Mi è servito un mese e mezzo per completare la lettura di questo libro, in parte perché sto diventando una lettrice pigra,
penitenziagite a me! Diciamo che questo indimenticabile 2020 mi ha un po' sconnesso da tutto, ma arriviamo al libro.
Confermo la mia impressione iniziale: infinite descrizioni dei personaggi e trama che non quaglia. Ho apprezzato tantissimo i contenuti del libro, tanto che ho approfondito molto su alcuni argomenti, ma il modo in cui la Allende mi racconta questa storia non mi è piaciuto affatto. Non mi ha colpito, probabilmente è uno di quei libri che col tempo dimenticherò, proprio perché tra me e la scrittura della Allende non c'è stato nessun legame.
Per me questa lettura è stata solo parole scritte su carta e invece, affinché un libro mi piaccia, ho necessità che le parole mi restino impresse e mi feriscano, che entri in simbiosi con almeno un personaggio e che provi i suoi stessi sentimenti. Da questo punto di vista sono un po' libropatica nel senso che cambio umore e stato d'animo in relazione al personaggio

(da leggere come metereopatica

) e con questo libro non è successo mai.
Con questo non dico che la storia in generale non sia una storia importante o toccante, anzi. Ma ripeto, sarà il modo di scrivere di questa autrice.
Come molti di voi anche io ho appezzato la rivelazione finale del fidanzato della morte. Avrei voluto che la storia si incentrasse di più sulle due Evangeline e scoprire il fenomeno paranormale legato a Evangelina Ranquileo, ma probabilmente questo sarebbe stato un altro libro.
Al momento la Allende per me è un ni, ma sono solita dare molte opportunità agli autori, quindi ben venga un altro suo libro.
Infine volevo ringraziare Mattia per aver condiviso con noi una piccola ma importante parte della sua vita.

Grazie.