Buongiorno a tutti,
grazie per il tempo che avete dedicato a leggere questo post.Vorrei avviare una discussione su Elegia Americana, il libro autobiografico scritto nel 2016 da JD Vance, oggi noto anche per il suo ruolo di Vicepresidente degli Stati Uniti. Da questo libro è stato tratto un film diretto da Ron Howard (che, personalmente, non ho visto). Ciò che mi ha colpito, una volta terminata la lettura, è la straordinaria dicotomia tra il Vance scrittore e il Vance politico.Nel libro, infatti, troviamo riflessioni importanti sulla condizione socio-economica dei bianchi americani. Un aspetto rilevante è che Vance non contrappone mai questa realtà a quella di neri o ispanici, ma la colloca sullo stesso piano per descrivere la povertà alimentare, educativa e sociale che colpisce alcune fasce dimenticate della società. L'autore sembra acquisire una consapevolezza profonda sulle cause di queste condizioni, non risparmiando critiche nei confronti di chi vi si rassegna senza cercare davvero di uscirne. Significativa è anche la parte finale, in cui si mostra favorevole a politiche democratiche in materia di sanità e assistenza sociale, pur sottolineando che, sebbene il governo possa fornire un aiuto iniziale, il vero cambiamento deve partire dagli individui stessi.Se avete letto il libro, forse anche voi avrete notato il forte contrasto con il Vance che vediamo oggi: un politico che, in più occasioni, ha assunto atteggiamenti provocatori, come quando ha ridicolizzato il presidente ucraino Zelensky in diretta televisiva o quando ha accusato gli europei di limitare la libertà di parola (un'affermazione che personalmente trovo discutibile, ma mi piacerebbe sentire il vostro parere). E poi c’è la questione dell'immigrazione: pur avendo nonni e una moglie non statunitensi, le sue posizioni sembrano molto distanti da quelle espresse nel libro.Mi piacerebbe sapere se anche voi avete notato queste discrepanze e cosa ne pensate.