Non è certo facile ritrovare gli evidenziatori che mi sono segnata sul Kindel, per poi ritrovarli sul cartaceo, purtroppo le pagine non corrispondono. Il primo volume del cartaceo ha le pagine da 1 a 785, il II volume ha le pagine da 1 a 806.
Leggere sul cartaceo vuol dire spaccarsi le mani per tenere il pesante volume in mano.
Data questa premessa, i miei post saranno non proprio perfetti come quelli che avevo messo durante la lettura della Recherche, della quale vado molto fiera. Soprattutto se penso che la lettura è stata fatta in tre, e postata per lo più solo da me.
Dunque ci sono diversi passaggi nelle pagine di Tolstoj che mi sono annotata sul Kindel, usando gli evidenziatori. Pagine che mi ha fatto particolarmente riflettere sulla grandezza di questo scrittore, che pur non essere uno storico, un filosofo, è sia uno storico, sia un gran pensatore filosofo.
"Nei primi quindici anni del XIX secolo il Europa si assiste a uno straordinario movimento di milioni di uomini. Questi uomini lasciano le loro occupazioni abituali, si spingono da una parte all'altra dell'Europa, saccheggiano, si uccidono a vicenda, trionfano e si disperano, e per diversi anni tutto il corso della vita cambia ed è caratterizzato da un intenso movimento che inizialmente, cresce, e poi si indebolisce. Qual è la causa di questo movimento o per quali leggi è è avvenuto? chiede l'intelletto umano."
Molto spesso nel romanzo, l'autore si pone queste domande, ma non sembra soddisfatto delle risposte degli storici. La rivoluzione francese come viene spiegata dagli storici, non soddisfa Tolstoj, egli viceversa sostiene che:
"Fu la somma delle volontà umane a determinare sia la rivoluzione, sia Napoleone, e solo la somma di quelle volontà prima li tollerò e poi li annientò.. In effetti, ogni volta che comparvero dei conquistatori ci furono anche guerre, risponde l'intelletto umano, ma ciò non dimostra che i conquistatori fossero la causa delle guerre e che si possano dedurre le leggi della guerra dall'attività personale di un singolo uomo. Ogni volta, che guardando il mio orologio, vedo che la lancetta è arrivata alla cifra dieci, sento che nella chiesa vicina suonano le campane, ma dal fatto che le campane comincino a suonare ogni volta che la lancetta raggiunge le dieci non ho diritto di concludere che la posizione della lanetta è la causa del movimento delle campane"
Per altre due pagine Tolstoj porta degli esempi anche divertenti, per consolidare la sua tesi esposta qui sopra.
Le pagine che seguono: (Libro terzo parte terza) da pag. 295 volume II edizione Einaudi sono molto interessanti e sono l'introduzione alla descrizione narrazione della battaglia di Borodino, fra francesi e Russi. Battaglia che vedrà tantissimo morti da ambo le parti e nessuna vittoria. I Russi decisero di ritirarsi e lasciare la strada libera verso Mosca ai francese.
Lo stesso vecchi Kutozov, comandante assoluto di tutta l'armata russa si duole di questa decisione, ma poi pronuncia questa frase:
" - Ma no! Mangeranno carne di cavallo, come i turchi, - gridò Kutuzov senza rispondere, picchiando il pugno paffuto sul tavolo, - anche loro, se solo....."
Un personaggio che mi sconforta e che non capisci, è questo Pierre, a me sembra un malato di mente, ad altri lettori è piaciuto tanto: Pierre figlio bastardo di un principe ricchissimo che sul punto di morte lascia come unico erede il figlio "bastardo" riconoscendolo come legittimo. Tolstoj lo descrive come un omone, alto e grasso, porta gli occhiali ed è un tipo molto impacciato. Ovviamente nonostante non sia bello è corteggiato da tutti per via del suo immenso patrimonio. Pierre è un uomo che si da ai bagordi, gran mangione e bevitore, frequenta i peggiori "vitelloni" della buona società, con questi prepara burle, vedi quella dell'orso legato a un poliziotto e buttati entrambi nel fiume, e altre bravate.
A me questo personaggio non piace, non sa quello che vuole, passa per un pacione pacioso, sempre depresso e dubbioso su tutto. Cerca uno scopo nella vita ma è troppo pigro per trovarla.
Si fa massone, si preoccupata che i suoi contadini stiano meglio, ordina di costruire, scuole e ospedali, fa arrivare delle ostetriche, poi non va a controllare nulla e il suo fattore lo frega, usa per se tutti i soldi che Pierre aveva stanziato per migliorare la vita dei contadini.
Durante la battaglia di Borodin, si fa portare sul posto per vedere da vicino il fronte. La vista di tutti quei morti lo sconvolge al punto che perde la ragione, torna a Mosca e si nasconde. Si comporta come un vero alienato.
Decide di andare via da casa sua, di vestirsi con un caffettano, acquista una pistola, e va a rifugiarsi nella casa di un saggio massone orma morto da anni. Qui arriva un maresciallo francese che è intenzionato ad abitare in quella casa dove non manca un servo, una cuoca, e una ricca cantina di vini pregiati.
Le pagine che descrivono questo incontro sono molto divertenti, fra il francese e il russo nasce un'amicizia.
Nelle pagine successivi si leggono altre avventure di Pierre, Tolstoj riprende poi la narrazione dei suoi altri personaggi: I Rostov, partiti anche loro da Mosca dopo aver abbandonato tutte le loro ricchezze, Il principe Andrej, ferito a morte per la seconda volta nella battaglia di Borodin, insomma la narrazione si snoda attraverso altre storie.
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)