Proseguendo nel mio (lento
) percorso di approfondimento della letteratura italiana contemporanea, ho deciso di dare una possibilità a Diego De Silva, sicuramente tra gli scrittori più prolifico sulla scena letteraria italiana. Questo libro è il primo della serie dell'avvocato Malinconico, tra i più famosi dell'autore, anche finalista allo Strega. Leggendo la trama pensavo sarebbe stata una lettura leggera, di svago, e invece ci ho trovato molto di più! Lo stile è particolare: scritto in prima persona, il lettore partecipa a tutti i pensieri sconnessi che assalgono il protagonista, una sorta di flusso di coscienza molto realistico e non ostico, perchè descrive in modo lineare la non linearità dei pensieri che abbiamo, il nostro riflettere sul perchè abbiamo agito in un certo modo senza riuscire a darci spiegazioni. Non è scritto in dialetto, ma ci sono tantissimi termini e alcune espressioni che suppongo esser proprio del dialetto campano, visto che non li avevo mai sentiti.
Passando alla trama, anche mi ha piacevolmente colpito. Malinconico è un avvocato senza successo, separato, e a 42 anni è arrivato a rapportarsi alla vita senza farsi troppe domande o problemi, un po' cinico, ma soprattutto molto autoironico. Anche se sembra agire senza una vera volontà o determinazione, è in realtà molto passionale in quel che fa, non si rapporta con indifferenza a quel che gli capita, semplicemente non ci si sofferma troppo a pensarci. Credo sia un comportamento molto realistico: spesso non agiamo perchè bloccati da mille pensieri sul perchè e il per come, e poi alla fine si arriva alla conclusione che tanto vale far qualcosa e che è inutile stare a rimuginare su cosa è meglio o peggio, per poi arrivare col senno di poi a rendersi conto che
non si aveva capito niente 
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Leggerò sicuramente altro di suo, sia della serie di Malinconico che dei romanzi autoconclusivi!