Ciao a tutti.
Tempo fa frequentavo una libreria che per ogni tot euro spesi, mi regalava un libro "da banco". Per lo più robaccia rimasta invenduta e incelofanata per anni e che non attirandomi per nulla è sempre rimasta in un angolino buio e triste della mia libreria.
Qualche settimana fa, non avendo nulla da leggere, ho preso uno di questi libri e ho cercato di vincere la mia insofferenza verso il moderno e verso il poliziesco (doppia idiosincrasia quindi!) e mi sono ritrovato tra le mani "L'ottava confessione" di James Patterson, scrittore che non avevo mai sentito nominare ma che dalle brevi note sul retro di copertina scopro essere uno dei più prolifici e dei più venduti ("In America 1 libro su 15 venduti è di Patterson"... "solo l'anno scorso ha venduto 17 milioni di copie..." ecc).
Pieno di buone speranze inizio questa breve lettura che a quanto pare fa parte di un ciclo di polizieschi in rosa inventato dall'autore (le donne del club degli omicidi) nel quale tutte le protagoniste principali sono donne: la detective che inchioda l'assassino, il medico patologo che esegue le autopsie, il pubblico ministero che segue la parte legale e la giornalista dalla cui inchiesta parte il tutto.
Vorrei sapere se qualcuno ha letto qualcuno dei suoi romanzi e cosa ne pensa perchè nonostante la brevità del libro, ho impiegato quasi un mese per riuscire a finirlo e più volte l'ho letteralmente lanciato dal letto contro il muro.
Al di là del fatto che già nelle prime pagine svela chi sia l'assassina (una donna ovviamente) privandoti quindi anche del piacere di fare congetture, l'ho trovato di una banalità e di una pochezza disarmanti. Oltre agli stereotipi di cui è pieno (la protagonista principale, la detective è alta 1.80, bionda e con la quarta di seno, il suo compagno è un agente dei servizi segreti che combatte il terrorismo in giro per il mondo ecc), il modo in cui si immedesima nei personaggi femminili è raccapricciante. Tutto il libro è pieno di espressioni tipo "Appoggiai i piedi sulla scrivania e ruttai sonoramente", "Chiesi un'altra birra e addentai la mia bistecca" e altre espressioni simili che non giustificherei nemmeno se la protagonista fosse stata presentata come icona lgbt, figuriamoci in una donna "normale" presentata come femminile e con diversi flirt all'attivo.
Mi chiedo se è davvero così che gli uomini impersonano le donne.
Vi sottopongo questo breve estratto:
Commenti?
Al di là dei buchi spazio-temporali, mentre lei se ne va lui resta lì a mangiare? Il libro è tutto un susseguirsi di scene simili e banali.
L'aspetto positivo è che i capitoli sono davvero brevi: da mezza pagina a massimo una pagina e mezzo (e in alcuni casi sono quasi convinto abbia scritto più grande per riempire prima la pagina!

).... ma quello che mi chiedo è: davvero sto tipo ha venduto 17 milioni di copie con sta ciofeca? A sto punto la cosa tragica non è quanto abbia venduto, ma che 17 milioni di persone l'abbiano comprato....
Mah