Ieri sera ho finito la lettura di questo romanzo e devo dire che è stato piuttosto deludente, tanto da chiedermi perché Murakami sia un autore così osannato. Certo, questo non è il suo romanzo più famoso, ma comunque è una delle sue ultime produzioni da autore già affermato. Non so, per me è il primo approccio e sinceramente penso sia pure l'ultimo.
Tornando al libro, tra i vari difetti che ho riscontrato il più grande è sicuramente l'assenza di caratterizzazione della quasi totalità dei personaggi. In pratica conosciamo solo il protagonista, tutti gli altri no... per esempio, le donne del romanzo sono descritte solo esteticamente: Sara che si veste con cura, Kuro espansiva e con grandi tette (particolare che Murakami non smette di ripetere in tutto il libro), Shiro pianista riservata e delicata. Gli uomini sono descritti tramite gli hobby da ragazzi e le professioni da adulti. Questo è quanto e sinceramente mi sembra davvero poco.
La storia del due picche dato a Tsukuru è assurda. E' assurda come sia stata gestita dagli amici da un lato vista l'amicizia e dall'altro lato per la gravità della situazione, è assurda come sia nata questa storia, è assurdo come se ne escano gli amici dopo sedici anni ed è molto comodo, per l'autore, evitare di spiegare la vera motivazione (che sarebbe stata l'unica cosa sensata di tutta questa storia).
Ho difficoltà a comprendere come Tsukuru rimanga impassibile di fronte a tutto, sempre controllato e posato anche, e soprattutto, in quelle situazioni che lo riguardano direttamente. Non capisco se è una questione di cultura diversa o se è lui ad avere problemi (problemi che comunque ha, è chiaro). Non solo, quando veniva accusato di qualcosa immaginava di aver fatto quella cosa in un'altra realtà, tanto che stavo iniziando a supporre che avesse due personalità e che quindi avesse davvero compiuto quelle cose... sarebbe stato un bel colpo di scena, avrebbe dato un senso a varie cose, ma evidentemente sono più fantasiosa io di Murakami.
Di pagine inutili che non contribuiscono alla storia ce ne sono, come appunto la già citata storia del papà di Haida e del pianista Midorikawa. Questa scena e i temi trattati non c'entrano assolutamente nulla con la storia e sinceramente non comprendo perché allungare il brodo. La spiegazione dei lavori di Ao e Aka a che servono? Sapere perché la Toyota ha creato la Lexus o come si svolge il lavoro di coach motivazionale (lavaggio del cervello) degli impiegati di una azienda, cosa aggiunge al libro? Pagine inutili specialmente perché questi personaggi sono solo comparse. Ha avuto più senso, anche se mi ha annoiato, leggere le pagine in cui veniva spiegato il lavoro di Tsukuru sulle stazioni ferroviarie perché se non altro faceva capire aspetti della sua personalità.
Ultimo, mi hanno disturbato i continui rimandi al sesso (o comunque di natura sessuale) e non sono una puritana. Se da un lato potevano essere utili per capire il blocco di Tsukuru, dall'altro lato sono stati fin troppo numerosi e gratuiti. Mah.
E' un romanzo di formazione, ma questa grande evoluzione di Tsukuru non la vedo... intanto è stata Sara a spingerlo e cosa sappiamo di lei? Il nulla, eppure è quella che smuove di continuo le acque. Tsukuru soffre, ma esternamente rimane praticamente sempre impassibile, non una parola fuori posto, non uno scatto di rabbia, nulla. Solo alla fine assistiamo a un gesto impulsivo (era ora), ma anche questo legato a emozioni adolescenziali ("se non è così, stavolta muoio davvero" più o meno questo è il succo)  perché non ha ancora la maturità da adulto, quindi dove è questa crescita? Oltretutto il romanzo è piuttosto lento, solo gli ultimi capitoli sono veloci e poi di nuovo, e stavolta definitivamente, l'autore ci tronca laddove il lettore avrebbe voluto sapere. Mah.
Riguardo alla rottura dell'amicizia, a me è successo di vivere situazioni più o meno simili e non ho mai accettato la fine del rapporto, ho sempre messo da parte l'orgoglio e lottato per il rapporto; comportamenti come il suo danno semplicemente ragione a chi decide di rompere, ovvero che effettivamente non valeva la pena portare avanti un rapporto con una persona così.
Anche io in passato ho fatto qualche passo, ma devo dire che poi me ne sono sempre pentita perché chi non spiega la motivazione della rottura, secondo me, dimostra per primo che non ci tiene abbastanza e, infatti, puntualmente poi capitava un'altra rottura simile... se ci tieni abbastanza spieghi cosa ti ha ferito, magari volano anche parole, ma palesi una motivazione e su quella ci si può lavorare.