Fermiamoci un attimo su un altro miracolo quotidiano : portare un corpo da un posto all'altro.
Quando vogliamo che una macchina si sposti la mettiamo su ruote.
L'invenzione della ruota è citata spesso come l'impresa di cui la civiltà può andare più fiera.
Anche se la natura avesse potuto far evolvere un alce su ruote, avrebbe sicuramente scelto di non farlo.
E' un dispositivo che funziona bene solo in un mondo di strade e binari, ma che s'incaglia quando il terreno è morbido, sdrucciolevole, scosceso o irregolare.
Meglio le gambe. Le ruote devono rotolare su un nastro ininterrotto, mentre le gambe possono poggiare su una serie di appigli separati : un esempio estremo è la scala.
Le gambe, inoltre, possono misurare i passi in modo da rendere minimi i sobbalzi e passare sopra agli ostacoli. Anche oggi che il mondo sembra diventato un parcheggio, solo una metà circa delle terre emerse è accessibile a veicoli su ruote o cingoli, mentre quasi tutte lo sono a veicoli dotati di piedi : gli animali, i veicoli progettati dalla selezione naturale.
Ma le gambe chiedono un alto prezzo: il software per controllarle.
La ruota, girando, cambia gradualmente punto d'appoggio e può distribuire il peso in modo continuo.
La gamba deve cambiare punto d'appoggio in un colpo solo, e per farlo il peso va scaricato.
I motori che controllano la gamba devono alternare il mantenimento del piede sul terreno, mentre essa porta e spinge in avanti il peso, e lo scaricamento del peso per renderla libera di muoversi.
E per tutto il tempo, affinché il corpo non vacilli, devono tenere il centro di gravità all'interno all'interno del poligono definito dai piedi. Inoltre, questi controllori devono minimizzare lo spreco rappresentato dal moto in su e giù, tormento di chi va a cavallo.
Con sei zampe, un insetto può sempre tenerne tre sul terreno e, nel contempo, sollevare le altre tre.
E' sempre stabile. Anche gli animali a quattro zampe, quando non vanno troppo veloci, possono tenerne tre sempre aderenti al terreno. Mentre, come si è espresso un ingegnere, <<la locomozione eretta a due piedi dell'essere umano sembra quasi fatta apposta per non funzionare, e perché sia praticabile esige un notevole controllo>>.
Quando camminiamo , non facciamo che stare per cadere ed evitarlo appena in tempo. Quando corriamo è un decollo dopo l'altro. Queste acrobazie aeree ci permettono di piantare i piedi su appigli molto o irregolarmente distanti che non ci sorreggerebbero in stato di quiete, di farci strada lungo stetti sentieri e di saltare gli ostacoli.
Ma nessuno ha ancora capito come facciamo a farlo.
Un'altra sfida è capire come si controlla il braccio.
Afferrate il paralume di una
lampada da architetto
e muovetelo diagonalmente in linea retta, da vicino e da dove siete seduti, in basso a sinistra, a lontano da voi, in alto a destra.
Mentre la lampada si muove , osservatene le aste e i perni.
Benché il paralume segua una linea retta, ogni asta oscilla lungo un complicato arco, a volte in un movimento precipitoso, altre restando quasi stazionaria, a volte invertendo il moto da curvo a rettilineo. Ora , immaginare di doverlo fare al rovescio. Richiederebbe un calcolo trigonometrico di spaventosa complicazione. Eppure, il braccio è una lampada da architetto, e il cervello risolve senza fatica le equazioni ogni volta che indichiamo qualcosa con il dito.
E se avete mai tenuto in mano una lampada da architetto per il morsetto, potete capire che il problema è ancora più arduo di come l'ho descritto. La lampada si impenna e ricade come se avesse una mente propria; e così farebbe il braccio se il cervello, risolvendo un problema di fisica quasi insolubile, non ne compensasse il peso.
Un'impresa ancora più degna di considerazione è padroneggiare i movimenti della mano.
La mano è un singolo utensile in grado di manipolare oggetti di una varietà di dimensioni, forme e pesi impressionante, da un ceppo a un chicco di miglio.
<<L'uomo li maneggia tutti>>, osservava Galeno, <<come se le sue mani fossero state fatte per ognuno di essi e per quello soltanto>>.
La mano può essere configurata in una presa a gancio (per sollevare un secchio), una presa a forbice (per tenere una sigaretta), una morsa a cinque ganasce ( per sollevare un sottobicchiere), una morsa a tre ganasce ( per tenere una matita ), una morsa a due ganasce faccia contro faccia (per infilare un ago), una morsa a due ganasce faccia contro costa ( per girare una chiave ), una presa stretta (pre reggere un martello), una presa a disco (per aprire un barattolo), e una presa sferica ( per tenere una palla).
Ogni presa richiede una precisa combinazione di tensioni muscolari che modellino la mano nella forma giusta e ve la mantengono mentre il carico oppone forza contraria.
Pensiamo di tirar su un cartone di latte. Una presa troppo leggera, e cade; troppo forte, e si schiaccia; mentre, imprimendogli un leggero dondolio, si può addirittura usare la forza di spinta e trazione delle punte delle dita come un misuratore per sapere quanto latte c'è dentro!
Non inizierò nemmeno a parlare, poi, della lingua, un palloncino pieno d'acqua, senza ossa, che si controlla solo premendolo, capace di staccare un residuo di cibo da un dente posteriore o di esibirsi nel balletto che si chiama, appunto, scioglilingua.
Tratto da Come funziona la mente - Steven Pinker, Castelvecchi Editore.
Non è Meraviglioso ?