La prima guerra mondiale vista dagli occhi di una donna che l'ha vissuta: infermiera volontaria, non solo in patria ma anche all'estero vicino ai campi di battaglia, torna dalla guerra privata di ogni cosa...l'amore, l'amicizia, l'affetto fraterno. E cosa può fare se non sopravvivere sopportando il dolore e mantenendo vivo il ricordo di chi non c'è più?! Con una lucidità e sincerità disarmante Vera Brittain, con il suo libro, rende la voce anche al fratello musicista Edward, all'amato poeta Roland, agli amici dall'animo sensibile Victor e Geoffrey.
Oltre alle vite la guerra porta via con sé anche l'idealismo, quell'idealismo che spinge i giovani di belle speranze a combattere per la propria patria salvo scoprire tutto ad un tratto che non c'è nulla di reale per cui combattere e che gli uomini dall'altra parte della linea sono uguali a loro.
Molti gli stralci di lettere in cui troviamo una lunga attesa dell'inevitabile, della morte...quella morte che continua a tornare nei discorsi, un po' per prepararsi al peggio e un po' per scongiurarla.
Moltissimi i riferimenti letterari in questo libro e soprattutto moltissime poesie che colpiscono dritto al cuore e contrastano l'inaridimento dell'anima causato dalla guerra.
Oltre a tutto ciò c'è anche la battaglia personale e pubblica di una donna che pretende il posto che le spetta in una società che fa di tutto per mettere da parte le donne per poi sfruttarle nel momento del bisogno. Vera è una donna indipendente e combattiva e saprà rialzarsi dalle ceneri per portare avanti con ardore quello in cui crede.
Non esagero se dico che per me questo libro è uno dei più belli e toccanti letti negli ultimi anni. Non è un romanzo, è un'autobiografia che va letta con cura e riletta magari ancora nel corso degli anni per tutto ciò che ci si trova dentro.
In qualche modo mi tocca anche nel personale poiché parla del mio paese, Bassano del Grappa, e dell'altopiano di Asiago (a poca distanza) in cui perde la vita il suo unico fratello. Proprio l'estate appena passata ho fatto una sorta di pellegrinaggio a questo piccolo cimitero britannico di Granezza, sulla tomba di quel fratello così amato che Vera stessa ha fatto spargere le sue ceneri dopo la morte per rimanergli per sempre accanto. Un luogo pieno di verde e di silenzio, a poca distanza dai resti delle trincee in cui si spera che nessun uomo debba più perdere la vita.
E con questo suo "testamento" Vera cerca di farci comprendere che non c'è alcuna guerra per cui valga la pena perdere la vita, che bisogna imparare dal passato per non ripetere gli stessi errori.
Non posso dire nulla di più...leggetelo!!