Ciao a tutti!
Ho appena terminato la lettura del libro
Ventuno vicende vagamente vergognose
di Walter Lazzarin, nostra vecchia conoscenza (fu intervistato da Elisa per la rubrica letteraria e ci regalò l'incipit del nostro e-book).
Walter sarà presente al settimo raduno nazionale del club che si svolgerà a Napoli l'ultimo weekend di settembre.
Poiché discuteremo insieme del suo libro, ho voluto leggerlo quanto prima e adesso sono qui per darvi le mie prime impressioni.
Innanzi tutto, vorrei parlare del
titolo.
L'anno scorso, al raduno di Milano, Pierbusa disse a Mascheroni che il titolo scelto per il suo libro era ingannevole per il lettore. E' stato bello parlare con Cristian e capire le ragioni di quel titolo, così come sentire Pietro ribattere e argomentare la sua tesi, anche ragionevole. Ricordo che al termine dell'incontro, quando rimasi solo con Cristian e Pietro, Cristian ringraziò Pietro per i ragionamenti che erano scaturiti da quella sua prima impressione sul titolo.
Indipendentemente dal fatto che Pietro avesse ragione o meno nell'obiettare la scelta di quel titolo, è evidente che noi lettori diamo un'importanza enorme al titolo del libro. Credo anche giustamente. Il titolo di un libro deve dirci assolutamente qualcosa dello stesso e soprattutto
non deve ingannarci, mai! Questo quanto meno è ciò che mi aspetto come lettore. Non so voi...
Ecco, la prima osservazione che vorrei fare sul libro di Lazzarin è che il titolo che ha scelto dice assolutamente tutto quello che il lettore troverà nel libro, senza possibilità di errare nell'interpretazione.
Nelle 90 pagine del libro troveremo infatti ventuno vicende (una per ciascuna lettera dell'alfabeto) vagamente vergognose (ovvero a sfondo sessuale). Il titolo riporta anche la parola "Tautogrammi" e, se guardate il retro della copertina, troverete la descrizione di cosa è un tautogramma:
composizione costruita con componenti che cominciano, categoricamente, con caratteri coincidenti. Le parole per spiegare cosa sia un tautogramma avrebbero potuto essere diverse (es. gioco/componimento letterario costruito utilizzando parole che iniziano tutte con la stessa lettera...) ma non sarebbe stato un tautogramma! Ho trovato invece geniale l'idea di utilizzare un tautogramma per spiegare al lettore cosa sia un tautogramma ma soprattutto ho trovato il titolo del libro
azzeccato e onesto nei confronti del lettore che spende 10 € sapendo esattamente cosa troverà nel libro.
Veniamo al
contenuto.
Il libro può essere letto velocissimamente (è molto piccolo) oppure può essere gustato lentamente. In tutti i casi, ciò che traspare è la bravura dell'autore nonché le sue conoscenze letterarie, storiche e filosofiche. Roba che, ad uno come me, se penso che ho la stessa età dell'autore (laureato in economia E in filosofia), mi fanno impallidire...
Ognuno dei ventuno tautogrammi fa perno su personaggi noti. E Lazzarin, quasi alla fine del libro, spiega il perché di questa scelta.
Il motivo è che scrivere tautogrammi per me equivale a tradurre. Con il limite che impone questo gioco letterario, è complicato o persino impossibile rendere visibili le azioni e i protagonisti; facendo perno su qualcosa di già esistente, già presente nell'immaginario del lettore, sfrutto un contesto sottinteso e mi risparmio la fatica di descrivere dei fatti altrimenti inesprimibili.
Ed ecco che leggeremo le vicende vergognose di Socrate, Re Riccardo, Dracula, Aristotele e molti altri. Ma soprattutto ci divertiremo! Vi assicuro che questo è un libro che mette di buonumore. Lo si legge con il sorriso sul volto.
Ogni tautogramma è accompagnato sia da note che dettagliano il contesto storico o la vicenda dalla quale l'autore trae spunto per il suo componimento ma soprattutto da una pagina (e un'illustrazione) di spiegazione in cui l'autore ci parla e ci racconta come ha dato vita a quello specifico tautogramma, quali sono le difficoltà che ha incontrato nel realizzarlo, il perché ha scelto proprio quel personaggio, ecc.
Si nota un'attenzione ed una cura per i dettagli che definirei spasmodica. Si percepiscono le ore di studio dell'autore e le ricerche che ha fatto per realizzare questo testo. Nonostante sia di una bravura che ti lascia a bocca aperta, noti che questi tautogrammi non devono essere stati realizzati certo in cinque minuti. E questo eleva moltissimo la qualità del libro che, personalmente, sono proprio contento di aver acquistato e di poter serbare in libreria.
Premesso che affronterò immediatamente una rilettura per cogliere spunti di discussione per il raduno, mi piacerebbe discuterne con voi, se siete interessati. Ovviamente non mi rivolgo soltanto a quelli che parteciperanno al raduno ma a tutti quanti! Anche perché, se avrete domande o osservazioni da fare a Walter, potremmo farle per conto vostro al raduno.
Mi sono dilungato abbastanza e quindi per adesso vi lascio... con un tautogramma che possa incuriosirvi e che riguarda una nostra conoscenza di qualche mese fa... il tautogramma è quello relativo alla lettera L e si intitola "Letto".
Lolita: luce lampeggiante, lunatica lentigginosa.
Lunedì lanciai lontano le lenzuola, le levai la lingerie.
- Lola - le lisciavo la lanugine. - Limoniamo, leccami la lingua leziosamente, lambiscimi la laringe. Legalità? Leghiamola, legittimiamo la licenziosità.
- Lestofante! - lamentandosi latrava, lancinante. - Lasciami!
La lubrificavo localizzandomi lungo luoghi lussuriosi, leggendari; le largavo le labbra longitudinali, la laceravo.
- Lurido letterato, laido lord... - lusingandomi lottava, lacrimava. - Lordotico1!
Le lenivo languori latenti, la lustravo limitandone le lagne, la litigiosità; lavoravo lentamente, lemme lemme, lascivo.
- Lazzarone...
La logoravo laggiù, laddove lei lieta, leggiadra, lautamente liberò liquidi limpidi (litri!); lavandomi lodò la libidinosissima lezione.
- Latin lover...
Lesionandola ledevo la legislazione.
Lapidami, linciami, lettore letame.
Letale, lapsus.
Lambert Lambert2
NOTE
1 - Affetto da lordosi: chi ha la colonna vertebrale incurvata dall'avanti all'indietro. Lolita ha imparato questo termine dal medico di famiglia, che per farle capire cosa intendeva dire ne approfittava per palpeggiarla.
2 - Tra i vari pseudonimi scartati, prima di scegliere quello di Humbert Humbert, l'uomo innamorato di Lolita nel romanzo di Nabokov aveva pensato anche a Otto Otto, Mesmer Mesmer e, appunto, Lambert Lambert.