Ho letto questo libro per l’argomento dell’anno. Solitamente la parola donna si collega a eventi dolorosi ed è inutile chiudere gli occhi su eventi reali e far finta di nulla. Conoscere ciò che sono costrette a vivere e capire che non tutto è come sembra, si augura che serva a sconfiggere questi mali.
La scrittrice ha iniziato a scrivere Le figlie perdute della Cina il 2 febbraio del 2008 in Australia e il 7 dello stesso mese era il capodanno cinese. Oltre un centinaio di famiglie, con bambine cinesi adottate, vi parteciparono. Questa visione creò sentimenti opposti e confusi alla scrittrice. Nel libro si esprime così “Quelle bambine erano davvero figlie della Cina? Sì, penso che lo fossero. Come dicevano gli antichi: quando le arance del Sud vengono trapiantate al Nord continuano a essere arance, anche se hanno un sapore leggermente diverso. Credo che pur essendo cresciute in un paese e in una cultura stranieri, il sangue delle loro madri cinesi continui a scorrere nelle loro vene."
L’autrice è riuscita a raccogliere testimonianze e a trasferire il dolore viscerale che provano queste donne a “sistemare queste bambine”. Così scopri che in Cina, oltre alla legge del figlio unico, la tradizione cinese vuole che il primo figlio sia un maschio, così da portare avanti la stirpe e far riposare in pace gli antenati. Scopri anche che la gente di campagna non vuole in nessun modo una figlia femmina anche perché lo stato non ti dà la terra per una figlia, quindi più femmine hai meno terra e cibo hai. Questi alcuni motivi. Con queste storie la scrittrice vuole anche aiutare a comprende a tutte quelle bimbe cinesi adottate nel mondo a capire cosa hanno sofferto le loro madri.
Testimonianze crude e agghiaccianti e capisci che c’è poco da giudicare quando sei circondato solo da questa visione del mondo. Uno tra i tanti racconti agghiaccianti che mi ha segnato, è stato vissuto dalla scrittrice. Su un treno incontro un uomo, parlano, poi va via e torna con una bimba di un anno e mezzo, le dice che è sua figlia. Si salutano è la loro fermata. Quando parte il treno vede la bimba li alla stazione ma poi incontra il padre sul treno…così scopre che se l’uomo con la moglie non avranno un figlio maschio entro dieci anni, ne erano già passati 9 se non sbaglio, non avrebbe ricevuto nulla dalla sua famiglia. Quella bimba era la terza che veniva abbandonata perché la moglie era incinta per la quarta volta. Era la terza bambina abbandonata in una stazione…così una storie tra tante.
Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.