Sono contenta che mia mamma è morta – Jennette McCurdy
Ho da poco finito di leggere il libro di Jennette McCurdy: giovane star di Nickelodeon celebre per aver recitato in serie tv per ragazzi come “Icarly” e “Sam & Cat”.
Durante la lettura sono rimasto colpito da alcune delle vicende raccontate dall’autrice, i punti che mi hanno maggiormente colpito sono i seguenti:
-  la crudeltà e l’avidità della madre di Net: la donna obbliga la figlia a intraprendere la carriera della recitazione, proiettando le sue aspirazioni sulla figlia. Sfruttandola e inducendola a soffrire di anoressia e bulimia;
- lo squallore che si nasconde dietro le serie per adolescenti: dalle offese verbali fino ad arrivare alle molestie vere e proprie contro bambini e ragazzi che molto spesso sono poco più che maggiorenni;
- la pessima dieta della società americana: tra le righe trapela anche una narrazione alquanto distorta della dieta americana in cui si esce per andare a mangiare al fast-food, i ristoranti sono una cosa da ricchi, quasi elitaria;
- un sistema sanitario catastrofico: nei primissimi capitoli viene in minima parte accennata la malattia del diabete di cui soffre il nonno della protagonista. La mamma di Net spiega alla figlia che il diabete una famiglia come la sua non se lo può permettere, andando a toccare per vie traverse uno dei grandi mali della società americana: la sanità privata.La scrittrice, con la scelta di narrare il racconto in prima persona, ci scaglia contro in modo diretto le angherie che dovette subire sin dalla tenera età.
Se ripenso al me bambino e al rapporto che avevo con quelle serie, ricordo vividamente il desiderio che quegli episodi potessero non finire mai.Era l’estate del lontano 2014: avevo 13 anni, l’esame di terza media era da poco finito e le vacanze si prospettavano lunghe e prive di compiti. Quella fantastica atmosfera era addolcita dai programmi che passavano sul canale 42. Proprio su K2 conobbi Net, o forse dovrei dire Sam.
In quella calda estate in cui la pubblicità passava instancabilmente accompagnata dalle note di “Summer” di Kelvin Harris, intervallando un cartone animato e l’altro. Non potevo immaginare che, quello che per me sarebbe divenuto uno dei migliori periodi della mia vita, veniva arricchito come tale proprio dalla recitazione di una ragazzina che in realtà soffriva infinitamente oltre oceano.Durante la lettura del libro si sono sfaldate tutte le certezze che, credo com’è normale che sia, frullano nella testa di un giovane ragazzino. Pian piano che mi addentravo nella vita di Net, riga dopo riga, capitolo dopo capitolo venivano meno quelle certezze, ci si rende conto di come la realtà alle volte sia più cruda e grigia di come la si idealizzi.Ecco le rivelazioni fondamentali che hanno fatto cadere le mie certezze:
1) persona e personaggio non coincidono, sono due figure distinte: Sam non esiste e frutto dell’idea di qualche sceneggiatore, la stessa McCurdy ha dichiarato di come trovasse pessime e umilianti le sue gags;
2) il vedere Net come una coetanea era in realtà solo una stortura, la nostra apparente vicinanza di età era data da un fisico bulimico sfiancato dai continui conati autoindotti. Quella che a me sembrava una coetanea di 15/16 anni era in realtà una 21enne gravemente malata;
3) il cast della serie è un gruppo riunito che si trova a lavorare per vendere un prodotto, non sono realmente amici, e anzi, molto probabilmente non nutrono nemmeno simpatie reciproche, non immagino quanto debba essere difficile scherzare, recitare e vedere tutti i giorni una persona che in realtà non ci piace;
4) bruciare le tappe ed entrare all’intero di un circuito recitativo giovanile, al contrario di quello che si possa pensare, non ti fa entrare prima nel mondo del cinema “adulto”, al contrario ti taglia le gambe relegandoti  ad avere ruoli minori in sitcom adolescenziali per tutto il resto della tua carriera. Ecco perché molti attori che vedevo da bambino su Boing o K2 non sono mai realmente sbocciati ed ecco anche perché molti di questi attori si debbano aggrappare ai reboot come unico punto d’appiglio per poter tornare in audience.Quella che viene narrata è la triste vicenda di una ragazzina che sin dalla tenera età è stata manipolata, indotta a scompensi alimentari e maltrattata da una madre che per prima non era riuscita a raggiungere il suo sogno e che dopo il cancro aveva deciso di proiettare e introiettare le sue aspettative sulla giovane figlia. Quella di Jennette è la storia di una ragazzina strappata alla propria infanzia, alla propria adolescenza che sola dopo la morte della madre è costretta a rimettere in sesto i frammenti di una vita che le è stata distrutta dalla donna a cui lei si riteneva più legata.Durante la fase mediale del libro, mi sono chiesto come mai la questione “Sam & Cat” non venisse mai affrontata e spolpata dal suo interno, a fine lettura, trovandomi a riflettere e a scrivere questa piccola riflessione, ritengo che “Net” abbia voluto spostare i riflettori dalla sua vita pubblica a quella privata.Net è come se ci dicesse: “ok, tu di me conosci questo, conosci il personaggio, conosci Sam; tramite questo libro ti spiego chi sono io, chi è la persona vera, chi è realmente Jennette”.
Con quest’opera credo che l’autrice volesse riscattare e valorizzare quegli anni di vita che le sono stati crudelmente sottratti.