La fioritura del pruno avviene presto, in inverno. La cultura giapponese identifica il suo fiore con il coraggio, poiché sfida il cuore gelido delle temperature e si erge con la sua delicatezza. Così, all'epoca della Repubblica di Salò, furono I protagonisti della nostra storia: l'antropologo Fosco Maraini e la moglie Topazia Alliata,. Sulle note di Ryūichi Sakamoto, quest'ultima sarà la narratrice principale, del docufilm di Mujah Maraiini Meleni (nipote di Dacia). E' il racconto dolce e flebile di un crudo spaccato di storia, di chi come loro ha profferito un ardente "no!" al fascismo di Mussolini e ha patito le peggiori torture nei campi di concentramento giapponesi di Tempaku a Nagoya.
Qui, benvenuti nel cinema d'essai, quello che colpisce nel profondo e che innesca la scintilla del flusso del pensiero. Quello che, nonostante narri di un fatto storico di quasi un secolo fa, calza a pennello con i nostri giorni. In un attuale frangente sociale con neofrascismi alla riscossa e debolezze popolari, il docufilm tocca le corde sensibili di un prezioso Shamisen universale. Per tutta la durata della pellicola risuonava nella mia mente (e sono sicura, non soltanto nella mia) la Arendt che definendo "Banale" il Male, ci sottolinea quanto selvaggia possa essere la brutalità umana, dove a essere giudicato non è tanto il razzismo, dove non esiste una sofferenza più grande di un'altra. Il male è male e basta. Uomini spietati contro gli stessi uomini, adulti crudeli con bambini. Tre sono le corde dello Shamisen, tre i versi degli Haiku, e qui va citato uno dei più importanti:
"Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi
sono in fiore."
KOBAYASHI ISSA (1763-1827)
"Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno: radicata nel terreno come un albero Sakura. Ma a ne diceva che ero come l'acqua. L'acqua si scava la strada anche attraverso la pietra, e quando è intrappolata l'acqua si crea un nuovo varco. " Memorie di una Geisha