per i Letturati, quello di luglio è tradizionalmente un incontro un po' atipico: ci si saluta prima della pausa estiva, ci si informa su dove si trascorreranno le vacanze, ci si attarda a consigliarsi letture da portarsi sotto l'ombrellone... insomma, regna un'atmosfera goliardica da ultimi giorni di scuola.

quest'anno poi, nuovamente in veste bucolica, non poteva proprio fare eccezione. e infatti metà dei Letturati si sono presentati impreparati, qualcuno ha fatto addirittura scena muta e il brusio dei casinari agli ultimi banchi ha disturbato i relatori

[piccolo inciso: in realtà ci piace un sacco che anche chi non ha avuto modo o tempo di leggere il libro del mese partecipi all'incontro, perché significa che l'esperienza del gruppo di lettura, il piacere di far parte dei Letturati, è più importante del libro stesso

]
oggetto di discussione il romanzo
Le braci di
Sándor Márai. e qua cominciano subito i problemi. eh sì, perché è poi davvero un romanzo? un libro composto per 3/4 da un monologo può davvero definirsi tale? non funzionerebbe forse meglio come opera teatrale? vorremmo poter dire di essere giunti a una conclusione definitiva sulla diatriba, ma in realtà in questi incontri bucolici i nostri interventi sono scanditi dal movimento del sole (perché tutti sappiamo che è il sole a muoversi, eliocentrici che non siete altro!

), e quindi ogni 15 minuti c'è da riposizionarsi coi teli da mare e il discorso che si era intrapreso finisce alle ortiche e se ne inizia uno nuovo
una cosa importante da dire è che, se si decide di partecipare a un incontro letturato senza aver letto il libro del mese, il contenuto ci verrà spoilerato in ogni possibile dettaglio

i Letturati non si fanno problemi a spifferare il finale, discutendo non solo di come finisce il libro, ma anche del perché e del percome finisca proprio così...

però di solito, dopo aver vivisezionato i finali, facciamo la stessa cosa anche con il resto dell'opera

questo approccio quasi morboso ci porta sempre a confrontarci su un sacco di argomenti diversi. questa volta si è parlato (anche) di:
- fascino degli imperi in decadenza;
- amicizia e amore tra esponenti di classi sociali diverse (possiamo crederci?);
- di fronte alla possibilità di conoscere la verità, non è forse meglio tirarsi indietro e vivere 41 anni rinchiusi in un castello odiando il mondo?

- siamo solo il risultato del contesto storico-sociale in cui nasciamo e cresciamo?
- quanto è malato il cervello umano, che riesce a ricordarsi ogni minimo dettaglio di una serata trascorsa 41 anni prima ma poi si dimentica di comprare il latte al supermercato?!
- un titolo più fedele all'originale avrebbe forse reso meglio il senso dell'opera? è colpa del traduttore o dell'editore?
- quando Márai ha scritto "Le braci", sapeva forse che noi Letturati l'avremmo letto subito dopo "Le affinità elettive" di Goethe?! perché le due opere hanno una quantità incredibile di parallelismi
e soprattutto: ma quanto è francese la madre di Henrik, che si fa arrivare ogni anno da Parigi la seta per rifoderare le stanze del castello?!

Belle Epoque, portami via! (il mio personaggio preferito, senza dubbio).
come al solito, questo resoconto è più una celebrazione dei Letturati che del nostro libro del mese, ma questa volta siete fortunelli, perché "Le braci" fu anche libro del mese qui sul forum nel lontano maggio 2017. quindi, se quello che cercate è un'analisi strutturata con commenti a proposito, potete trovarla
qui
.
i Letturati si rivedranno a settembre, ancora in versione bucolica

buone vacanze a tutti, e leggete solo belle cose