L’incontro del gruppo di lettura di Catania si è svolto lo scorso 5 gennaio alle 16.00 presso Blanc à manger in centro città. Il libro letto e discusso è stato “La profezia dei Romanov” di Steve Berry.
TRAMA:
Ekaterinburg, 16 luglio 1918. Sono trascorsi alcuni mesi da quando i bolscevichi hanno preso il potere. È notte e l'Armata Bianca sta avanzando verso la città in cui Nicola II e la sua famiglia sono tenuti prigionieri dai rivoluzionari. Lo zar confida ancora nella salvezza. Invece i Romanov vengono freddamente giustiziati. Mosca, oggi. Il popolo russo ha deciso: dopo la caduta del comunismo e una serie di governi deboli, la monarchia sarà ristabilita e una commissione sceglierà il nuovo zar tra i lontani discendenti di Nicola II. E Miles Lord, un avvocato di Atlanta profondo conoscitore della cultura russa, è stato mandato a Mosca proprio per sostenere la rivendicazione al trono di uno di essi. Tuttavia Miles non può immaginare che le sue ricerche d'archivio potrebbero cambiare il destino della Russia... Prima viene avvicinato da un anziano professore, che gli rivela l'importanza dei documenti da lui ritrovati, e in particolare della profezia con cui Rasputin annuncia la scomparsa e la successiva rinascita della dinastia Romanov. Poi scopre di essere diventato il bersaglio di un gruppo di criminali, determinato a manipolare la scelta del nuovo sovrano. L'unica possibilità di salvezza per Miles è trovare il vero successore dello zar. Ma, per riuscirci, dovrà seguire messaggi enigmatici e indici criptici, e ricostruire la tragica fine della famiglia imperiale russa, perché, forse, quella terribile notte di luglio, non tutte le tracce del sangue Romanov si sono disperse per sempre...
Un nuovo anno è appena iniziato e gli Elefanti catanesi sono sempre qui a condividere letture, chiacchiere e amicizie davanti le, ormai consuete, tazze di tè fumanti e a dolciumi di ogni tipo. La riunione del mese di gennaio, quindi, non poteva che svolgersi in una graziosa bakery del centro città, dove, non ancora paghi di cenoni, pranzi e abbuffate festive, ci siamo lasciati coccolare da fette di torte americane, cheesecake e pasticcini ultra calorici. Appagati i nostri palati, pertanto, ci siamo poi dedicati alla discussione del libro letto durante il mese di dicembre, “La profezia dei Romanov” di Steve Berry.
Il libro, sfortunatamente, appare piuttosto deludente da innumerevoli punti di vista, al punto che tutti i membri l’hanno ritenuto una lettura poco piacevole e per nulla coinvolgente. Diciamo pure che le intenzioni dell’autore non erano affatto malvagie: l’idea di riprendere dei personaggi storici tanto celebri, commemorati sia in ambito letterario che cinematografico, e intorno ai quali, per moltissimi anni, si sono snodate congetture, misteri e leggende metropolitane, avrebbe potuto rivelarsi una mossa vincente nella stesura di un romanzo che realmente potesse coinvolgere e tenere sul filo del rasoio il lettore.
In realtà, invece, l’autore non possiede forse le carte in regola per una simile impresa e finisce col rendere il tutto noioso, scontato e pieno di stereotipi e luoghi comuni. A partire dai personaggi, quasi per nulla caratterizzati, privi di un qualsiasi spessore psicologico e, a tratti, grotteschi e sciocchi. Troviamo, quindi, il protagonista, un avvocato di successo e di colore che scopre, a un certo punto, di essere il “Corvo” (un plauso per l’originalità), vale a dire colui che, insieme alla sua partner, una russa rigorosamente bionda, pallida, dagli occhi azzurri e super sexy, dovrà fare in modo che la profezia di Rasputin si avveri e che lo zar di tutte le Russie possa riguadagnare il suo legittimo trono.
Neanche gli antagonisti riescono a emergere per personalità e approfondimento psicologico e, così, il lettore si ritrova a doversi accontentare di un paio di scagnozzi grulli e senza carattere, una decina di corrotti tra esponenti della mafia russa e membri del governo, e un avvocato, capo del protagonista, avido e senza scrupoli.
La trama si rivela scarna e inconsistente, il susseguirsi degli eventi appare come una farsa burlesca e quasi comica e, del resto, il protagonista riesce a barcamenarsi tra una disavventura e l’altra più per una bella dose di fortuna che per vera bravura e coraggio. Lo stile, infine, è al limite dell’elementarità, mentre si evince una discreta, ma non sufficiente, ricerca delle fonti storiche, con un finale deludente e raffazzonato.
Il prossimo incontro si terrà il 2 febbraio in luogo da stabilire e il libro da leggere durante il mese sarà “Il cavaliere e la morte” di Leonardo Sciascia.