Erica ho trovato interessante anch'io questo cambio di "protagonisti" e quindi di pensieri, ti fa vivere al meglio la storia, illuminandoti su ciò che vivono e sentono i vari personaggi! Un'altra cosa che ho amato della scrittura dell'autrice è il modo di finire molti capitoli, veri pugni allo stomaco alle volte, semplici frasi, che riassumevano lo strazio, le varie emozioni e le paure vissute nel capitolo.
I sotto e fuggi interni di Lucy per me erano scontati ma i pensieri di Everard sono stati, in parte, una scoperta a volte agghiacciante. Come lui fosse convinto che Lucy fosse sempre in errore rendendolo così infelice, per poi ripeterle ad ogni occasione come lo facesse stare male, rinfacciandole mille volte, anche dopo aver fatto pace, l'accaduto che li aveva allontanati un attimo prima, senza mai dimenticare nulla.
Questo sentirsi ripetere costantemente il tuo errore ti fa marcire dentro, quegli attacchi continui che creano dentro un senso di colpa tanto da far credere a Lucy di essere lei
"morbosa".
Ci sono molti passaggi dove Lucy confronta il padre con Everard, preferendo quest'ultimo. Il padre persona colta, che amava ragionare e osservare le cose da più punti di vista insieme ai suoi amici e tentava di tirare a se la figlia, che essendo ancora ragazzina non riusciva spesso a seguirli. Everard è l'opposto, la sua idea è legge, e lei si meraviglia di capire spesso i suoi ragionamenti.
"Ma Lucy, che non l'aveva udito parlare di politica mai prima d'allora e aveva scoperto di capire ogni sua parola, lo ascoltava con la bocca aperta"
mentre dice del padre
"Aveva avvertito l'assenza del padre, che era solito in quelle occasioni prenderla per mano, quando la vedeva in difficoltà, e fermarsi un momento a spiegare e fermare gli altri mentre lei riprendeva respiro"
Il padre tentava di aprirle la mente infatti lei dice
"non aveva mai avuto un compagno di giochi. Aveva speso la sua vita costretta a tenere sotto pressione la mente: e non aveva mai saputo, finché Weimass non era comparso, quanto fosse delizioso rilassarsi".
Quindi Everard che apparentemente sembra più semplice alla sua comprensione, le toglierà quello che il padre ha tentato di darle nel crescerla. Lei di fatti si modella talmente tanto a lui da usare le sue stesse parole e idee, tanto che anche i conoscenti se ne accorgono.
Ovviamente chi tenta di far capire a Lucy che questo amore non è amore, ha l'effetto contrario di avvicinarla ancora di più al suo amato. Questa è una cosa che mi sono sempre chiesta, come aiutare chi si trova in questa situazione? Perché è così difficile capire e vedere dove ci si sta cacciando? Secondo voi è solo l'amore? Io avendo vissuto una situazione simile credo che non sia solo. Lucy non è veramente innamorata di Everard ha solo bisogno di lui e questo non è amore. Scopre in fretta che Everard non è "corretto" ma si obbliga a portare avanti la messa in scena per se stessa, per non restare sola, credendo di avere veramente bisogno di lui.
Ho odiato troppo le scene dove Everad riteneva corretto che la gente accettasse ciò che lui aveva già deciso senza prendere in considerazioni le idee altrui...cosa che avviene un po' troppo spesso, sfortunatamente.
Ricordo troppo bene quella sensazione di malessere provata da Lucy quando Everard si arrabbia per poi passare alla felicità in un attimo a causa di un suo sorriso, parola o bacio e a quei giorni infiniti di malessere, come il giorno del compleanno di Everard.
Terribile quello che la mente e il corpo vivono in queste situazioni estreme, che diciamo si è "costretti" a vivere troppo spesso, e anche molte volte al giorno. La stanchezza che Lucy prova, dove viene sottolineato in un litigio
"Sono stanca di litigare", non è solo un modo di dire ma una stanchezza fisica e mentale che non si vive con così facilità dopo essere uscita da queste situazioni definitivamente.
Lucy dovrà rassegnarsi alle menzogne che dovrà dirsi per andare avanti, una fra tante
"alla lunga, sarebbe stato molto più semplice e molto meno doloroso che stare a guardare Everard così crucciato"
Per quanto dici tu
Pier non è solo colpa della società, non può essere sempre questo. L'idea del possesso della donna c'è tutt'oggi e non c'è nulla da fare ma ci sono modi e modi di intendere questa forma di possessione e Everard lo intende in una maniera malata. Questa possessione che si mischia all'amore non ha nulla di naturale secondo me, ammazzare l'essere della persona che si ama non è amore, non può esserlo.
Per quanto riguarda la morte della moglie Vera lui è terribilmente, mostruosamente colpevole. Non ha fatto soffrire la moglie solo nell'attimo in cui ha perso la vita ma è stata uccisa ogni giorno, lentamente, per quindici anni. Immaginiamo la sofferenza, la paura, la stanchezza, lo stato continuo di tensione che Vera ha dovuto vivere per tutti quegli anni??
E Everard come ha dimenticato la moglie così in fretta? Che amore è questo?
E sul finale
Pier io l'ho vissuto diversamente da te...
E per risponde alla tua domanda delle donne d'oggi io sono dell'opinione che esisteranno sempre donne come Lucy e uomini come Everard e anche viceversa perché anche le donne, in maniera diversa degli uomini, possono tenere sotto scacco i proprio compagni. Questo vale per tutti!
Questo il mio breve pensiero su questa lettura