferisce ignorarlo e alla fine sceglie la via più comoda per uscire da un matrimonio scomodo, rifiutando una presa di posizione.
Tale atteggiamento ha suscitato la sua indignazione e quella di alcune che, come lei, avrebbero agito con più veemenza in simili circostanze.
...e per sintetizzare iconograficamente il concetto, Marcello ha mostrato una divertente immagine dei Flinstones in cui una cavernicola, armata di clava, trascina per i capelli il marito visibilmente scosso...
Il racconto è piaciuto nonostante la brevità ne abbia un po' pregiudicato il gradimento, impedendo un maggiore approfondimento dei protagonisti.
Si è considerato, inoltre, che lo stile sia stato un deterrente nel creare un rapporto empatico con i personaggi.
Ciononostante il gruppo si è espresso con un bel sette in merito all'apprezzamento della lettura!
A dicembre leggeremo:
"I miei giorni alla libreria Morisaki" di Satoshi Yagisawa, proposto dalla nostra prossima moderatrice: Stesy.
Non vi azzardate a mancare!!