Risposta da Novel67 al topic Jane Austen e la successiva epoca vittoriana
Ho letto Il Professore, romanzo d'esordio di C. Bronte.
Le impressioni riguardanti la scrittura dell'autrice e la traduzione italiana sono ottime: ben curate entrambe! Per quanto invece concerne la vicenda, dopo un incipit davvero promettente, devo ammettere d'esser rimasto un po' deluso.
Anzitutto il paragone con il ben più famoso e complesso Jane Eyre è impietoso. Ma al di là di un confronto che forse non sarebbe giusto fare, è evidente come al libro manchi qualcosa: un vero antagonista, che renda meno piatto - almeno da un certo punto in poi - lo sviluppo della storia.
Protagonisti indiscussi sono l'allieva ed il professore, il cui rapporto si trasformerà ben presto in una relazione amorosa, in cui però nulla si troverà di scandaloso. Curiosamente entrambi rispecchiano in qualche modo la personalità dell'autrice. Ma essendo fatti della stessa pasta, il loro rapporto finisce per incanalarsi troppo presto lungo binari scontati e prevedibili. Meglio tratteggiati risulteranno forse allora i personaggi di contorno, cui però è riservato uno spazio d'azione fin troppo ristretto, per lasciar traccia nella vicenda.
Aggiungo infine un'osservazione personale: sparsi nelle pagine si trovano tantissimi giudizi sprezzanti nei confronti di tutto ciò che non è inglese e protestante, e che per la Bronte diventa automaticamente brutto, sgraziato, falso e ipocrita. Vale per usanze e istituzioni, così come per le persone. Non parlerei di razzismo, ma certo l'insistenza in alcuni punti m'è parsa come una nota non particolarmente gradevole.
Voto: 6
Dopo aver letto la biografia su Charlotte Bronte, mi è venuta una gran voglia di iniziare il prima possibile uno dei suoi romanzi e ho scelto Il professore, che è anche il primo romanzo che ha scritto e dato il forte elemento autobiografico, probabilmente il più citato nella biografia.
Mi ritrovo in Novel quando dice che sia scrittura che traduzione sono impeccabili, è stata una lettura stilisticamente piacevole anche per me (anche se sono rimasta un po´ stupita di alcuni errori delle traduzioni dal francese

).
Al contrario di Novel però, ho apprezzato anche altri elementi dell´opera. Trovo anche io che sia un´opera forse un po´ acerba, in cui una maggior caratterizzazione dei personaggi così come una minor scontatezza nell´evolversi delle vicende nella seconda parte avrebbero potuto render il romanzo molto più appassionante, ma a me è piaciuto lo stesso. Non mi ha entusiasmato il personaggio di Frances, ma trovo lui, il vero unico protagonista, interessante e ben fatto. Charlotte Bronte riesce a reinventare una fase della sua vita che l´ha profondamente segnata confondendo i ruoli, mettendo nella figura molto di sè stessa, cosi come di quello che vedeva nel suo professore; ma c´è un po´ di sè stessa anche in Frances. Non conosco bene l´autrice, ma rivedrei in lei più la caperbietà e la determinazione del professore, rispetto all´atteggiamento un po´ troppo remissivo e femminile di Frances. Tramite Frances ha probabilmente voluto creare un espediente per dimostrare il suo ideale secondo cui la donna doveva aver diritto a lavorare e fare la professione che voleva cosí come a dimostrare orgoglio, ma a parte ciò non ci vedo molta passione nel descrivere un personaggio a mio parere troppo docile e conciliante. Molto più trasporto l´ho trovato nel percorso che fa lui, nella descrizione dei suoi pensieri, nell´affrontare le delusioni, nel seguire i suoi desideri.
MI trovo d´accordo con Novel quando sottolinea lo snobbismo esasperante verso il cattolicesimo e tutto ciò che non sia inglese. Anche io ho trovato che a volte fosse veramente troppo; tuttavia secondo la biografia che ho letto, l´esperienza belga non deve essere stata per Charlotte molto semplice, al di là della delusione amorosa, anche per il fatto della differenza di cultura. Sembra che in alcune lettere si sia sfogata più volte di quanto si sentisse estranea in quel contesto. Ciò forse può giustificare in parte il fatto che abbia dato sfogo a questa frustrazione ripercorrendo la sua esperienza nello scrivere il libro.