Mercoledì, 05 Novembre 2025

Thomas Mann

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29/05/2020 16:40 #44102 da vanna
Risposta da vanna al topic Thomas Mann
Durante il lockdawn ho riletto alcuni classici fra cui I Buddenbrook con altri tre racconti di Thomas Mann fra cui Morte a Venezia. Rileggerli è stato un vero piacere, le non poche pagine sono scorse velocemente, lo stile magistrale ed inconfondibile contribuisce, come osservato da Novel, a creare una sinfonia armonica perfetta dove ogni parola o espressione non possono essere mutate, tutto è perfetto e misurato: le caratterizzazioni fisiche ed i tormenti psicologici dei personaggi alcuni dei quali come Tony ed il fratello Thomas pur di rimaner fedeli alle consuetudini ed esteriorità borghesi ed al buon nome della famiglia rinunciano ai loro sentimenti, alle loro inclinazioni non rendendosi conto che il tempo trascorre, le cose cambiano mentre loro rimangono imprigionati nel rispetto dei valori del passato; sono due personaggi ottocenteschi.Mentre Christian ed Hanno vorrebbero essere semplicemente se stessi, essere felici,liberi da tutti i vincoli che il nome della loro casata gli impone...Sono già proiettati nel Novecento, Hanno soprattutto è l'emblema dei grandi inetti che caratterizzano la letteratura novecentesca, è un artista, ha una sensibilità per la musica profonda e nelle ultime pagine quando la sua salute precaria gli crea mille problemi e lui si mette al piano a suonare un pezzo frutto della sua fantasia e genialità fornisce l'ultima prova di essere quello che è. non un uomo di azione. Queste pagine mi hanno colpito molto per come sono scritte e come Mann conoscesse bene la musica soprattutto quella di Wagner.
Per Hanno soprattutto ho provato tanta empatia, dei suoi tormenti nessuno si è accorto!
Per quanto riguarda la scuola che Hanno frequenta penso che certi atteggiamenti deprecabili da parte di certi insegnanti sussistano, mi auguro in misura minore, purtroppo anche oggi, provocare paura in chi dovresti aiutare a diventare adulto con mezzucci è il metodo più facile.
La stessa cosa che racconta Beatrice a scuola è successa anche a me, il prof. di latino e forse qualche altro aprivano a caso un libro e il numero della pagina dopo esser stato sommato per ottenere un numero a una o due cifre serviva per interrogare la vittima corrispondente alla posizione sul registro! Ripensando a tutto questo a distanza di tantissimi anni riesco a capire con consapevolezza chi avevo di fronte!

Morte a Venezia, che dire? Un gioiello di una raffinatezza ed eleganza inesprimibili nonostante il tema. Lo stile dell'autore rimane inconfondibile nei racconti letti ( Tristano e Tonio Kroger) come nel romanzo che per me non solo è bello ma rimane un capolavoro.
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03/06/2020 18:06 #44225 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Thomas Mann

Blache_Francesca ha scritto: Mi mancano poche pagine alla fine e volevo chiedervi una vostra impressione rispetto al capitolo in cui viene descritta la scuola, la classe di Hanno e gli insegnanti. Ho particolarmente amato questo capitolo. E voi? Se avete voglia, mi piacerebbe sapere se ha suscitato in voi qualche sentimento particolare oppure no. Grazie!


Scusa il ritardo, ti dovevo una risposta :unsure:

Sì, a me il capitolo è piaciuto molto. Anche a me, come ad altri, ha trasmesso angoscia e suscitato ricordi di antiche paure (che talvolta peraltro ancora mi sogno). Però ho particolarmente apprezzato la capacità di Mann di cogliere quelle paure e di renderle nuovamente vive, quasi fossimo anche noi seduti al banco accanto ad Hanno e "minacciati" d'essere interrogati :)

Ancora una volta non concordo invece con Beatrice quando riduce la fragilità di Hanno ad una semplice mancanza di volontà, quasi bastasse fissarsi una meta per abbattere automaticamente ogni ostacolo. Trovo invece pertinente l'osservazione di Vanna sul temperamento artistico - e la pratica inettitudine - dei Buddenbrook più fragili. Ma è appunto per me una questione di carattere e sensibilità, di cui la mancanza di volontà è semmai conseguenza, non causa.
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17/06/2020 17:33 #44476 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Thomas Mann
Ho letto Il professor Unrat , di Heinrich Mann, fratello (maggiore) di Thomas.

Se il titolo del romanzo non dice nulla, assai nota è la sua trasposizione cinematografica: L’angelo azzurro , con M. Dietrich.

Il film io non l’ho visto, ma leggendo una recensione in rete ho notato qualche discrepanza rispetto al libro. In particolare, stravolta appare la personalità del protagonista, il professor Unrat per l’appunto, la cui infelice vicenda sullo schermo verrà resa degna di compassione, quando invece pietà non se ne dovrebbe affatto provare.

Perché il vecchio Unrat è un vero e proprio despota (“la fine di un tiranno” è infatti il sottotitolo del libro) gretto, sospettoso, invidioso, cattivo e vendicativo, che trae soddisfazione dal proprio mestiere solo in quanto mezzo per esercitare la propria autorità sulla classe. Cogliere in fallo e punire gli studenti che si divertono a storpiargli il nome (Unrat, che significa spazzatura, è infatti il nomignolo che tutti affibbiano al professor Raat) è ciò che più lo gratifica, tanto da farne un’ossessione.

E di un’ossessione farà oggetto anche la giovane Rosa (Lola, nel film), canzonettista de L’Angelo Azzurro, che se da un lato renderà Unrat schiavo della passione, dall’altro fornirà al professore il destro per estendere il potere oltre la classe e rovinare la reputazione di ex allievi e concittadini con cui i conti sono rimasti in sospeso.

Sull’eventuale significato recondito della materia narrata sono state avanzate varie interpretazioni, alcune delle quali particolarmente interessanti o accattivanti, da quelle di carattere storico (Unrat rappresenterebbe la Germania ammaliata ed asservita al nazismo, qui nei panni di Rosa) a quelle di tipo psicoanalitico (la passione amorosa come meccanismo inconscio d’autodifesa contro la paura d’invecchiare).

Sotto il profilo puramente estetico il testo m’è parso tuttavia assai meno seducente e stimolante. I primi capitoli catturano infatti l’attenzione, ma il racconto si fa poi fin troppo lungo e ripetitivo. Dal punto di vista stilistico, inoltre, il confronto – inevitabile, direi – con la prosa di Thomas risulta addirittura impietoso, tanto farraginosa appare quella di Heinrich. Espressionista, è il termine usato nell’introduzione per definirla. Non so bene cosa s’intenda dire, ma a me è parsa semplicemente zoppicante, piuttosto confusa e a tratti poco scorrevole. E questo lo ritengo un limite di non poco conto, tanto che se fossi nei panni di Unrat lo giudicherei senz’altro con una certa severità, affibbiando un’insufficienza :) .
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17/06/2020 20:19 #44477 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Thomas Mann
Grazie per questo tuo post. Non lo conosco, e mi è venuta voglia di leggerlo.

dall’altro fornirà al professore il destro per estendere il potere oltre la classe e rovinare la reputazione di ex allievi e concittadini con cui i conti sono rimasti in sospeso.

Ciò che scrivi mi colpisce in quanto
ho ricordato che nei Buddenbrook, uno degli insegnanti di Hanno lo minaccia.
Ti ricordi questo punto? Mi aveva scioccato molto. Ricordo di aver pensato che ormai il suo destino sembrasse segnato.

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18/06/2020 13:46 #44478 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Thomas Mann

Blache_Francesca ha scritto: Ciò che scrivi mi colpisce in quanto ho ricordato che nei Buddenbrook, uno degli insegnanti di Hanno lo minaccia. Ti ricordi questo punto? Mi aveva scioccato molto. Ricordo di aver pensato che ormai il suo destino sembrasse segnato.


Sì, e la minaccia del professor Wulicke ("vi rovinerò la carriera") è la stessa che Unrat pronuncia contro i suoi studenti. La differenza sta forse nel fatto che quel Wulicke, ne I Buddenbrook, pareva ben più temibile - ed effettivamente era temuto - di quanto lo fosse Unrat.

C'è però anche da aggiungere che Unrat sarebbe stato capace di legarsela al dito per anni, cosicché è possibile abbia alla fine rovinato più carriere di quante ne abbia rovinate Wulicke :) .

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18/06/2020 14:50 #44479 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Thomas Mann

Sì, e la minaccia del professor Wulicke ("vi rovinerò la carriera") è la stessa che Unrat pronuncia contro i suoi studenti. La differenza sta forse nel fatto che quel Wulicke, ne I Buddenbrook, pareva ben più temibile - ed effettivamente era temuto - di quanto lo fosse Unrat.

Grazie! Ieri, ci ho ripensato e ho un vago ricordo di averlo studiato a lezione di tedesco. Pazzesco! Me l'ero proprio dimenticato. Voglio proprio leggere il libro.
Ti potrebbe interessare rileggerlo?

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18/06/2020 15:55 #44480 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Thomas Mann

Blache_Francesca ha scritto: Ti potrebbe interessare rileggerlo?


Magari più avanti, ma come ho detto non è che mi abbia così entusiasmato. Se però vuoi leggerlo (e commentarlo) ora, ho ricordi ancora abbastanza freschi per potermi confrontare. Ma poi quanti libri vorresti leggere contemporaneamente? :cheer: Mann, Maupassant, Proust, la Blixen …

Comunque, io ora sto leggendo Il quartiere, di Pratolini, poi virerei su Il grande Meaulnes. Sono comunque disponibile ad altre letture o riletture (come sarebbe appunto Meaulnes) condivise, che però non abbia già affrontato recentissimamente … ;)

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18/06/2020 16:10 #44481 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Thomas Mann
Pensavo anch'io più avanti.

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18/06/2020 17:39 #44482 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Thomas Mann

Comunque, io ora sto leggendo Il quartiere, di Pratolini, poi virerei su Il grande Meaulnes. Sono comunque disponibile ad altre letture o riletture (come sarebbe appunto Meaulnes) condivise

Va bene. Avvisami allora, quando pensi di iniziare Il grande Meaulnes.
Grazie.

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07/09/2021 20:09 - 07/09/2021 20:09 #54342 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Thomas Mann
Ho terminato la lettura di "La morte a Venezia" di Thomas Mann.
È la prima sua opera che leggo e nel complesso mi è piaciuta, ma non mi ha entusiasmato (probabilmente anche per le alte aspettative).
Più che un racconto o una novella mi sembra un'opera filosofica sulla bellezza e sull'arte.
L'influenza della cultura e filosofia greca é evidente. L'amore è descritto come possesso da parte della divinità e come forza irresistibile (follia).Netta, invece, è la contrapposizione alla cultura cristiana, già nella rappresentazione di un amore omosessuale.
Il rapporto tra il protagonista e il giovane amato mi ha ricordato molto "Le memorie di Adriano" della Yourcenar (ovviamente cronologicamente successivo).
Infine, una notazione sulla traduzione. Dopo aver provato a leggerlo in originale sono passato all'italiano perché era troppo difficile per me (sigh). Tuttavia ho confrontato alcune parti che mi piacevano con la versione originale. E quest'ultima ovviamente diceva qualcosa di più e di diverso rispetto alla traduzione. Ad esempio, nella versione italiano si utilizzava la parola "desiderio" per tradurre "Sehnsucht", che ha un significato più complesso, profondo e specifico del generico desiderio. Quindi: W le versioni originali e beato chi riesce a leggerle
Ultima Modifica 07/09/2021 20:09 da davpal3.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Margarethe

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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