Martedì, 04 Novembre 2025

"Revolutionary road" di Richard Yates

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02/05/2023 12:17 #63383 da silviArki
"Revolutionary road" di Richard Yates è stato creato da silviArki
TRAMA
Revolutionary Road è un romanzo scritto da Richard Yates e ambientato negli Stati Uniti di metà anni cinquanta. Nel libro viene narrata la vita di una giovane coppia, Frank e April Wheeler, che non riesce a comunicare, ingarbugliati tra nevrosi, bugie e furibonde liti.

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02/05/2023 12:18 #63384 da silviArki
Risposta da silviArki al topic "Revolutionary road" di Richard Yates
Dopo il litigio con la moglie, in seguito allo spettacolo teatrale che si dimostra una tragedia dal punto di vista interpretativo, Frank cerca di trovare una soluzione pacifica per continuare ma April, sicuramente più pragmatica, non la accetta perché sarebbe comunque una pausa verso una nuova discussione tra persone intrappolate in una vita infelice. Frank si lascia andare al sentimentalismo con i suoi figli, per cui riporto un momento in cui sono insieme:
Attenzione: Spoiler!
Ma è veramente semplice amare come dice Frank? Secondo me no o comunque può esserlo se si è felici ma April sicuramente non lo è mai stata, come lo stesso Yates ci fa capire dalle prime pagine lei sposa Frank perché era la soluzione più ovvia ma io non ci vedo un sentimento forte come l’amore nella sua scelta.Frank ha trent’anni ma se ne senti cinquanta quando nota lo sguardo compassionevole con cui sia moglie lo guarda durante la serata con i Campbell, che stenta stranamente a decollare. Lui spera in una parola dolce da parte di lei mentre gli rivolge la parola ma questa non arriva, si sente vecchio e si chiede che senso abbia vivere una vita così. Mi chiedo se Frank è rassegnato, come nei primi quattro capitoli lo è April, oppure in lui ci sia ancora un barlume di speranza nell’amore che possa sistemare tutto e dare un senso alla loro piatta esistenza.

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08/05/2023 10:10 #63443 da silviArki
Risposta da silviArki al topic "Revolutionary road" di Richard Yates
Frank, ancora studente, cerca un lavoro per poter mantenere la famiglia che si sta creando con una giovane April che rimane incinta e cerca un impiego che non lo mantenga distaccato, che gli permetta di non legarsi troppo ad esso perché il suo scopo è mantenere vivo il sogno di andare a vivere in Europa il prima possibile. Ma alla fine va a lavorare nella sede dove il padre non era riuscito ad entrare e svolge un lavoro che “dove può spegnere il cervello”, non sarà anche questo che influenza il suo atteggiamento con la moglie? Questa arrendevolezza alla vita, la mancanza di stimoli anche lavorativi se si riflettono nella vita privata?! Quanta gente ancora oggi svolga una mansione soltanto a scopo retributivo senza che quel che fa non solo le piaccia ma neppure la spinga ad elevarsi intellettualmente? Forse perché ho la fortuna di svolgere un lavoro che mi piace ma presumo che faticherei a vivere così, anzi lo farei per necessità ma cercherei sempre una via di fuga ed un’alternativa. Non riuscirei ad adagiarmi completamente in questo stato di incoscienza che porta all’annientamento mentale.

April dice: È stato così che noi due abbiamo accettato quest’enorme illusione, perché di questo si tratta: un’enorme, oscena illusione: l’idea che, una volta messa su famiglia, la gente debba rinunciare alla vita reale e “sistemarsi”.

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15/05/2023 12:01 #63532 da silviArki
Risposta da silviArki al topic "Revolutionary road" di Richard Yates
Nella seconda parte comincia anche a delinearsi la figura dell’amico Shep Campbell; anch’egli come Frank un uomo insoddisfatto che da giovane si è creato un “personaggio” diverso dal sé stesso reale ma con una donna a fianco che, almeno per ora, sembra seguirlo sempre senza notare la maschera che copre le loro vite in questa vita borghese fatta di azioni compiute soltanto perché il mondo ci si aspetta che vengano svolte in un determinato modo.
Una figura che mi ha colpito, in apparenza secondaria rispetto alla coppia protagonista del libro è il “pazzo” John Givings che tanto matto non è ed esprime invece dei concetti molto profondi sulla falsità di questo mondo in cui ruotano questi personaggi falso borghesi.
«Oh», esclamò, «l’ha detto. Il disperato vuoto. Cielo, c’è un sacco di gente che la parte del vuoto l’ha capita; laggiù dove lavoravo, sulla costa occidentale, non parlavamo d’altro. Ce ne stavamo seduti a chiacchierare del vuoto per tutta la notte. Ma nessuno ha mai detto disperato, era lì che ci mancava il coraggio.  Perché forse ci vuole una certa dose di coraggio per rendersi conto del vuoto, ma ne occorre un bel po’ di più per scorgere la disperazione. E secondo me, una volta che si scorge la disperazione, non resta altro da fare che tagliare la corda. Se si può, beninteso».
In fondo, come fa notare il direttore dell’ospedale psichiatrico in cui è ricoverato, John è felice di tornare in clinica e sembra strano all’apparenza ma, secondo me, lui sa che il mondo esterno è pieno di falsità e lui non riesce a piegarsi a tutto questo perbenismo forzato.

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19/05/2023 13:36 #63562 da silviArki
Risposta da silviArki al topic "Revolutionary road" di Richard Yates
La tragica fine di April forse è la logica conclusione di una vita vissuta all’apparenza ma non “vissuta” nel vero senso del termine. Una vita non scelta, non voluta come quella del figlio che porta in grembo, un bambino che Frank le vuol far tenere soltanto perché lui non ha il coraggio di dirle che non vuole partire per Parigi, che non conosce il francese ed altri molti “non”….. perché molto spesso ci si nasconde dietro una vita tranquilla ma dentro di noi sappiamo che non è quello che vogliamo, semplicemente è troppo difficile provare a cambiare, fare un salto verso l’ignoto. Secondo me, è questo il messaggio di Yates e lo esprime bene quando descrive il momento in cui April si procura l’aborto: La tragica fine di April forse è la logica conclusione di una vita vissuta all’apparenza ma non “vissuta” nel vero senso del termine. Una vita non scelta, non voluta come quella del figlio che porta in grembo, un bambino che Frank le vuol far tenere soltanto perché lui non ha il coraggio di dirle che non vuole partire per Parigi, che non conosce il francese ed altri molti “non”….. perché molto spesso ci si nasconde dietro una vita tranquilla ma dentro di noi sappiamo che non è quello che vogliamo, semplicemente è troppo difficile provare a cambiare, fare un salto verso l’ignoto. Seconda me, è questo il messaggio di Yates e lo esprime bene quando descrive il momento in cui April si procura l’aborto:

… non aveva più bisogno di alcun consiglio né di alcuna istruzione. Era calma e tranquilla, ora, sapendo quel che aveva sempre saputo, quello che né i suoi genitori né zia Claire né Frank né chiunque altro avevano mai dovuto insegnarle: che se si vuol fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli.

Perché è vero, le scelte della vita vanno compiute da soli. Le scelte che ci faranno cambiare direzione, potrà essere una scelta giusta o sbagliata ma se le facciamo vivremmo sempre una falsa felicità, una vita “non vissuta”.

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

Buongiorno! Se qualcuno avesse ancora problemi di login, dovete prima cancellare la cache del pc/smartphone, ricaricare la pagina, riaccettare i cookies e poi fare il login ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

Avatar di Cri_cos Cri_cos - 27/10/2025 - 15:37

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Ciao Marialuisa! Sezione "News & Eventi" del sito: ;)

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Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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