Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone" di Cees Nooteboom

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31/10/2021 11:57 #55125 da guidocx84
Apro il topic per la lettura del percorso che abbiamo pianificato per novembre 

"Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone" di Cees Nooteboom, 128 pagine ( VERSIONE CARTACEA ; VERSIONE DIGITALE ).

Certi viaggi hanno l’obiettivo segreto di «estraniarti dalle tue origini», «scardinarti l’esistenza»: «soltanto allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato un altro», scrive Cees Nooteboom, infaticabile esploratore di culture, riguardo al paese che conserva per lui un fascino unico: il Giappone. Cerchi infiniti raccoglie i suoi testi più illuminanti su quarant’anni di viaggi attraverso i paesaggi, le architetture, la poesia e la storia del Sol Levante. Dalle metropoli avveniristiche di Tokyo e Osaka alle antiche città imperiali di Kyoto e Nara, dalle incisioni di Hokusai e Hiroshige al teatro kabuki, il rapimento mistico e intellettuale dei giardini zen, quella coesistenza intrecciata di buddhismo e shintoismo nei templi e nei riti millenari che scandiscono ancora il calendario nelle campagne. Viaggi accompagnati dalle pagine di Kawabata, Mishima, Tanizaki, ma soprattutto dalle Note del guanciale di Sei Shōnagon e dalla Storia di Genji di Murasaki Shikibu, il primo romanzo della storia, che ritrae il raffinamento estremo a cui giunse l’isolata corte di Heian nell’XI secolo. Con la sua capacità di cogliere le sfumature più sottili, accendere connessioni, stimolarci a vedere con altri occhi e a rapportare il particolare all’universale, Nooteboom ci immerge nell’esperienza della scoperta, della bellezza e della sfida che il Giappone continua a rappresentare per l’Occidente: possiamo arrivare a conoscere veramente una cultura così lontana da noi? Ma è proprio nel confronto con l’altro che il viaggio diventa una ricerca sul fondo comune della condizione umana, un pellegrinaggio interiore per interrogarsi su se stessi.

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31/10/2021 12:14 #55129 da Graziella
Ciao Guido, ho già acquistato "Cerchi infiniti" versione e book. Ora però non posso iniziarlo perchè sto leggendo il libro del mese, e come ben sai io leggo un libro alla volta, dall'inizio alla fine. Appena concluso il libro del mese di metterò a leggere questo viaggio in Giappone. Queste vostre scelte, tue e e della Margarethe mi sono molto piaciute. 
a poi.

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14/11/2021 16:50 - 14/11/2021 16:54 #55555 da guidocx84
Avevo buonissime sensazioni su questo libro, complice anche il paese protagonista dei racconti di viaggio di Cees Noteboom, il Giappone!
Ricordo che quando componemmo il percorso di letture con Greta pensai: "non vedo l'ora di leggere questo libro" e finalmente il momento è arrivato! 
Sono quasi al 40% della lettura e devo dire che le buone sensazioni sono più che confermate: questo libro è splendido!

L'autore, che avevamo già conosciuto a  marzo 2013 , scrive benissimo, non annoia mai e riesce a bilanciare bene il racconto di ciò che ha visto con quelle che sono state le sue emozioni scoprendo il paese del sol levante. In alcune di queste emozioni mi rispecchio totalmente. Infatti, il ricordo del mio viaggio in Giappone (2018) fortunatamente è ancora vivido in me e leggere questi racconti di viaggio mi sta consentendo di tornare un po' lì con la testa. Tokyo, Nikko, Osaka, Nara, Kyoto, sono solo alcuni dei luoghi che ho visitato e che tramite l'abile penna di Noteboom sto tornando a vivere.
La magia, la spiritualità, le persone, il cibo... più in generale la cultura giapponese: impossibile non restarne ammaliati! 
Lo dice uno che era molto scettico e che ha rimandato per anni quel viaggio. Il Giappone è tanto piccolo ma racchiude in sé un mondo sconfinato che noi occidentali non riusciremo mai a comprendere totalmente. L'autore stesso, a tal proposito, cita nel suo libro uno scritto di un giornalista americano (Lafcadio Hearn), il quale scrive:

"Sul Giappone sono già stati scritti mille libri, ma a parte le pubblicazioni artistiche e le opere a carattere prettamente specialistico, non se ne contano più di venti realmente importanti. Questo deriva dall'inimmaginabile difficoltà di concepire e capire ciò che si trova sotto la superficie della vita giapponese. E per i prossimi cinquant'anni non potrà essere pubblicato alcun libro che racconti e spieghi del tutto quella vita e la società giapponese dall'interno e dall'esterno, dal punto di vista storico, sociologico, psicologico ed etico. L'argomento è così vasto e complesso che nemmeno una generazione di studiosi riuscirebbe ad esaurirlo, così ostico che il numero di studiosi disposti a dedicarvi il loro tempo sarà sempre esiguo."

Chi è stato in Giappone non potrà non ritrovarsi nelle parole di Noteboom quando, riferendosi al più antico tempio giapponese, scrive:

"Questo è il tempio più antico del Giappone, ma non provo alcuna emozione, o meglio, non per la sua antichità, è piuttosto la sacralità del luogo che sento dentro come un brivido".

Credo che con pochissime parole abbia rappresentato esattamente ciò che si prova visitando i templi giapponesi, buddisti o shintoisti, è indifferente.
Il concetto si estende a tutti i templi che ho visitato in Giappone. Sono tutti molto simili e non si caratterizzano, come le grandi cattedrali cristiane, per la loro sfarzosità o per la complessità e ricercatezza architettonica o per i tesori, i dipinti, le statue, le tombe o le reliquie che racchiudono.
Eppure quando li visiti provi un'emozione particolare, per me diversa da quella che ho provato entrando in grandi chiese cristiane come la cattedrale di York, San Pietro a Roma o Notre-Dame a Parigi.
Il senso di sacralità di cui parla Noteboom è quasi più "puro" perché non è condizionato da elementi esterni. Non so se mi sono spiegato.
Credo che questo dipenda anche dai giapponesi che frequentano i templi (oltre che dai templi stessi e dalla loro collocazione, spesso immersa nella natura). Guardare i loro rituali ti permette di entrare in armonia con il luogo. Purificazione delle mani, inchini, battiti di mani, le preghiere scritte sui fogliolini, ecc. A seconda della loro fede, i rituali cambiano ma non cambia il senso di spiritualità che si prova visitando i templi.

Il libro fornisce anche spunti di riflessione interessanti, ad esempio io ne ho colto uno leggendo l'estratto che riporto di seguito.
Mi ha fatto pensare a come sia cambiato il viaggio ed il nostro modo di viaggiare grazie alle moderne tecnologie.

Quello che faccio io non si può quasi più chiamare viaggiare, non si scopre più niente, si digita, controlla, smentisce e conferma, immagini e idee vengono confrontate con la "realtà", ciò che in ultima istanza vado a fare è vedere se il Giappone esiste davvero [...].

In effetti il mondo ormai è interamente conosciuto. Non intraprendiamo più viaggi di esplorazione e spesso, quando arriviamo in un luogo, ci siamo molto documentati prima di arrivarci. Portiamo con noi guide che ci indirizzano e ci supportano durante la visita ma effettivamente ciò che dice l'autore è vero: stiamo confrontando la realtà con quanto ci è stato raccontato. Il senso della scoperta è difficile da ricreare e quindi diventa ancora più importante secondo me l'aspetto emotivo del viaggio, quello che nessuno può raccontarti perché strettamente personale.

"Credo che uno possa restare a contemplare questo luogo per un minuto, un'ora o un giorno, certi per tutta la vita. Più mi attardo, più diventa indescrivibile la sensazione che provo a guardarlo - come se fossi risucchiato, come se mi librassi sopra il giardino, come se, fisicamente, io stesso entrassi a farne parte. Mi rendo conto che non me ne voglio andare, che mi giro, torno indietro, mi risiedo. E adesso, a distanza di così tanto tempo, di ritorno da altri paese e più lontani, o da qualche altro luogo nel tempo, mi ritrovo nella mia stanza con una cartolina ordinaria, infedele, un po' sbiadita, una foto scattata da un'angolazione sbagliata, e al di là della contraffazione e della lontananza senso ancora come quel giardino mi attiri dolcemente."


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Ultima Modifica 14/11/2021 16:54 da guidocx84.
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15/11/2021 13:09 - 15/11/2021 13:10 #55572 da Graziella
@ caro Guido, noto con piacere il fatto che hai aperto il topic. Ed sono basita dal fatto che hai letto già il 40% el libro. 
Penso all'importanza che hai sempre dato alla lettura del libro del mese, oggi sia venuta a mancarti. infatti niente Dostoevskij, troppo pesante, ma la lettura di viaggio si, molto leggera!
Purtroppo per il mese di novembre, non posso seguirti, visto che vai veloce, incredibile!

Ma ti prometto, che non appena avrò finito di leggere il libro del mese di novembre e di fare la moderatrice, leggerò anche io questo Cerchi infiniti. 
Per ora, dato il tuo lungo post sull'argomento, non posso leggerlo: ci vorrebbe almeno un'ora, che io non ho al momento.
Ti farai il viaggio da solo e con Margaretha. Sob!!!!!

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Ultima Modifica 15/11/2021 13:10 da Graziella.

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16/11/2021 22:22 #55590 da guidocx84

@ caro Guido, noto con piacere il fatto che hai aperto il topic. Ed sono basita dal fatto che hai letto già il 40% el libro. 
Penso all'importanza che hai sempre dato alla lettura del libro del mese, oggi sia venuta a mancarti. infatti niente Dostoevskij, troppo pesante, ma la lettura di viaggio si, molto leggera!
Purtroppo per il mese di novembre, non posso seguirti, visto che vai veloce, incredibile!

Ma ti prometto, che non appena avrò finito di leggere il libro del mese di novembre e di fare la moderatrice, leggerò anche io questo Cerchi infiniti. 
Per ora, dato il tuo lungo post sull'argomento, non posso leggerlo: ci vorrebbe almeno un'ora, che io non ho al momento.
Ti farai il viaggio da solo e con Margaretha. Sob!!!!!

Ehehe... D'altronde se vince un Libro del Mese da 600 pagine cosa ti aspetti? Io per leggere 600 pagine ho bisogno di almeno tre mesi! 

A parte gli scherzi, quest'anno l'avevo dichiarato sin dall'inizio che mi sarei preso una pausa dal Libro del Mese e che avrei seguito il percorso sulla letteratura di viaggio organizzato insieme a Greta (ho letto soltanto Uomini e topi tra i Libri del Mese perché era corto e scorrevole).
Anche perché è dal 2015 che propongo questo percorso di viaggio e finalmente il 2021 è stato il suo anno. Sarebbe stato il colmo se non lo avessi seguito   E sono contento di averlo fatto, dedicando il poco tempo che ho a disposizione per leggere a questo viaggio di viaggi 

Sarò comunque curioso di leggere i commenti di chi, come te, avrà magari in futuro tempo e modo di leggere questo libro.

Nello specifico sarei molto curioso di capire in che misura questo libro "tocca" le persone che NON sono mai state in Giappone rispetto a chi invece ha avuto la fortuna di visitarlo (tra parentesi, non è mai troppo tardi! ).

Nel frattempo ho raggiunto la metà del libro e l'autore mi ha regalato un'altra splendida riflessione sul rapporto speciale che i giapponesi hanno con la natura.

Questo popolo ha un rapporto mistico con la natura, in nessun altro luogo è così evidente come nei giardini zen. Rispetto ai giardini di Versailles o, su scala più piccola, al Belvedere di Vienna, la differenza è lampante. Noi abbiamo trattato la natura come un nemico da reprimere, che dimostra la sua sottomissione come un reggimento pronto ad essere passato in rassegna, in una simmetria totale e così ordinata che balza subito all'occhio da un terrazzo: alberi potati, cespugli sagomati a schiera.
Qui invece la simmetria è una bestemmia, non fosse altro per il fatto che in natura non esiste. Qualcosa che di per sé è una forza, possiede un'anima, non può essere mutilata e costretta in forme geometriche; tutt'al più la si può intensificare imitandola su una scala molto ridotta. Allora le pietre diventano colline e montagne, la ghiaia rastrellata diventa un lago o un mare, un semplice ciuffo di trifoglio può diventare, come nell'antico palazzo imperiale di Heian (Kyoto), il simbolo che meglio rappresenta il ritmo eterno del cambiamento in natura. [...] Mentre noi "riempiamo" il giardino, un giapponese lo svuota, in modo da rendere visibile l'essenza delle cose. Il vuoto come arte.


Confrontare i nostri giardini con quelli giapponesi viene automatico perché la loro concezione di giardino è effettivamente molto diversa dalla nostra. Da un punto di vista puramente estetico, possono piacere entrambi gli approcci o se ne può preferire uno.
Se pensiamo al giardino all'italiana, notiamo che effettivamente è basato sui concetti di simmetria, di geometria. Trasmette una sensazione di dominio dell'uomo sulla natura. Suppongo che anche questo particolare modo di "costruire" giardini derivi dalla nostra storia, dalla nostra cultura, evidentemente molto diversa da quella giapponese anche su questo fronte.
Anche in questo caso però, secondo me non ha tanto senso parlare di quale dei due stili sia il migliore perché è una questione di gusto ma per esperienza diretta, posso provare a riflettere sulle diverse emozioni che mi suscita la visione di un bel giardino all'italiana rispetto a quelle provate visitando i giardini giapponesi. Mi riconduco al post precedente, dove confrontavo le grandi cattedrali cristiane con i templi giapponesi.
Da un lato, visitando le nostre cattedrali (così come alcuni dei più grandi giardini) si prova un senso di orgoglio, di maestosità, di potenza.
Quando visitai la cattedrale di York rimasi estasiato. Mia moglie mi beccò a toccare una colonna di pietra, quasi ad abbracciarla, come un grullo  Sentivo quasi fluire nel mio corpo la storia! Però la cosa strana è che pur essendo in una Chiesa, stranamente il senso di spiritualità, il senso mistico del luogo, non lo percepii. Cosa che invece percepii nei templi giapponesi in più occasioni (e non è una questione di fede perché sono cattolico, non buddista o shintoista)
Per i giardini vale esattamente lo stesso discorso secondo me. Mi vengono in mente i giardini della reggia di Caserta o il parco di Schönbrunn a Vienna: provai emozione per la maestosità, per le forme, per la geometria del luogo ma quasi non vidi la natura (nonostante ne fossi circondato), che passa in secondo piano rispetto all'esercizio stilistico ed architettonico con cui è stato realizzato il giardino/il parco.
I giardini giapponesi invece sono puri, semplici, scevri di ogni preziosismo e quindi paradossalmente ti portano provare emozioni diverse, secondo me più vicine al verso senso di natura e di legame con la madre Terra che è bello trovare in un giardino.




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17/11/2021 15:48 #55596 da Margarethe
Guido anche a me piacciono molto i giardini giapponesi, però mai avrei osato dire che ti avvicinano di più alla natura e che non vogliono domarla, anzi! La natura non è quella di un giardino giapponese o italiano: la natura non domata, penso ad esempio a una foresta vetusta, è caotica, disordinata,  soverchiante e rumorosa, molto diversa da ciò che i giapponesi creano.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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17/11/2021 18:44 #55597 da guidocx84

Margarethe post=55596Guido anche a me piacciono molto i giardini giapponesi, però mai avrei osato dire che ti avvicinano di più alla natura e che non vogliono domarla, anzi! La natura non è quella di un giardino giapponese o italiano: la natura non domata, penso ad esempio a una foresta vetusta, è caotica, disordinata,  soverchiante e rumorosa, molto diversa da ciò che i giapponesi creano.


Percezioni/emozioni diverse ci stanno. Ad ogni modo, se estendi il confronto ad una foresta incontaminata, sono d'accordo con te: è normale che ti metta in contatto con la natura più di un giardino che, indipendentemente dallo stile con cui è creato, è pur sempre creato dall'uomo 

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19/11/2021 22:42 #55616 da Graziella

Margarethe post=55596Guido anche a me piacciono molto i giardini giapponesi, però mai avrei osato dire che ti avvicinano di più alla natura e che non vogliono domarla, anzi! La natura non è quella di un giardino giapponese o italiano: la natura non domata, penso ad esempio a una foresta vetusta, è caotica, disordinata,  soverchiante e rumorosa, molto diversa da ciò che i giapponesi creano.


Percezioni/emozioni diverse ci stanno. Ad ogni modo, se estendi il confronto ad una foresta incontaminata, sono d'accordo con te: è normale che ti metta in contatto con la natura più di un giardino che, indipendentemente dallo stile con cui è creato, è pur sempre creato dall'uomo 
Guido, guarda che nonostante le 600 pagine, ieri ho iniziato a leggere le prime pagine dei Cerchi. Non posso lasciare nessun commento perché le pagine lette sono veramente poche. Però mi hanno impressionato. I giappi mi impressionano sempre. Poi quando arrivo a dove sei tu, perchè ci arrivo fra poco, nonostante del 600 pagine dell'Adolescente, ti so dire cosa ne penso. 
Ho una voglia matta di prenderti un po' in giro, ma non mi viene nulla di carino. Quindi baci e abbracci.

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28/11/2021 15:54 #55714 da Graziella
Allora come già detto, finite le 600 pagine del libro del mese, e postato commenti come ho potuto, sto andando avanti a leggere "Cerchi infiniti"
Caro Guido, mi stupisci sempre di più, hai messo in piedi, aiutato,  delle bellissime opere dedicate ai viaggi. Anche questa è molto interessante. Anche i tuoi commenti, e lo stato di avanzamento di questo libro di stupisce, se penso che quando di chiamavo Miriam ti avevo giudicato uno da "I tre moschettieri e Co" e Alessandro Dumas uno dei più grandi scrittori del novecento. Beh, ti avevo giudicato male e lo dimostra il fatto che quando ti intessa davvero qualcosa, leggi molte più pagine di quanto dichiari e posti dei bellissimi commenti. 
Grazie ancora una volta per avermi fatto riscoprire la letteratura di viaggi. Baci
Grazie anche del bel rapporto che hai saputo creare anche con una brontolona come me.

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02/12/2021 00:23 #55828 da guidocx84
Ho terminato qualche giorno fa la lettura del libro di Nooteboom e devo dire che la prima parte, quella in cui lui è entusiasta e scopre per la prima volta il Giappone, mi è piaciuta di più. Sarà perché l'effetto del primo incontro con il Giappone, come dicevo nei precedenti post, per me è stato analogo e quindi mi sono riconosciuto maggiormente nelle parole dell'autore.

Anche la seconda parte del libro è piacevole, soprattutto per i molti riferimenti alla letteratura giapponese, un modo per l'autore di approfondire continuamente la conoscenza con un Paese che letteralmente lo ha conquistato ma del quale lui stesso fatica a comprendere le dinamiche (aspetto sempre più evidente ad ogni viaggio).

Molto bella anche la postfazione di Giorgio Amitrano, il degno riassunto dell'esperienza di Nooteboom condensata in questo piccolo libro del quale sicuramente consiglio la lettura 

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Avatar di Mrosaria Mrosaria - 31/12/2025 - 17:19

Ciao a tutti, mi sono iscritta per provare un'esperienza di lettura condivisa. Buon anno insieme!

Avatar di Panadia Panadia - 30/12/2025 - 23:45

Ciao a tutti,Sono una lettrice non molto assidua, mi sono appena iscritta con l' intento di farmi ispirare da voi dai vostri consigli.

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Scusatemi ieri ho sbagliato ed addirittura confuso il giorno l'incontro era il 28 e non il 29. Quindi vorrei prepararmi per il prossimo mi dite dove posso trovare le informazioni, grazie.

Avatar di callmeesara callmeesara - 25/12/2025 - 22:13

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Ciao Stefania, certo che può esserle d'aiuto. Qua leggiamo e scriviamo, ci confrontiamo e col tempo ci apriamo. La lettura diventa strumento di condivisione e crescita. Vi aspettiamo ;)

Avatar di Cerry Cerry - 18/12/2025 - 00:20

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