Ieri sera, in televisione, ho avuto modo di vedere il film
Testament of Youth (2014), prodotto dalla BBC e basato sull’omonimo libro della scrittrice inglese Vera Brittain (1893-1970).
Del libro e della scrittrice nulla sapevo (che ignoranza spaventosa

): ma il film mi ha profondamente colpito, ed anche commosso.
Attraverso i ricordi della protagonista, viene rievocato il dramma legato alla prima Guerra Mondiale, che costò al Regno Unito un milione di vite. Un dramma che Vera visse in prima persona - in parte perché costretta, in parte per scelta - e che nel film si esplica in una riuscita contrapposizione di immagini e di suoni: da un lato, il fango delle trincee e le grida strazianti dei feriti negli ospedali da campo; dall'altro, la delicata e ovattata natura della campagna inglese, "eco perfetta della bellezza e dell’innocenza giovanile, stuprate dalla violenza cieca del conflitto mondiale".
Da questo conflitto, e dalla perdita del fratello, degli amici e del fidanzato, l'esistenza di Vera ne uscirà sconvolta; ma le lettere rimaste e il desiderio di dar voce ad una generazione perduta sarà la molla che le permetterà realizzerà l’antico sogno di diventare scrittrice, nonché di dare un importante contributo al movimento pacifista.
Ecco: se avessi visto questo film solo un mese fa, come tema dell'anno avrei scelto senz'altro "la Pace", anziché "la visione della donna". Tuttavia l'anticonformismo della Brittain può far sì che
Testament of Youth possa considerarsi una lettura adatta anche all'argomento scelto. In ogni caso, spero che di questo libro - e magari anche del film - se ne possa un giorno riparlare. Anzi: se mai ne avrò l'occasione, lo proporrò come Libro del Mese: votatelo!

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Posto qui una poesia - malinconica e struggente - della Brittain, che è un po' la sintesi di ciò che ieri ho visto:
FORSE
(Dedicata a R.A.L)
Forse un giorno splenderà di nuovo il sole,
vedrò che il cielo è ancora azzurro
e scoprirò ancora di non vivere invano,
anche se tu non ci sei più.
Forse dorati i prati sotto ai miei piedi
faran sì che, a primavera, le ore di sole siano liete,
riscoprirò allora i dolci, candidi boccioli di maggio,
malgrado te ne sia andato.
Forse d'estate i boschi luccicheranno
e cremisi le rose saranno ancora belle,
d'autunno i raccolti saranno abbondanti nei campi,
anche se tu non sei più là.
Il Tempo, generoso, potrà pur dare nuove gioie,
ma ce n'è una, più grande, che non conoscerò
mai più, perché a spezzarsi per la tua partenza
è stato il mio cuore, tanto tempo fa.