Pubblicato per la prima volta nel 1900, Lord Jim consacra Conrad come uno dei piu grandi narratori del XX secolo. Ambientato nell’arcipelago malese, il romanzo è un toccante resoconto di romanticismo e vita marittima, nonché un esotico racconto dell’Est. I temi trattati mettono in discussione le convenzioni sul racconto d’avventura del XIX secolo, confermando il ruolo di Conrad come modernizzatore della narrativa inglese.
Lord Jim esplora i dilemmi della coscienza, dell’isolamento morale, della lealtà, del tradimento cui si trova di fronte un individuo sensibile la cui ricerca romantica di un ideale onorevole sono messi alla prova fino al limite estremo. In questo romanzo, Conrad prende spunto sia dal suo background di emigrato polacco, sia dalla sua esperienza diretta come uomo di mare per presentare in modo radicale la fragilità e il dubbio umani nel mondo moderno.
(Dalla quarta di copertina del libro)
Sono alle battute finali di questo bel romanzo in cui l'impressione è che Conrad abbia messo il cuore. Ho la sensazione di essere di fronte a un uomo che nella sua scrittura è mosso da valori profondi, maturati nel corso di vicende in cui ha potuto toccare con mano ciò di cui racconta sotto forma di finzione.
«Mi colpì il fatto che sono quelli come lui a formare il grande esercito degli sbandati e dei vagabondi, un esercito in marcia, in marcia verso i bassifondi della terra. Non appena avesse lasciato la mia camera, quel “piccolo rifugio”, anche lui sarebbe entrato fra le sue file e avrebbe cominciato il viaggio verso il baratro senza fondo. Io, almeno, non mi facevo illusioni; eppure io stesso, che qualche momento prima ero stato così sicuro della forza delle parole, ora avevo timore a parlare, proprio come chi non osa muoversi per paura di perdere il precario appiglio a cui si è aggrappato. È quando cerchiamo di capire le intime esigenze di un uomo che intuiamo quanto siano incomprensibili, incerte e nebulose le creature con le quali condividiamo la vista delle stelle e il calore del sole. È come se la solitudine fosse l’ardua e assoluta condizione dell’esistenza; l’involucro di carne e sangue su cui sono fissati i nostri occhi si scioglie davanti alla mano tesa, e rimane solo lo spirito capriccioso, inconsolabile e sfuggente che nessun occhio può seguire, che nessuna mano può afferrare. Era la paura di perderlo che mi faceva tacere, perché fui assalito dal terrore, improvviso e violento, che se lo avessi lasciato scivolare nell’oscurità non me lo sarei mai perdonato.
"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"
Carlos Ruiz Zafon