Ho iniziato il libro e mi sta piacendo (Terzani non mi delude mai).
Per me è l'occasione per rivivere con un maggior dettaglio ed una maggiore maturità gli eventi dell'11 Settembre 2001, quando avevo 17 anni e non mi rendevo ancora bene conto delle implicazioni del devastante attentato alle Torri Gemelle.
La raccolta di lettere (la prima scritta da Terzani pochi giorni dopo l'attentato) è un inno alla non violenza e una risposta, in primis, ad Oriana Fallaci che, in seguito all'attentato, tramite le pagine del Corriere della Sera, come Terzani, si pronunciò in merito ai fatti ma con toni diametralmente opposti a quelli del giornalista toscano.
Infatti, mentre Terzani dopo anni passati all'estero come corrispondente di guerra, suggerì di cogliere l'opportunità per interrogarsi sui perché profondi e radicati di certe azioni, senza lasciarsi andare a facili inni alla guerra in risposta agli attentatori, la Fallaci, così come molti altri giornalisti e opinionisti del tempo, si schierò apertamente a fianco degli Stati Uniti suggerendo approcci drastici nei confronti dei colpevoli dell'attentato.
Mi viene da pensare che la risposta di Terzani all'evento sia stata una risposta di testa, mentre quella della Fallaci di pancia.
Non voglio colpevolizzare nessuna delle due (di fatto l'essere umano è governato sia dalla ragione che dalle emozioni), però adesso, a distanza di anni, quando la rabbia per ciò che è accaduto non può essere la stessa del 2001, possiamo provare a ragionare di testa e a comprendere la riflessione di Terzani.
"Tra le due rabbie esiste un legame. Il che non vuol dire confondere le vittime con i boia ma rendersi conto che se vogliamo capire il mondo in cui siamo lo dobbiamo fare nel suo insieme, non da un solo punto di vista".
Terzani ci fa riflettere sul fatto che non c'è mai stata una guerra che abbia dato fine a tutte le guerre e che rispondere alla violenza con ancor più violenza genera altra violenza, ancora più terribile. Dice anche che se crediamo veramente nella santità della vita, dobbiamo accettare la santità di tutte le vite. Non ci sono vite di serie A e vite di serie B. Terzani chiede e fa riflettere su che differenza ci sia tra i bambini morti nell'attentato dell'11 Settembre e quelli morti nei successivi attacchi USA a Kabul. Le stragi di civili fatte nell'attacco al World Trade Center, così come quelle occorse in seguito all'invasione dell'Afghanistan da parte degli USA, come anche il disastro chimico della Union Carbide in India negli anni 50, hanno tutte una cosa in comune: vite spezzate, soprattutto quelle di civili innocenti.
Terzani suggerisce dunque di studiare approcci che consentano di eliminare il terrorismo eliminando le ragioni per cui nascono i terroristi. Eliminare i terroristi non è la soluzione perché ce ne saranno sempre altri se non si eradicano tali ragioni.
Le lettere successive, i luoghi che ha visitato, le persone con cui ha parlato in medio oriente, fanno capire quanto siano profondamente diverse le culture che si scontrano ancora oggi e come ciò renda difficile il dialogo e la definizione di una soluzione, ammesso che una soluzione si voglia veramente trovare... soprattutto quando ci sono interessi economici in ballo... continuo la lettura.
«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain