E' un giallo ambientato a Tokyo fra gli innumerevoli mezzi di trasporto: treni, aerei e traghetti. Due corpi apparentemente di due giovani suicidi vengono trovati morti sulla spiaggia.Il caso potrebbe essere archiviato se non fosse per la tenacia di un giovane ispettore supportato dal suo capo e dall'aiuto di un suo più grande collega. Con tenacia verrà a scoprire la verità. A me è piaciuto e a voi? Ines

A me ispita da un bel po' e ne ho sentito parlare bene, ma poi ogni volta rimando scoraggiata dal rapport prezzo-corposità del libro Chissà, magari prima o poi la mia tirchiaggine gli darà una possibilità

Ciao. Hi scoperto di recente questo autore e ne ho letto Tokyo Express e la Ragazza del Kiushu. In merito a Tokio Express per apprezzarlo credo che vada contrstualizzato nel tempo(è de 1958) e nel luogo (Giappone). Ero incuriosita dalla lettura di un giallo, classico giapponese. La scrittura sembra molto semplice, ma questo può esser legato alla traduzione. La storia in sè mi è piaciuta. Fa sorridere pensare a quanto impegievano i treni a muoversi ai tempi considerati gli odierni treni proiettile giapponesi. Non un giallo indimenticabile, ma carino. Ciao. 

Sono più o meno al 40% della lettura.
Come detto dal commento che mi precede la scrittura è molto semplice, il che rende la lettura molto scorrevole. Al momento si tratta di un giallo accattivante, forse mi aspettavo qualcosa di diverso ma sembra una lettura piacevole.
Di certo il libro è fedele alle sue premesse che volevano gli orari giocare una importanza cruciale! In alcuni momenti, infatti, mi sono quasi persa a fare combaciare i pezzi del puzzle ma gli schemi grafici aiutano a orientarsi.
Altro elemento che mi sta piacendo è la fluidità con cui la narrazione si muove da un punto di vista all'altro. E' come se il cambio di voce narrante avvenisse in maniera naturale.
Sono molto curiosa di scoprire il prosieguo, lascio una teoria

Sono arrivata a metà e anche per me si sta rivelando una lettura piacevole!
Non so bene cosa mi aspettassi, ho già letto libri giapponesi, ma tutti sul filone più onirico, filosofico, legato a raccontare l'anima e le tradizione di quel paese. Quindi mi sta piacevolmente sorprendendo leggere un genere completamento diverso, molto più simile e vicino per narrazione alla nostra letteratura, ma con ambientazione completamente diversa! Adelphi parla di Matsumoto come "il Simenon giapponese" e se all'inizio mi trovavo perfettamente d'accordo (oltre al genere in sè, Simenon anche aveva una brutta fissa coi treni  ), ma andando avanti, quando le indagini si spostano a Tokyio, direi che il libro non è nè un giallo nè men che mai un noir (principale stile del Simenon non-Maigret), bensì un vero e proprio poliziesco, con l'agente che fa interrogatori e prende appunti!
Lo stile a volte mi sembra un po' troppo semplice, con dialoghi un po' banali (soprattutto tra Mihara e il commissario, in cui spessisimo perdono tempo a confermare la frase detta dall'altro  ), e mi chiedo se un po' abbia a che fare con la pubblicazione del libro: è del 1958, quindi molto più vecchio di autori che ho letto finora e quindi ci sta che sia uno stile ben diverso; nel 2018 Adelphi ne ha curato una nuova traduzione, dopo che l'edizione mondadori del '71 era ormai fuori catalogo. Quindi non so, forse la traduzione avrebbe bisogno di una ulteriore rivisitazione o in generale l'editoria italiana dovrebbe aprirsi un po' di più alla letteratura giapponese oltre Murakami (dopo Finchè il caffè è caldo, che abbiamo scoperto esser tradotto non dall'originale, questo mi sembraun altro esempio).

Trovo molto utile la cartina del Giappone a fine libro, conosco molto poc il paese e mi piace seguire con la carta in mano i vari spostamenti di cui si parla!

Riguardo alla supposizione di cate-chan:

Mi manca poco per finirlo e sono un po' indecisa su quanto effettivamente mi piaccia. Purtroppo la narrazione la trovo in molti punti scontata, tutte queste illuminazioni dell' ispettore sono secondo me anni luce da Miss Marple, Poirot e via dicendo, son cosa abbastanza ovvie, che lo risultano ancora di più a causa di tutta l'enfasi che si dà loro  .
Ad esempio la trovata degli aerei l'ho trovata tanto scontata che ho pensato "oddio no, come può esser cosi banale?", per non parlare delle grandi illuminazioni che forse Yasuda ha viaggiato sotto falsa identità o forse no. 
Mhm non saprei, forse nella letteratura giapponese non c'era fino agli anni '50 una tradizione di letteratura gialla-poliziesca-noir come invece da noi in Europa?
Una cosa ai miei ingenua ad esempio è


L'aspetto positivo è che sicuramente la lettura è scorrevolissima e a me prende molto, visto che passa da ovvietà a ovvietà e tutto si rivela non avere senso, son curiosa come adesso nelle ultime pagine possa districarsi il tutto.

L'aspetto positivo è che sicuramente la lettura è scorrevolissima e a me prende molto, visto che passa da ovvietà a ovvietà e tutto si rivela non avere senso, son curiosa come adesso nelle ultime pagine possa districarsi il tutto.

Concordo assolutamente sul passaggio da ovvietà a ovvietà !
Sono al 77% e la lettura continua ad essere molto scorrevole anche se arrivata alla parte dei centomila orari dei treni e Marimo mi stava venendo una sincope.
Iniziano a saltare fuori alcuni difetti della narrazione, come diceva Beatrice le scoperte sono tutte illuminazioni di questo poliziotto che sembra ogni 10 minuti rimanere fulminato sulla via di Damasco mentre fissa semafori, sta sul tram o va in bagno.
Magari trovare qualche altro espediente narrativo per trovare i collegamenti?! Perchè così, alla faccia del ragionamento deduttivo, sembra tutto un po' lasciato alla mercè del caso.
Questo ricorrere continuamente allo stesso escamotage per fare andare avanti la narrazione mi inizia ad annoiare, peraltro è del tutto assente qualsivoglia approfondimento psicologico dei protagonisti, in quanto sto trovando stile della narrazione molto sterile e freddo anche nei passaggi che potevano offrire qualche spunto in più (vedi il secondo ultimo spoiler di Beatrice).
Vedremo come concluderanno la storia, ma temo che ci sarà l'ennesima folgorante esplosione delle sinapsi del cervellino dell'ispettore che, mentre probabilmente fa la spesa, partorirà la soluzione dell'enigma.

Side note: ma quanto è adorabile il commissario super sostenitore dei viaggi e delle follie mentali del sottoposto?
 

Cate_chan post=55106
Side note: ma quanto è adorabile il commissario super sostenitore dei viaggi e delle follie mentali del sottoposto?

Sì, ma sembrano una di quelle coppie di poliziotti/carabinieri da barzelletta o commedia italiana, uno più tonto dell'altro e che si fomentano a vicenda 

Comunque, ho concluso la lettura e riguardo all'ultimo capitolo



Il libro ha comunque aiutato a coltivare il mio interesse per la letteratura giapponese, ma di per sè è stato una delusione.
 

Appena concluso... sinceramente non capisco la fama di questo libro.
Ho un po' approfondito la storia di Matsumoto, non a caso ho scoperto che è nato nella prefettura del Kyushu, una zona del Giappone che mi affascina moltissimo perché rappresenta ancora un'anima selvaggia e poco intaccata rispetto a zone come Tokyo o Osaka.
Altro elemento, che però non ho particolarmente apprezzato, è che questo stile estremamente realistico e quasi "chirurgico" sembra essere una sua precisa caratteristica che ha anche contribuito ad alimentarne la fama,  proprio perché molto distante dalla letteratura nipponica degli anni '50.
Sicuramente deve essere inquadrato nel suo tempo e, dato che si tratta di orari di treni/arei reali, lo scrittore è stato bravo a fare quadrare tutto ma per il resto non ci siamo proprio.


In conclusione, il libro ha molto deluso le mie aspettative. In libreria, sempre di Matsumoto ho "la ragazza del Kyushu" ma, a questo punto, credo che ne posporrò la lettura pur mantenendo la speranza di ricredermi su questo celebrato autore.

Ho letto il libro, che è stato il libro del mese di marzo dei Letturati, e concordo con Caterina e Beatrice (incredibile per entrambe ). Per me un libro imbarazzante, banale, interamente incentrato su un meccanismo logico che, da una parte, non lascia spazio ad approfondimenti psicologici, sociali culturali, dall'altra non consente neanche più di tanto al lettore di ipotizzare chi è l'assassino ecc., come dovrebbe accadere in un giallo.
Come ho magistralmente osservato durante l'incontro del gruppo di lettura, una qualsiasi puntata del Detective Conan è di molto superiore al libro.