Sabato, 06 Settembre 2025

L'insostenibile leggerezza dell'essere, Milan Kundera. 29/03/2024

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07/04/2024 19:21 #66778 da Èle1
L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera.Incontro del gruppo di lettura di Padova Per il mese di marzo il gruppo ha stabilito di leggere il celebre romanzo di Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere. L’incontro si è svolto, contrariamente agli ultimi mesi, in un locale di un centro sociale (associazione Andrene, che ha ospitato il gruppo), in via Colleoni 49 (quartiere Forcellini). Erano presenti Sandro, Donata, Enrico, Guido, Giulia, Diego, Beatrice, Stefania e sua nipote, Lorenzo, Silvia, Paolo, Elena.  La trama del romanzo è difficile da raccontare. Le vicende, ambientate prevalentemente a Praga, sono accuratamente calate nel contesto storico e culturale del momento – con importanti riferimenti agli eventi dell’invasione sovietica del 1968 (Primavera di Praga). I personaggi principali sono quattro, rappresentabili come due coppie: il neurochirurgo Tomáš e la fotografa Tereza, la pittrice Sabina e il professore universitario Franz. Le storie d’amore che li caratterizzano sono controverse, appaiono talvolta come rapporti di dipendenza reciproca con ruoli stereotipati e fissi, e talvolta invece come incontri tra esigenze complementari che possono portare a condivisioni autentiche di sentimenti e desideri; la complessità psicologica dei personaggi (per lo meno di alcuni di essi) è approfondita da episodi di sogno, excursus nel passato, paragrafi in stile quasi saggistico a metà strada tra la filosofia e la psicanalisi, e commenti del narratore. Il tema della relazione d’amore prende le mosse dalla distinzione che viene proposta all’inizio del libro tra un’idea di leggerezza e una di pesantezza; tuttavia l’interpretazione di questi due concetti alla luce degli accadimenti diviene sempre meno chiara, e si presta alle numerose letture che ciascuno può trovare nel libro a seconda dell’età della vita in cui lo sta leggendo/rileggendo. In ragione di una materia così sfaccettata, il gruppo ha espresso idee e opinioni su alcuni nuclei tematici circoscritti, intervallando le osservazioni puntuali ad altre più generalizzate: 
  • Il Kitsch: mentre qualcuno sostiene che la definizione del Kitsch sia poco chiara, addirittura tra un paragrafo e l’altro incoerente, contraddittoria (il Kitsch è il rifiuto di ciò che non rientra nel ‘socialmente’ accettabile, con una sfumatura pseudoreligiosa – si porta l’esempio delle divinità che non hanno apparato digerente e simili, pur mantenendo nella rappresentazione che ne dà l’arte una bocca e un aspetto umano – oppure il Kitsch è lo scarto tra ciò che si è veramente e ciò che si è costretti a mostrare di fronte alla collettività? Il Kitsch è in quella crepa sulla tela di Sabina che, costretta a dipingere ciò che le correnti pittoriche imponevano al momento, scopre tuttavia un’altra realtà – insondabile, ma più vera, più “reale” dell’altra?), qualcun altro trova che il senso del Kitsch abbia a che vedere con l’assegnazione di una superiorità agli stati d’animo di commozione/partecipazione di cui sono protagoniste le masse, per cui vengono eliminati, negati, tutti i fattori di un turbamento interiore, l’attitudine al dubbio, l’inclinazione a farsi domande: la criticità del pensiero è repressa se non annullata in favore di una sorta di totalitarismo sentimentale. In queste righe ovviamente è impossibile raccontare con precisione tutte le osservazioni che sono scaturite sull’argomento.
  • L’autenticità delle relazioni d’amore tra Tomáš e Tereza e tra Sabina e Franz, nonché tra Tomáš e Sabina. Qualcuno intravede nella vicenda dei primi due una manifestazione di due ‘isole’ con caratteri e vissuti lontanissimi, le quali per un caso fortuito si incontrano e continuano a vivere i propri sensi di inadeguatezza e i propri bisogni modo autonomo e non correlato al partner, seppure agganciandosi ad esso per soddisfare la necessità profonda di vivere una dimensione ‘privata’ (Tereza) e di portare avanti una sorta di ‘missione’ (Ess muss sein – Tomáš). Qualcun altro al contrario vede nell’interdipendenza tra i due personaggi il segno di una storia d’amore con tutti i crismi, con l’assistenza prestata all’altro nel momento del bisogno, con la gelosia, la nostalgia dell’altro quando è assente – l’allontanamento di Tereza che rientra a Praga dopo la parentesi Svizzera e Tomáš che la segue nonostante la sensazione che sia la cosa sbagliata da fare. Il mantenimento da parte di Tomáš dell’abitudine a frequentare altre donne non induce Tereza a lasciarlo, anzi, la induce a desiderarlo ancora di più. L’attaccamento morboso di Tereza non induce Tomáš a lasciarla, bensì a tornare sempre e comunque da lei, dopo ogni avventura amorosa.
  • L’importanza cruciale del personaggio di Karenin, la cagnolina. Sembra che in tutto il libro la cagnolina sia l’unico punto di luce senza inquiete ombreggiature: l’affetto incondizionato che gli animali esprimono all’uomo, semplicemente perché l’uomo si prende cura di lui, e non pretende nulla in cambio, appare in forte contrasto rispetto ai sentimenti che emergono tra le persone. La cagnolina della coppia Tomáš-Tereza, anche quando è in fin di vita, sembra riunire su di sé l’amore dei due protagonisti, facendo quasi da tramite tra le loro due individualità. La sua morte fa parte di una ciclicità ‘cosmica’ che rende accettabili tutti i momenti della vita, compresi quelli negativi. In questi paragrafi riemerge il tema dell’ “Einmal ist keinmal”, e della ripetizione identica e perpetua del tutto, per cui la leggerezza ‘sarebbe’ ciò che non ha peso in quanto non si ripeterà, ma al contempo ciò che non si ripeterà è come se non fosse mai successo; l’idea della vita come schizzo di un’opera ipoteticamente da sviluppare e portare a compimento che invece resta inesorabilmente allo stato di schizzo in quanto non si può paragonare con altre vite vissute in alternativa, aggiustandosi di conseguenza.
  • La combinazione nel libro di aspetti saggistici e narrativi, psicanalitici e filosofici: questo punto ha fatto molto discutere nel gruppo perché la sfumatura filosofeggiante è stata talvolta letta come un tentativo da parte dell’autore di fare il passo più lungo della gamba, avventurandosi in questioni molto complicate ma trattandole in modo forse superficiale, per il quale si creano fraintendimenti sul piano davvero filosofico e piuttosto vivaci suggestioni, che lasciano il tempo che trovano – a seconda di chi legge – o possono condizionare molto l’interpretazione dei fatti narrati – il piano della trama. Inoltre poiché il racconto è fittamente arricchito con sogni, sogni a occhi aperti, digressioni sulla vita dei personaggi prima dei fatti narrati, addirittura paragrafi in cui si elencano parole specifiche sulle quali si sono create profonde spaccature e incomprensioni (Sabina e Franz) ci si è accorti che il piano dell’esplorazione psicanalitica assume un ruolo fondamentale, solo che non sempre questa centralità è stata apprezzata (qualcuno la trova il punto saliente del romanzo, calandosi con partecipazione proprio nei sogni – terribili – di Tereza, mentre qualcuno la trova noiosa e pedante, proprio per una mancata possibilità di immedesimazione nella dimensione onirica). Qualcuno trova il romanzo prolisso; qualcun altro trova invece troppo sintetica la componente della narrazione vera e propria, incluso il finale che a qualcuno appare troppo troncato.
  • La presenza del narratore non partecipe nella storia ma nemmeno totalmente esterno: questa modalità di scrittura, non nuova per il periodo storico in cui è uscito il romanzo, è di non immediata comprensione. Probabilmente è una scelta funzionale al distacco, perché commentando in una specie di prima persona fatti e pensieri dei personaggi prima che questi avvengano o dopo o durante, l’autore incrina la superficie altrimenti compatta della fabula e dell’intreccio, continuando a far presente al lettore che no, lui non si trova nella storia, e che la storia è una sorta di documento/manufatto di finzione letteraria da osservare quasi scientificamente, col microscopio, e nel quale non immergere un personale coinvolgimento – una prospettiva quasi iper-razionale di lettura – tuttavia al contempo frasi come “ho visto Tomáš...” fanno pensare al narratore come a un personaggio, una sorta di ‘spia’ del racconto. Questa ambiguità fa verosimilmente parte delle intenzioni di Kundera, che propone un lavoro letterario che indubbiamente invita alla riflessione e a prendere consapevolezza della mobilità continua dei punti di vista dell’essere umano rispetto alla sua realtà circostante.
  • Il punto cruciale riguardo alla professione dei personaggi: la missione di Tomáš, la missione di Franz; la differenza tra la solidità di Tomáš che, piuttosto che ritrattare le proprie affermazioni, rinuncia al suo lavoro e cambia completamente vita – ma si tratta forse di una ‘vacanza’, di cui lui assapora ogni momento, o non è piuttosto un atteggiamento del tipo della volpe con l’uva, che cerca di fare di necessità virtù? Il trasferimento in campagna con Tereza appare come un desiderio dell’idilliaco… ma è davvero ciò che Tomáš vuole dalla sua vita? “Ess muss sein” è stato distrutto dalla contingenza o si è trasformato, diventando un’esigenza diversa, un nuovo tipo di missione? E la scelta di Franz di andare in Cambogia è un nuovo vero obiettivo che il personaggio persegue o è lo strascico di quell’inspiegabile vuoto che gli accade di sperimentare, una volta sparita Sabina e lasciata la moglie – un vuoto che fintamente crede di riempire con la studentessa con gli occhiali?
  • Il modo in cui viene dipinto il regime: l’annientamento della possibilità di esprimere opinioni contrastanti, la manipolazione mentale di massa, l’oscurità delle manovre politiche e la messa al bando di qualunque dissenso, la manifestazione in grande di sfilate e marce che puntano all’omologazione di tutti i cittadini, il modo in cui i personaggi perdono il lavoro per affermazioni non smentite, per la partecipazione – presunta o reale – ad avvenimenti malvisti o ostacolati apertamente dal potere, tutto l’insieme delle azioni che vengono intraprese per sfuggire alla gabbia ideologica che sta calando dall’altro a imprigionare ciascun pensiero indipendente conferiscono all’ambientazione delle vicende un’intensa atmosfera di angoscia esistenziale, per cui anche la raffinata psicologia dei personaggi è influenzata in modo marcato da questi equilibri-squilibri ideologici, portati avanti da Kundera in modo magistrale, secondo la quasi unanime opinione del gruppo in merito.
  • Brevemente il film (regia di Philip Kaufman): secondo qualcuno, che l’ha visto, il film è abbastanza fedele ai pilastri portanti del libro, mentre secondo qualcun altro è troppo lontano da ciò che si percepisce nel libro rispetto alla psicologia dei personaggi: Tomáš, con quello ‘sguardo perenne da mandrillo’ nel film non si può proprio accostare a Tomáš del libro, pieno di insicurezze, alla costante ricerca di qualcosa da sezionare per poterne giungere al cuore, caratterizzato dalla cieca adesione alla missione da portare a termine, incapace di uscire da quei binari che egli stesso si è costruito, dalla rigidità della regola che si è dato di non affezionarsi ad alcuna donna.
 Per finire sono state espresse opinioni generali: qualcuno non ha gradito alcun aspetto del libro, qualcuno dice di averlo trovato molto più interessante alla prima lettura, ad anni di distanza, mentre qualcun altro, al contrario, dice di averlo compreso molto di più oggi rispetto a una lettura in età più giovane o addirittura adolescenziale. Si concorda nel riconoscere a questo libro un valore letterario indiscusso, nonostante i suoi difetti e le sue mancanze o le imprecisioni filosofiche e psicanalitiche; si tratta senz’altro di un materiale ‘che scotta’, in cui è facile identificarsi in uno dei personaggi per qualche tratto della propria personalità o per vissuti simili; l’immedesimazione, che giocoforza si contraddice per la divergenza tra ciò che capita ai personaggi e ciò che si vive in prima persona, serve comunque a valutare punti di vista nuovi sulle emozioni proprie e altrui, a tentare di comprendere le azioni degli altri prima di giudicarle, a capire che non sempre le scelte di una persona sono frutto unicamente di un pensiero razionale o di un sentimento, bensì sono influenzate dalle circostanze che per quella persona hanno un significato diverso da quello che possono avere per sé. In questi termini il romanzo di Kundera, come i grandi classici, ci mette di fronte alla ricchezza e alla complessità non solo dell’animo umano inteso come singolo, ma anche alla forza della collettività e delle espressioni della cultura, inscindibili dagli andamenti (politici, economici, ideologici) fluttuanti della Storia.

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Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

Avatar di callmeesara callmeesara - 12/08/2025 - 14:16

Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!

Avatar di mulaky mulaky - 08/08/2025 - 15:43

Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

Avatar di Marigió Marigió - 08/08/2025 - 00:43

Palermo a Settembre?

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 26/07/2025 - 10:53

Non tutti insieme è... buahahahah! :P :D lol

Avatar di mulaky mulaky - 21/07/2025 - 16:25

Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

Avatar di mulaky mulaky - 17/07/2025 - 08:32

Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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