Io l'ho letto l'anno scorso e mi è piaciuto moltissimo! Ho partecipato anche a un paio di gruppi di lettura al riguardo e il punto delle digressioni è sempre stato centrale e divisivo: per molti rappresenta un rallentamento inutile della storia da saltare a piè pari, per altri è invece il punto forte. Io mi ritrovo nel tuo giudizio, anche secondo me i vari approfondimenti sono ben legati alla narrazione e non appesantiscono la storia con inutili digressioni. Ricordo anche io la questione del placebo che avevo trovato iper interessante, sia per il lavoro di Elizabeth, sia se ti ricordi per la scena dei genitori che creano quella sorte di gruppo di sostegno (non ricordo bene) in cui si raccontano cose belle, ovvero cose che non hanno senso, ma finchè fai finta di crederci arrivi a crederci veramente e ti sembra che abbia tutto un significato. E sul lavoro di Elizabeth la questione etico-morale è molto affascinante: se infatti il placebo dà l'effetto voluto, ovvero stare meglio, perchè arrabbiarsi tanto? Però è ovvio che la cosa funziona finchè non lo si sa.
Interessante anche l'excursus sui social, mi ha ricordato tanto la puntata di Black Mirror in una delle prime stagioni sui Like e come i Like condizionano tutta la quotidianeità dei protagonisti. In alcune parti Nathan Hill sembra confermare alcune teorie complottistiche, però in linea di massima ho trovato quella parte ben fatta.
Comunque, excursus a parte, penso il libro sia costruito benissimo per descrivere la storia di una coppia normale, riesce a descrivere bene e in modo quasi avvincente l'essere una coppia come tante, con i primi tempi dove ti sembra di essere speciale, l'unica coppia a vivere una simbiosi e un'intesa simili, poi problemi del crescere e del tempo che passa, per poi rendersi conto che nonostante ci sembri di non credere più nella coppia, è in realtà l'unica cosa che conta e che ci sostiene, il resto passa in secondo piano. Parla di come si cambia inevitabilmente con il tempo, di come cambiano le nostre esigenze e i nostri sogni. Ho trovato bellissima la metafora della casa: rivolgono così tante energie in questa casa dei sogni, avendo reazioni anche un po'fuori di testa, ma perchè la casa rappresenta non solo le quattro mura, bensí la vita che vorrebbero avere, il tipo di relazione, e quindi vi si ripongono aspettative altissime.
Vengono descritti bene entrambi gli aspetti della coppia: lui, che non dà per scontato quello che ha, ma cosí facendo trasmette una sensazione di soffocamento, perchè é sempre tutto sopra le righe, non si sente la normalità di vivere una routine serena e appagante. Lei invece annoiata, che si chiede cosa potrebbe darle la vita di più, se ha la possibilità di avere di più, se forse é ancora in tempo per accettare che ha commesso uno sbaglio e darsi una seconda possibilità. Per poi accorgersi che noi siamo le scelte che facciamo, siamo le esperienze che quella scelta che crediamo sbagliata ci ha fatto vivere, e non solo non abbiamo la certezza che saremmo (stati) più felici se scegliamo una vita diversa, ma probabilmente non ci rispecchierebbe affatto.
Mi è piaciuto anche tanto il tema dell'urbanizzazione e di come al cambiamento delle loro vite, della loro personalità e della loro relazione, si affianca il cambiamento della città, come se la città cambiasse insieme a noi o noi cambiamo insieme a essa, oppure come una prova più tangibile di come cambiano le cose, visto che invece ci mettiamo molto di più a realizzare quanto siamo cambiati noi. É una cosa su cui mi soffermo spesso a pensare, su come alcune cose tipiche della vita in una città di qualche anno fa siano ormai impensabili e perdute per sempre.
Ho apprezzato anche come la storia singola di loro due e delle loro famiglie viene descritta, perchè rende evidente come nella coppia ci portiamo inevitabilmente appresso quello che siamo stati finora, ma possiamo anche decidere cosa farne di tutto ciò e di quanto peso le esperienze passate vogliamo che abbiano nella vita che decidiamo di costruirci.
Mi è piaciuta anche molto la riflessione sulle diverse discipline umanistiche e di come l'uomo é un animale completamente diverso se studia economia o psicologia.
Insomma, mi dispiace essermi dilungata ma come vedi il libro mi è piaciuto molto e dopo tanti mesi mi viene ancora di parlarne tanto
Il libro rientra nello stile postmodernista ma l'ho trovato di più semplice lettura rispetto ad altri simili. Nei gruppi di lettura lo abbiamo affiancato spesso a Franzen, soprattutto a "Le correzioni", ma quest'ultimo é secondo me molto più impegnativo.