Sabato, 06 Settembre 2025

"Il visconte dimezzato" di Italo Calvino

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28/03/2024 08:49 #66634 da mulaky
"Il visconte dimezzato" di Italo Calvino è stato creato da mulaky
Intorno al 7 aprile, io, Paola e Mariateresa leggeremo il primo romanzo della trilogia "I nostri antenati" di Italo Calvino, cioè Il visconte dimezzato. L'idea è di leggerli tutti, ma intanto abbiamo una data solo per il primo. Se qualcuno volesse aggiungersi, ovviamente può farlo! Qui il libro su IBS.

SINOSSI
«Nella guerra tra Austria e Turchia del 1716, il visconte Medardo di Terralba viene colpito da una cannonata turca in pieno petto e torna a casa dimezzato. Questo truculento inizio dà l'avvio a una fiaba cadenzata come un balletto, nella quale attorno al mezzo-visconte si muovono e s'affannano sudditi più dimezzati di lui: il dottor Trelawney la cui scienza trascura gli esseri umani, il carpentiere Pietrocchiodo che costruisce mirabili ordigni cercando di non pensare che sono forche, l'astratto moralismo dei profughi ugonotti, il decadente edonismo del lazzaretto dei lebbrosi. È una fantasia paga del fuoco di fila delle sue trovate, questa di Calvino, o una pensosa allegoria della condizione dell'uomo contemporaneo sempre "alienato", mutilato, impossibilitato a raggiungere l'integrità, la completezza?»


Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
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08/04/2024 07:45 #66781 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Ho letto i primi 3 capitoli e come molte delle opere di Calvino che ho letto non riesco a capirci granché, avrò bisogno delle vostre riflessioni e commenti per entrare un po nella storia! 
Alla fine del capitolo 2 ci ho visto una critica verso i medici, annoiati dal loro lavoro e quindi affascinati da casi strani, tanto da far trascurare loro casi semplici, facendoli diventare gravi. 

Riguardo al visconte, sicuramente sta vivendo una crisi e vediamo un po cOme si comporterà,però non me lo riesco a immaginare con un bastone! Pende così ancora di più su un lato! 
E poi devo ammettere che io ho sempre pensato che il visconte dimezzato fosse a metà sopra-sotto, ma in effetti cosi ha decisamente più senso 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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08/04/2024 11:12 #66783 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Inizierò la lettura presumibilmente nello stacco del pomeriggio, tutt'al più stasera - comunque in giornata per stare al passo con voi 
Per il momento non so che aspettarmi. La trama mi rimanda all'unico libro che ho letto di Calvino, "Il sentiero dei nidi di ragno", in cui vi erano moltissimi sottotesti politici che non sono riuscita a cogliere a pieno (la storia è un mio limite purtroppo ahahaha). 
Mi affiderò ai vostri commenti, magari più sapienti, su eventuali richiami socio-politici presenti nel libro. Nel mentre vi dirò le mie impressioni se trovo qualcosa di interessante sulle caratterizzazioni dei personaggi! 
Si vaaaaaa!   

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08/04/2024 12:13 #66785 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Ho letto solo i primi due capitoli e non credo che ci sia molto contesto storico. Sto leggiucchiando la nota del 1960 che Calvino scrisse per la trilogia, vi cito la parte che riguarda Il visconte dimezzato:

«Non avevo nessun proposito di sostenere una poetica piuttosto che un'altra né alcuna intenzione d'allegoria moralistica o, meno che mai, politica in senso stretto. Certo risentivo, pur senza rendermene ben conto, dell’atmosfera di quegli anni. Eravamo nel cuore della guerra fredda, nell'aria era una tensione, un dilaniamento sordo, che non si manifestavano in immagini visibili ma dominavano i nostri animi. Ed ecco che scrivendo una storia completamente fantastica, mi trovavo senza accorgermene a esprimere non solo la sofferenza di quel particolare momento ma anche la spinta a uscirne; cioè non accettavo passivamente la realtà negativa ma riuscivo a riimmettervi il movimento, la spacconeria, la crudezza, l’economia di stile, l’ottimismo spietato che erano stati della letteratura della Resistenza.
[...]
Dunque, da un po' di tempo penavo a un uomo tagliato in due per lungo, e che ognuna delle due parti andava per conto suo. La storia di un soldato, in una guerra moderna? Ma la solita satira espressionista era fritta e rifritta: meglio una guerra dei tempi andati, i Turchi, un colpo di scimitarra, no: meglio un colpo di cannone, così si sarebbe creduto che una metà era andata distrutta, invece poi saltava fuori. Allora i Turchi col cannone? Sì, le guerra austro-turche, fine Seicento, principe Eugenio, ma tutto lasciato un po' nel vago, il romanzo storico non m'interessava (ancora).»

Il resto non lo cito perché parla dei temi di questo romanzo e il suo significato, ci pensiamo dopo!
 

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08/04/2024 18:23 #66789 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Anche io ho letto "Il sentiero dei nidi di ragno" che però rispetto ad altre opere mi è risultato più lineare, un romanzo più classico con una storia, mentre gli altri libri che ho letto sono più simili a questo, la trama in sè non conta, ce ne è poca, ruota tutto intorno alla simbologia, e lo trovo molto più difficile.

Comunque, nel capitolo IV emerge forse uno dei temi principali, forse in parte ciò a cui si riferisce anche la parte citata da Giorgia

Attenzione: Spoiler!

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08/04/2024 19:02 - 08/04/2024 19:04 #66791 da Desdemona15
Risposta da Desdemona15 al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Buonasera a tutti!

Dunque, ci tengo ad iniziare questo intervento dicendo che quest'opera ha allietato un viaggio in aereo andata e ritorno Catania-Napoli (durante le vacanze di Pasqua) ed è stata una lettura molto interessante e divertente.
Il protagonista di quest'opera è il visconte Medardo di Terralba, un giovane cavaliere che rimane brutalmente mutilato nella guerra contro i turchi. In realtà, si tratta di una mutilazione sia fisica che spirituale perché non solo il corpo di Medardo viene diviso a metà, ma anche la sua personalità risulta stranamente compromessa giacché le due metà del suo corpo hanno una personalità scissa, contraddistinte una da una terribile malvagità (il Gramo) e l'altra da un innocente candore (il Buono). Entrambe le parti del visconte torneranno a casa e porteranno scompiglio fra la gente di Terralba a cominciare dal narratore, un nipote naturale del visconte di cui non si conosce il nome, il quale deve destreggiarsi fra uno zio che cerca di ucciderlo senza motivo e uno decisamente troppo buono e ingenuo che non riesce a badare a sé stesso.

L'opera ha l'obiettivo di far riflettere i ragazzi (che sono il target della trilogia degli "antenati" a cui appartiene il romanzo) sull'eterna lotta fra il bene e il male, la cui interpretazione è, secondo me, molto originale. Infatti, Calvino non parteggia completamente per la parte buona del protagonista ma fa riflettere sull'importanza dell'esistenza di entrambi i lati della personalità perché l'una non può esistere senza l'altra e l'una è utile all'altra. 

Infine, la conclusione di quest'opera è emblematica e supporta ciò che stato menzionato fino ad ora. Alla fine Medardo viene ricomposto e le due personalità tornano ad essere di nuovo una sola, ma l'uomo non sarà più come prima. In effetti, l'esperienza sia del Gramo che del Buono rendono il protagonista un uomo più consapevole e saggio.

Posso dire che questo romanzo mi è piaciuto molto perché la storia viene narrata sotto forma di fiaba, genere che amo sin dall'infanzia, e il tono ironico e scanzonato allietano la lettura. E' anche vero che, come ha evidenziato Giorgia, il contesto storico non è molto approfondito ma è io ritengo che un approfondimento storico non sarebbe stato funzionale alla vicenda, la quale non ha come obbiettivo quello di analizzare il periodo in cui è ambientata (come le guerre contro i turchi musulmani e le guerre di religione fra cattolici e protestanti).

Ora non vedo l'ora di passare al secondo libro, "Il barone rampante", sul quale nutro molte aspettative dato che in genere viene considerato il migliore fra i tre

A presto

Mariateresa
Ultima Modifica 08/04/2024 19:04 da Desdemona15.
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09/04/2024 11:26 #66801 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino

bibbagood post=66789 userid=1044Anche io ho letto "Il sentiero dei nidi di ragno" che però rispetto ad altre opere mi è risultato più lineare, un romanzo più classico con una storia, mentre gli altri libri che ho letto sono più simili a questo, la trama in sè non conta, ce ne è poca, ruota tutto intorno alla simbologia, e lo trovo molto più difficile.

Invece per me è il contrario, con "Il sentiero dei nidi di ragno" ho avuto paradossalmente più difficoltà perché anche se la trama era canonica aveva troppi messaggi e risvolti sociopolitici che mi hanno reso la lettura pedante. Ho finito per inerzia purtroppo   Però come ho detto è un mio limite. 
Invece con "Il visconte dimezzato" mi sto trovando molto meglio, perché come ha detto Desdemona ha l'impostazione della fiaba, e anche io la preferisco. 
Comunque posso dire di trovare inquietante il Medardo cattivo? Il fatto che agisca in modo imprevedibile mi turba  Però adoro la sensazione (non la provavo da un po', neanche con i libri horror), così come adoro le ambientazioni un po' goticheggianti adottate da Calvino (il castello, il cimitero, il villaggio dei lebbrosi). 
Mi sto proprio divertendo in questa lettura!    

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10/04/2024 13:03 #66815 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Sto procedendo lentissimamente con Calvino, ho beccato la settimana di esaurimento a lavoro non prevista
Comunque, ho appena finito di leggere il capitolo quarto e fino a ora tutti hanno capito di aver a che fare con la mezza parte cattiva del visconte... un tipino niente male, che va in giro a tagliuzzare a metà ogni cosa che incontra e a condannare sulla forca chiunque.
Il capitolo quinto, che ho appena iniziato, si apre parlando del dottor Trelawney... chiaramente un riferimento al cavalier Trelawney de L'isola del tesoro di zio Stevenson!
L'altro giorno avevo letto di sfuggita che i personaggi secondari sono stati dipinti volutamente in un certo modo dall'autore, ognuno rappresenta qualcosa. Appena ho due minuti per andare avanti nella storia e rifletterci su, vi farò sapere cosa ci vedo io
 

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10/04/2024 14:23 #66817 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Anche io sto procedendo lentamente, ho concluso il capitolo 7, ma mi sto piano piano immergendo nell'atmosfera da fiaba a cui accenna Serena Sui personaggi secondari di cui parli tu, giorgia, più vado avanti e più mi sembra che i lebbrosi abbiano un ruolo particolare riguardo ai possibili significati che la loro presenza può avere, ma ancora non saprei bene che forma dare a questa mia sensazione.
Alla fine del capitolo 5 ho trovato interessante come il Medardo cattivo racconta della sua esperienza di epifania nel momento in cui è diventato cattivo, le cose gli appaiono più chiare, mentre prima l'altra metà gli faceva vedere tutto come con un velo.

Nel capitolo 7
Attenzione: Spoiler!


Infine, alla fine del capitolo 6 mi ha colpito il riferimento al fatto che la gamba mancante ha cominciato a fargli male. Appena letta quella parte non riuscivo a capire che significato dare a questa cosa, ma poi si capisce che é come se il nostro corpo continuasse tramite terminazioni nervose a percepire la mancanza e l'esistenza della parte che ci è stata tolta, perchè checchè ne possiamo dire ci sentiamo moncati e aspiriamo a tornare completi.

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10/04/2024 20:14 #66824 da SerenaM
Risposta da SerenaM al topic "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino
Finito il libro (bellissimo!), commento con le riflessioni che la lettura mi ha suscitato.
Il punto centrale del libro, posto nevralgicamente sul fulcro della narrazione, è ovviamente l'essere dimezzati. A questo proposito, vorrei citare le parole dello stesso Calvino sul tema:

Quando ho cominciato a scrivere Il visconte dimezzato, volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso, e possibilmente divertire gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che  questo tema [...] fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti [...]. A me importava il problema dell'uomo contemporaneo [...] dimezzato, cioè incompleto, "alienato".
Se ho scelto di dimezzare il mio personaggio secondo la linea di frattura "bene-male", l'ho fatto perché ciò mi permetteva una maggiore evidenza d'immagini contrapposte, e si legava a una tradizione letteraria già classica (per esempio Stevenson), cosicché potevo giocarci senza preoccupazioni. 

Il punto è talmente centrale che Calvino fa dire al Medardo Buono:

Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. 

Il pretesto del dimezzamento del protagonista apre una forte diatriba di carattere morale: da una parte, infatti, l'essere dimezzati si colloca come la via regia per acquisire saggezza e maturità, ed è paradossalmente il Gramo a dircelo:

Così si potesse dimezzare ogni cosa intera [...] così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di vedere tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te lo auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.

Ma anche il Buono un po' più avanti ribadisce lo stesso punto:

O Pamela, questo è il bene dell'essere dimezzato: capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. 

Il Gramo, in assenza del lato empatico ed emotivo, riesce a ragionare più lucidamente (potremmo dire che diviene "tutto cervello", tant'è vero che riesce a far costruire, su suoi progetti, le macchine di tortura e impiccagione più ingegnose mai viste). 
Il Buono, in assenza dell'intrusività negativa del Gramo, riesce a dare libero sfogo alle sue volontà di aiuto e di generosità che probabilmente ha sempre sentito dentro sè ma che non ha mai potuto realizzare appieno a causa dei freni posti dal Gramo.
La presunzione dei due Medardi di possedere la chiave di lettura a tutto mi ha dato una forte suggestione: quante volte ci arrocchiamo la presunzione di vedere le cose per intero, quando invece ne conosciamo solo una piccola parte? E facciamo delle scelte sulla base di quella piccola porzione che crediamo essere la realtà? Così il Gramo e il Buono prendono le loro decisioni: in modo parziale, poco oculato, incompleto. 
E questo ci porta all'altro lato della questione, come afferma lo stesso autore in un commento al suo libro: 

[...] che queste due metà fossero egualmente insopportabili, la buona e la cattiva, era un effetto comico e allo stesso tempo anche significativo, perché alle volte i buoni, le persone programmaticamente buone e piene di buone intenzioni, sono terribili scocciatori. 

Il Gramo diviene inviso alla popolazione per le sue azioni malvagie senza senso, tant'è vero che pianificano di ucciderlo per l'esasperazione. Il Buono viene ugualmente detestato da tutti, perché la sua eccessiva prodigalità verso le pie intenzioni impediscono alle persone di divertirsi (vedasi i lebbrosi), di badare ai propri interessi (vedasi gli ugonotti), banalmente di vivere in modo intero (cosa che chiaramente il Buono non comprende appieno). Servono entrambe le metà per riuscire ad avere davvero quella saggezza che entrambi credono di possedere, e la riunione soddisfa questa condizione.
Un punto importante viene toccato, a mio parere, dalla discussione tra il Buono e la vecchia Sebastiana, che non sembra vedere la divisione tra i due Medardi, incolpando entrambi delle azioni dell'altra metà. In particolare, rispetto al Buono, ho trovato significativo questo passaggio: 

- [...] Tu hai regalato la tua stampella al vecchio Isidoro. 
- Sì, quello sono stato proprio io ...
- E te ne vanti? Gli serviva per bastonare sua moglie, poveretta ...
- Lui m'ha detto che non poteva camminare per la gotta.
- Faceva finta ... E tu subito gli regali la stampella ... Ora l'ha rotta sulla schiena di sua moglie e tu giri appoggiandoti a un ramo forcelluto ... Sei senza testa, ecco come sei!

Il passaggio mi ha colpito perché ci rimanda un messaggio piuttosto chiaro: le buone azioni senza capacità critica non solo non servono a nulla, ma possono rivelarsi anche estremamente controproducenti.  
Anche la riflessione sull'amore è importante, a mio parere, all'interno del libro: il Gramo e il Buono, infatti, si innamorano della stessa ragazza, Pamela, ma la amano in modo differente, parziale, secondo le loro attitudini. Il Gramo la ama in modo brutale, violento; la vuole recludere nel suo castello per averla tutta per sè, perché:

Io faccio del male come tutti lo fanno; ma, a differenza degli altri, io ho la mano sicura.

Il Buono, di contro, ama Pamela in modo gentile, delicato, e sembra offrire una prospettiva migliore rispetto al Gramo; ma in realtà anche lui ha un amore incompleto e brutale, perché le dice:

Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro. 

Dunque il Buono desidera Pamela come specchio della sua prodigalità verso gli altri, ignorando le reali intenzioni e attitudini della ragazza (tant'è vero che il Buono insiste nel leggerle i libri quando lei non è per nulla interessata). 
In entrambi i casi, Pamela è più un oggetto che una persona da amare, e dunque entrambi ci offrono la visione di un falso amore, che non accoglie l'altro ma che vuole conformarlo a sè. Solo il Medardo completo riuscirà ad amare Pamela e ad essere un buon marito per lei, perché potrà rapportarsi da persona completa ad un'altra persona completa, con le sue sfaccettature e contraddizioni.  
Chiudo questa mia lunga dissertazione citando la presentazione sulla mia edizione, che riporta i significati dietro ai personaggi esplicitati dallo stesso Calvino. Lo metto come spoiler per non rovinare nulla agli altri, visto che questo nei commenti precedenti si è rivelato un punto caldo: 

Attenzione: Spoiler!

Non vedo l'ora di proseguire con "Il barone rampante", adesso l'aspettativa è alta. 
Ci si sente nel prossimo topic! 
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