Ho letto in metà giornata questo simpatico e breve libretto del quale riporto la descrizione:
Viaggiare per le strade aperte della Nuova Inghilterra, a bordo di un attrezzato bibliobus trainato da un grande cavallo, con un cane al seguito, in compagnia di un professore-poeta agile e versatile come un elfo, vendendo libri utili e grandi classici a liberi contadini dai modi franchi, in fuga, per giunta, da un fratello egoista e correndo ogni tipo di avventura: questo genere di felicità - oggi impossibile, ieri a portata di mano purché intimamente liberi - Il Parnaso ambulante racconta. è una versione tenera, tra Mark Twain e Kerouac, del mito americano della frontiera e dell'individualismo ottimistico (e in effetti la protagonista si trasforma da massaia di campagna in intraprendente avventuriera, e poi ritorna, con una coscienza di sé rinnovata, casalinga, ma finalmente padrona del proprio destino). E un'idea, singolare in questo genere di storia, attraversa il racconto. Morley, da americano, non dubita che il modello compiuto di rapporto tra gli uomini sia lo scambio commerciale; ma il libro, merce tra le merci che attraversano le persone, ne conserva tutta la qualità e la sostanza umana. Sicché la vera missione on the road del Parnaso ambulante è «predicare l'amore per i libri e l'amore per gli esseri umani.
È un libro godibile e che fa sognare, chi non ha mai fatto almeno un pensiero sul fatto di abbandonare la propria quotidianità e le routine noiose e andare girovagando, perché no a vendere libri?

Da cosa deriva il nome Parnaso che viene dato al furgone ambulante? Cito dal sito treccani:
Il P. è celebrato dalla mitologia classica soprattutto come luogo sacro alle Muse e ad Apollo (ai piedi del P. è Delfi, sede del famoso oracolo apollineo); per metafora diffusissima nelle opere letterarie, specialmente latine, il P. è anzi divenuto il simbolo stesso della poesia; e poiché dalle sue grotte sgorga la fonte Castalia, a quelle acque il mito attribuì virtù d'infondere ispirazione poetica a chi ne bevesse.
E in effetti questo Roger ha una missione ed è quella di diffondere cultura tra i contadini e lo fa splendidamente perché lungi da lui consigliare ad un agricoltore di leggere Shakespeare proporrà piuttosto un libro sulle macchine agricole, oppure L'isola del tesoro da leggere come intrattenimento la sera in famiglia. Perché per crescere nella cultura bisogna partire dalle cose semplici e migliorare pian piano. Roger poi è un gran affabulatore e gran conoscitore di libri, e riesce sempre a convincere chi lo ascolta.
È un libro davvero simpatico, nulla di pretenzioso e con un paio di avventure rocambolesche.
Riporto un paio di frasi che mi hanno colpito in particolare:
- Signora -esclamò, - quando si vende un libro a una persona, non gli si vendono soltanto dodici once di carta con inchiostro e colla, gli si vende un'intera nuova vita. Amore e amicizia e umorismo è navi in mare di notte; c'è tutto il cielo e la terra in un libro, in un vero libro, intendo.
Ho sempre avuto la convinzione che sia meglio leggere un buon libro che scriverne uno cattivo, ed ho fatto nella mia vita una tale miscela di letture, che la mia mente è piena degli echi delle voci di uomini migliori.