Considerato un successo dai nostri lettori del mese di giugno di "Uomini e topi" propongo ancora un suo breve romanzo, pag. 152 scritto dall'autore nel 1942, quando era cronista di guerra.
La luna è tramontata è un romanzo dello scrittore americano John Steinbeck pubblicato da
Viking Press nel marzo 1942. Racconta la storia dell'occupazione militare di una cittadina del Nord Europa da parte dell'esercito di una nazione, che non viene menzionata, in guerra con l'Inghilterra e la Russia, trasparentemente ispirato alla reale invasione della Norvegia da parte della Germania nazista. Scritto col proposito di incoraggiare e motivare i movimenti di Resistenza nell'Europa occupata, l'opera rimane ancor oggi attuale col suo messaggio fuori del tempo, dedicato a tutti i popoli conquistatori e conquistati: un insegnamento per i primi, affinché imparino qualcosa dai loro errori, per i secondi perché non cedano mai la propria dignità e non si arrendano mai.
Il popolo capisce che, se sarà ragionevole, sarà definitivamente conquistato, e per questo inizia una lenta guerra di nervi, di logoramento degli invasori, che infine comprendono di non essere solo soldati, ma uomini, bisognosi di una parola gentile, di un saluto cordiale: sono stanchi di essere sempre e solo soldati, di stare sempre sull'attenti, di doversi sempre guardare le spalle nel timore di un attentato. (tratto da Wikipedia)
Il titolo del libro proviene dal
Macbeth
di Shakespeare, quando Banquo chiede al figlio, Fliance, com'è la notte, questi risponde: «The moon is down; I have not heard the clock» (Atto II, Scena I). Wikipedia
TRAMA
Presa di sorpresa, una piccola cittadina costiera viene occupata da un esercito invasore con poca resistenza. Il sito riveste importanza strategica perché è un porto che serve una grossa miniera di carbone. Il Colonnello Lanser, a capo del battaglione occupante, si installa col suo quartier generale nella casa di Orden, il popolare sindaco eletto democraticamente. La realtà dell'occupazione ha lasciato la popolazione dapprincipio sorpresa, rabbiosa, ma ancora confusa e incapace di reagire. L'episodio catalizzatore delle proteste è causato dal rifiuto di
Alexander Morden, un consigliere municipale, di aderire al lavoro coatto in miniera: dopo un processo sommario, viene ucciso da un plotone d'esecuzione. Gli abitanti iniziano una lenta, silente, vendetta: sezioni delle ferrovia che collegano la miniera al porto vengono danneggiate regolarmente, i macchinari sabotati, i generatori d'elettricità vanno fuori uso. Appena un soldato isolato abbassa la guardia, o esce con una donna, viene ucciso. Il sindaco Orden sta con la sua gente, riaffermando al Colonnello Lanser che non si può spezzare permanentemente lo spirito di un uomo. Il loro spirito di indipendenza si organizza così nella resistenza armata al nemico: la morale da trarre è che nessuno è vinto, finché non si arrende. (tratto da Wikipedia)
Ho intenzione di rileggere per la terza volta questo particolare romanzo, opera che sembra scritta per il teatro.
Chi vuol leggerlo con me? Garantisco grande interesse e scrittura ruvida ed essenziale.
Si potrebbe lanciare un invito di lettura di altre opere dell'autore a chi è stato coinvolto da "Uomini e topi"