Sto finendo la seconda lettura nell'edizione dei Meridiani Mondadori. La prigioniera si trova nel III volume.
Qui si trovano pagine che hanno contribuito a rendere famosa quest'opera e sono quelle dedicate alla morte di Bergotte, lo scrittore, uno dei personaggi che frequentano assiduamente il clan dei Verdurin.
Bergoette è ammalato da tempo, fatica a camminare ed esce di rado, ma saputo che al Museo Jean de Pomme c'è una mostra di quadri fra i quali quattro Vermeer, vuole recarvisi per rivedere un particolare nella "Veduta di Deft": "un piccolo lembo di muro giallo (di cui non si ricordava) era dipinto così bene da far pensare, se lo si guardava isolatamente a una preziosa opera d'arte cinese, d'una bellezza che poteva bastare a se stessa."
Arrivato alla mostra, già sui gradini stette male. Entrò e davanti al quadro di Vermeer "notò per la prima volta, la preziosa materia del minuscolo lembo di muro giallo"
Bergotte paragona la pittura di quel quadro alla sua scrittura rammaricandosi di non aver scritto in quel modo.
Davanti al quadro le vertigini che lo avevano colto sulle scale del Museo si fanno più forti. Bergotte muore stramazzando a terra davanti al quadro.
Proust si chiede se il grande scrittore è morto per sempre. Seguono pensieri sulle esperienza spirituali e altre considerazioni fra materia e spirito e sull'immortalità dell'opera d'arte.
"Lo seppellirono, ma per tutta la notte prima dei funerali, nelle vetrine illuminate, i suoi libri, disposti a tre a tre vegliarono come angeli dalle ali spiegate, sembrando per colui che non era più, un simbolo di resurrezione."
Nota del curatore:
La resurrezione di Bergotte è dunque possibile proprio perché egli ha amato la morte e la disgregazione, simboleggiata dal piccolo pezzo di muro giallo.
Nelle ultime cento cento pagine troviamo l'epilogo del rapporto fra il Narratore e Albertine. La prima incrinatura fra i due è a causa del fatto che il Narratore va a una cena in casa Verdurin, senza Albertine, perché ha paura che qui lei possa incontrare due sue amiche omosessuali con le quali potrebbe riallacciare dei rapporti. Albertine è allo scuro di tutto. Quando al rientro del Narratore viene a sapere da lui di essere stato in casa Verdurin va i collera e viene invitata ad andarsene dal Narratore, che poi si rimangia l'ordine.
In una sera delle successive Albertine suona la pianola in camera del Narratore. Si parla di Dostoevskij: il Narratore cita Delitto e Castigo, L'Idiota, e i Fratelli Karamazov.
Lo scrittore russo viene definito il migliore di tutti i tempi. (vedi mio intervento su dalla Russia con amore il romanzo russo dell'otto/novecento, al quale qui aggiungo qualcosa che riguarda più espressamente il suo rapporto con Albertine.
"Ammetto comunque che in Dostoevskij questa preoccupazione dell'assassinio ha qualcosa di straordinario che me lo rende decisamente estraneo" E aggiunge come per schernirsi:
Tutto ciò mi sembra lontano da me quanto è possibile esserlo, a meno che non ci siano in me delle parti che ignoro visto che ci si realizza solo a poco a poco."
Molto interessante è la nota 2 del curatore:
"Evidentemente degenerazione: il Narratore dichiara la propria estraneità all'esperienza dostoevskiana del delitto, proprio nel momento in cui sta 'assassinando' Albertine con la non accettazione della sua matura duplice e impedendole quindi qualunque sincerità proprio mentre la sottopone a una tortura estenuante per ottener da lei una confessione"
Così Albertine rinuncerà anche alla compagnia dell'amica e alle uscite con lei.
Qualche pagina prima della fine del volume il Narratore propone ad Albertine una passeggiata a Versaille. Albertine indosserà un mantello azzurro cupo, del famoso disegnatore di moda Fortuny. Questo creatore di modelli è spesso citato anche nelle pagine precedenti. Proust è continuamente in corrispondenza con una sua amica affinchè questa le spieghi e le invii fotografie di questi modelli che riprendono quadri di pittori veneziani.
Qui non posso fare a meno di segnalarvi la nota del curatore. Sappiamo che Proust nasconde nella sua Recerche una lettura più profonda che non si può fare senza l'ausilio delle note, in caso contrario si perde molto del suo significato delle sue metafore e delle sue simbologie.
Dal testo:
"Esitò un secondo fra i due mantelli di Fortuny per nascondere la vestaglia, ne prese uno di azzurro cupo, bellissimo."
Nota (lunga tre pagine) ne riporto una parte, che mi pare risolutiva per comprendere il personaggio di Albertine.
"Sul cappuccio del mantello è ricamata una figura femminile nuda. E' una sirena, ha due code ricurve e sollevate verso l'alto, le impugna con le mani.
Quanti significati simbolici si possono facilmente intuire! Albertine, la fanciulla incontrata sulla spiaggia e sulla diga di Belbec, creatura marina, sempre associata alle onde e al vento dell'Oceano, sfuggente come un pesce, inafferrabile, misterioso, pericoloso! Albertine: figura ambigua, ermafrodita, dalla doppia natura, metà brava ragazza che ama sinceramente e con grande pazienza il Narratore, metà creatura del male, del vizio con qualcosa di selvaggiamente vitale, folle perverso."
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)