Intorno al 10 ottobre io e muchentuchen leggeremo questo libro, che avevo già proposto l´altr´anno come libro del mese, ma non avendo vinto, lo avevo messo tra i miei propositi di quest´anno e fortunatamente ho una compagna di lettura che mi aiuterà a completare questo proposito 
È un libro che pur non avendo letto ho regalato tantissimo, proprio perchè ogni volta che lo regalavo la persona lo finiva in pochi giorni molto entusiasta, convincendomi di aver fatto la scelta giusta e facendomi venir voglia di regalarlo ad altre persone secondo me adatte a questo libro. E rimangono sempre tutti perplessi che nonostante io ci abbia azzeccato così, ancora non l´ho letto   Quindi direi che è tempo di recuperare, così da poterlo consigliare con cognizione di causa 
Il libro ha avuto talmente tanto successo da far sì che in tempi record Apple comprasse i diritti per farne una serie tv, uscita poco dopo il libro.
Vi lascio qui la trama, nel caso in cui qualcun altro voglia unirsi

Elizabeth Zott è magnetica. Se entra in una stanza, state certi che non le staccherete gli occhi di dosso: perché è bella, e perché ha quel modo schietto di esprimere il proprio pensiero, che scende come una lama sulla superficie molle della morale comune. Siamo nel 1952, ed Elizabeth è una giovane chimica che lavora all'Hastings Research Institute in California, un ambiente ferocemente maschilista dove il suo innegabile talento viene per lo più messo a tacere, sabotato, o usato per il prestigio altrui. Malgrado le difficoltà, il coraggio di rivendicare diritti e successi non viene scalfito e spinge Elizabeth a perseverare. C'è solo un uomo che ammira la sua determinazione: è Calvin Evans, genio della chimica in odore di Nobel, con il quale nasce un sentimento puro in cui condivisione delle formule e attrazione fisica vanno di pari passo. Ma la vita, come la scienza, è soggetta a trasformazioni, e qualche anno dopo la tempra di Elizabeth, ora madre single, folgora un produttore televisivo che le affida la conduzione di Cena alle sei, un programma di cucina che nelle sue mani diventa un appuntamento quotidiano immancabile per il grande pubblico. Il suo approccio rivoluzionario ai fornelli, infarcito di digressioni scientifiche, non mira solo alla preparazione di stufati, ma anche ad aprire gli occhi all'universo femminile.

 

Ho letto già i primi 5 capitoli, sono molto brevi, ma più che altro lo stile è molto scorrevole e vuoi continuare a saperne di più della storia dei protagonisti. I temi trattati sono già tanti anche se molti afferiscono al macrotema della questione di genere. Forse alcune riflessioni e alcune scene possono risultare scontate visto il peso che si dà al momento alla questione, ma il fatto che vengano raccontati eventi degli anni '50 porta inevitabilmente a soffermarsi su come siano fortunatamente cambiate tante cose e come per tante altre invece continui ad essere incredibilmente ancora così. Ad esempio la scena dello stupro mi ha fatto pensare a come adesso una donna verrebbe presa sul serio, potrebbe denunciare l'aggressore invece che far passare lui per vittima e lei come poco di buono, precludendo a lei studi e carriera, di fatto precludendole un futuro. Sì, la polizia non reagirebbe come il poliziotto del libro; ma non so quante donne nella posizione della protagonista tuttora proverebbero a denunciare e non preferirebbero stare zitte, dal momento che sì, sulla carta i diritti sono di più, ma il giudizio della società, che spesso conta di più, non è cambiato affatto (le critiche rivolte a Elizabeth ricordano molto alcune uscite infelici di personaggi pubblici italiani come commento agli stupri di gruppo di l'altr'anno).
Mi sono poi ritrovata molto nella considerazione di Elizabeth sul fatto che si appassionasse così tanto al suo lavoro non perchè le interessasse l'argomento ma perchè essendo l'unica donna doveva dimostrare di più. Io lavoro nell'ambito IT, nei meeting sono praticamente sempre l'unica donna, e anche se i miei colleghi sono tutt'altro che maschilisti e mi sento più che considerata, è inevitabile che mi senta sempre in soggezione, spesso per cose per cui normalmente mi sentire molto sicura di me, e invece in quel contesto mi sembra di non essere abbastanza. A questo proposito farò anche un training di due giorni e quando ho guardato l'offerta dei traning per questo tema (riuscire a dimostrare sicurezza quando si parla di fronte a molte persone, gestire situazioni di prevaricazione durante i meeting, con personalità più forti, ecc) erano tutti training rivolti a donne!

bibbagood post=68231 userid=1044 Io lavoro nell'ambito IT

Ossignur, per un attimo quando hai detto IT mi hai spiazzata ed ho pensato a lugubri mostri vestiti da pagliacci che si chiamano Pennywise  e divorano ragazzini nella cittadina di Derry.. 
 

Libro quasi terminato, confermo che è una lettura molto veloce, sia per stile che per trama.
La questione femminista è centrale e argomento di ogni pagina, alcune riflessioni possono sembrarci scontate, altre meno.
Un punto interessante trovo sia la questione del cognome che si pretendeva la donna prendesse una volta sposata. È un argomento su cui mi capita spesso di confrontarmi perchè in Germania, dove vivo, è anche così. La Germania in fatto di parità di genere sta su molti fronti molto più avanti della Germania secondo me e questa del cognome la trovo sempre una cosa assurda. Ho molte amiche, quindi trentenni, per le quali è normale prendere il cognome del marito (creando sempre un sacco di problemi nelle aziende ovviamente, visto che indirizzi e-mail ecc devono essere cambiati), perchè nel momento in cui ci sposa si diventa una famiglia e quindi bisogna avere un cognome comune, un nome di famiglia. Peccato che questo per i 90% dei casi sia sempre quello dell'uomo, quindi non è un cognome comune, è la donna che entra nella famiglia di lui, per lui non cambia niente. Vabeh..

Una cosa del libro che mi urta e che non capisco se si ha fatto apposta è l'articolo davanti ai nomi delle donne, tipo per Elizabeth sempre "la Zott". Premettendo che sono consapevole che purtroppo sia ancora molto diffuso farlo, in realtà lo è principalmente nei discorsi diretti, nelle parti narrate stona tantissimo: e per di più in un libro sul femminismo! Quindi non so se sia una scelta voluta della traduttrice, essendo il libro anche così recente e quindi essendo una forma che ormai è risaputo che deve essere evitata.

Ho finito il libro alcuni giorni fa. Concordo con bibbagood che è una lettura molto scorrevole, sia per il linguaggio che per il numero di pagine (quasi 400 nella mia edizione, ma con la scrittura grande).

Il mio verdetto è positivo. Confesso che ero un pochino scettica all'inizio, perché sospettavo fosse una storiella leggera di pseudo-femminismo, invece mi ha sorpreso per la sua profondità. I temi trattati sono diversi, non solo quello principale della differenza di genere, ma anche il pregiudizio in diverse forme, la maternità, la monogenitorialità, il matrimonio infelice... Mi è piaciuto in particolare l'elemento del cibo, perché amo cucinare e il modo in cui è stato affrontato nel libro mi ha fatto capire quanto la cucina abbia davvero a che fare con la chimica, cosa a cui non prestiamo molta attenzione nella vita di tutti i giorni.

Ho trovato i personaggi tutti ben caratterizzati, ognuno aveva il suo posto nella storia, molto simpatica l'idea del cane che pensa come un umano. Ho apprezzato anche l'umorismo, che secondo me ha contribuito ad alleggerire una storia che a volte può sembrare un po' pesante. Mi è piaciuta anche la parte del mistero sul passato di Calvin, peccato però per il finale che secondo me è stato chiuso troppo in fretta, ci sarebbe dovuto essere almeno un epilogo.

Ho letto il libro in lingua originale, quindi il problema dell'articolo davanti al nome, di cui ha parlato la mia compagna di lettura, per fortuna non esiste. Anzi, consiglio a chiunque abbia una certa dimestichezza con l'inglese di leggere i libri in originale, perché alcuni elementi preziosi si perdono nella traduzione.

Per quanto riguarda la questione della donna che “adotta” il cognome del marito, anche mia madre in Svizzera viene interpellata con il cognome di mio padre, mentre qui in Italia può usare il suo, ovunque. In alcuni Stati degli USA una donna può mantenere il proprio cognome unito a quello del marito. Trovo comunque che sia una pratica obsoleta in tutti i casi.

Nel complesso, è stato un buon libro che consiglierei ad altri. Ringrazio bibbagood per averlo suggerito. Ovviamente sono disposta a discuterne di più.

L'elemento culinario è piaciuto molto anche a me nonostante invece odi cucinare e mi è abbastanza indifferente quel che mangio, ma Elizabeth è troppo forte ad affrontare la tematica della nutrizione con quella serità che sembra voglia fare ironia invece per lei è veramente un argomento fondamentale e da non sottovalutare, è una sorta di valore, di credo, un qualcosa di cui è fermamente convinta; e questa dedizione e fede son così forti da diventare coinvolgenti!
Come dici tu, in effetti le tematiche vanno anche oltre tutte le riflessioni sulle questioni di genere e rimanendo al programma televisivo mi ha colpito di come effettivamente la televisione possa essere (o forse fosse ) un mezzo per imparare, con cui raggiungere tutte quelle persone che per un motivo o per l'altro non avevano potuto studiare.

Un altro tema invece più inerente alla questione di genere e che ho segnato è quello inerente a come spesso son proprio le donne a non permettere che avvenga un cambiamento sociale di parità. Quando infatti viene licenziata perchè incinta, Elizabeth con il suo candore riflette su come sia possibile che Donatti, il suo capo, non sappia che anche gli uomini siano responsabili della procreazione ed è insofferente su quanto tempo le stiano facendo perdere con considerazioni stupide: "Adesso, tuttavia, era costretta lì con quei due giudici trionfi e privi di giudizio, autoproclamati custodi della morale, uno dei quali sembrava avere le idee poco chiare sul processo del concepimento, mentre l'altra gli dava spago perchè, come troppe donne, pensava che sminuire un'esponente del proprio sesso l'avrebbe in qualche modo elevata agli occhi dei suoi superiori maschi." Mi ci son ritrovata molto perchè più dei maschi che fanno battute sessiste ormai completamente fuori dal tempo mi viene uno sconforto totale quando sento donne dire che il femminismo è un'esagerazione, che son tutte donne frustrate e non realizzate e che la società va bene cosi com'è

Hai descritto bene il fenomeno di Elizabeth che con la sua cucina e le sue "pillole" di chimica ha appassionato molte donne a cucinare come si deve e addirittura a intraprendere (o riprendere) una carriera scientifica, proprio perché è riuscita a trattare l'argomento con così tanta passione da coinvolgere anche chi all'inizio non era interessato.

Peccato che oggi la TV trasmette quasi solo intrattenimento (spesso di qualità scadente) e pochi programmi veramente istruttivi. Mi ricorda un articolo che avevo letto tempo fa in cui uno storico del cibo dice che la cucina italiana come la conosciamo oggi, apprezzata e ammirata in tutto il mondo, è nata solo a partire dal Dopoguerra grazie al boom economico e alla televisione dove venivano non solo presentati i prodotti alimentari in vendita ai supermercati ormai sempre più diffusi, ma anche come cucinarli al meglio.

Anch'io rimango basita quando sento un'altra donna dire cose sessiste, contro sé stessa, quando invece le donne dovrebbero sempre rimanere unite e sostenersi a vicenda, come poi



Purtroppo però devo dire che come donna mi sono distanziata dal femminismo, perché ormai ha un connotato troppo negativo, soprattutto per colpa di quelle donne che lo sfruttano per arrogarsi diritti, come quello di essere maleducate, e mai i doveri, e per quelle che lo usano per maltrattare chiunque si metta contro il loro modo di vedere il mondo. Ho visto donne autoproclamate "vere femministe" denigrare e insultare altre donne che per loro scelta decidono di stare a casa a fare le casalinghe mentre il partner uomo lavora, quando il femminismo dovrebbe essere proprio questo: come donna essere libera di fare le proprie scelte, che sia quella di lavorare o stare a casa a badare ai figli, sposarsi, essere single…