Domenica 27 marzo i Buddenbook si sono riuniti per il consueto incontro mensile, presso l'oramai anch'esso consueto Porto Fluviale. Tema del mese: la discussione su
American Psycho di Bret Easton Ellis.
All'incontro si sono presentati in 6: Teresa, con la sua agenda di pelle e la sua cartella, entrambe Bottega Veneta; Francesco, che indossava un doppio petto gessato a quattro bottoni e una camicia dal colletto ampio, tutto Christian Dior; Erika, in camicetta di cotone Dolce & Gabbana e scarpette scamosciate Yves Saint Laurent; Valeria, in gonna di vitello stampata Adrienne Landau e cintura scamosciata Jill Stuart; Paola, che indossava calze Calvin Klein, orecchini di cristallo veneziano Frances Stein e teneva in mano una rosa bianca; e il sottoscritto, che crede fortemente nella cura della persona, in una dieta bilanciata e nel rigoroso e quotidiano esercizio fisico.
Per la prima volta in 14 mesi di incontri, tutti i partecipanti hanno ordinato dell'alcol. Il sottoscritto giudica questo il risultato maggiore che è riuscito a conseguire all'interno di questo gruppo.
Nonostante il libro fosse stato proposto dalla nostra rettrice/organizzatrice/matrona Caterina, la sua assenza ha obbligato il sottoscritto a introdurre la discussione. (Sì, lo stesso sottoscritto che sta vergando questo resoconto: se avete un piano di scale da lavare, due panni da sciacquare o una cantina da liberare, il vostro tuttofare è al servizio).
La discussione si è concentrata sul tema portante del libro: la vacuità e la ricerca estetica dei personaggi yuppie come elemento di affermazione sociale, che dall'altro lato rende tutti così simili da confonderli l'uno con l'altro. Ma ci si è soffermati anche sullo stile dell'autore, che cerca di restituire - attraverso dialoghi vuoti e frasi troncate a metà - la vuotezza di quelle esistenze. C'è stato anche tempo per fare un veloce paragone con il film ispirato dal romanzo. Paragone che ha quindi permesso di esprimere opinioni circa l'interpretazione del finale e - in generale - circa la veridicità o meno degli eventi efferati raccontati dal protagonista.
Si è quindi passati a scegliere i libri da votare per il mese di maggio: l'assenza della rettrice/organizzatrice/matrona avrebbe potuto portare a scelte frutto di anarchia, libertà, estro e genialità. Invece si è optato per una diligente e pedissequa aderenza alla faccenda dei generi letterari. I presenti hanno quindi totalmente improvvisato alcune proposte a caso, scegliendo tra i romanzi dell'Ottocento quelli con meno pagine, per non spaventare i meno coraggiosi.
L'appuntamento è per aprile, quando discuteremo
La svastica sul sole di Philip K. Dick.