Ciao a tutti, sono Simone
Non essendo stato presente all'incontro, anche perchè ho finito di leggere il libro ieri (ma non è stato questo il motivo), provo a contribuire virtualmente.
Piccola premessa: ho letto il libro in inglese, come faccio solitamente per i libri di scrittori anglofoni (o anglografi), ed è stato abbastanza traumatico, nonchè uno dei motivi di lentezza nella lettura (oltre all'assoluta noia per la storia). Non so se è stato reso anche nella traduzione italiana, ma Stevenson ha usato nei discorsi diretti uno stile volutamente arcaico (dico "volutamente", perchè nel discorso indiretto l'inglese dell'800 è praticamente lo stesso di quello moderno), immagino per rendere meglio l'atmosfera medievale. Per quanto sia interessante come artificio linguistico, e per quanto dopo che ci si fa l’abitudine lo si apprezza di più, rende la comprensione del testo MOLTO più ardua.
La mia valutazione del libro è abbastanza critica. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, l’unico personaggio di cui mi sia fatto un’idea è Dick, non perchè ci sia un minimo di introspezione psicologica ma perchè dal suo modo di agire il lettore riesce a capire che tipo di persona sia. Sugli altri personaggi, anche secondo me sono molto stereotipati, o perlomeno poco profondi e poco realistici. Sorvolo sull’innamoramento tra Dick e Joanna basato letteralmente sul nulla.
Non sono d’accordo sulla presunta maggior maturità di Joanna rispetto a Dick. A essere sincero, Joanna mi sembra un personaggio del tutto in balia degli eventi – non so quanto per sua responsabilità e quanto per il suo essere una donna in quel contesto storico. C’è una scena che mi viene in mente, quella in cui Dick uccide un uomo della compagnia di Duckworth, che lo minacciava con l’arco ma non l’avrebbe ucciso, in quanto figlio di Harry Shelton. Successivamente, Joanna rimprovera a Dick di averlo ucciso, e io ho avuto l’impressione che Stevenson improntasse la descrizione della scena in modo da spingere il lettore a essere d’accordo con Joanna su quanto impulsivo fosse stato Dick e quanto ragionevole e più “saggia” fosse lei. Secondo me questa cosa non ha nessun senso: Dick, un ragazzo addestrato all’uso delle armi, che scappa correndo per un bosco inseguito da sconosciuti (probabilmente criminali), si trova un uomo davanti che lo minaccia con un arco, e dovrebbe avere calma sufficiente a valutare che quella persona non lo attaccherà. (Mi sento stupido io stesso a cercare di immaginare un po’ di verosimilità di pensiero in un libro in cui il realismo psicologico dei personaggi è l’ultima cosa di cui l’autore si sia preoccupato.) Ad ogni modo, secondo Joanna (e secondo Stevenson, a mio parere), che tra l’altro è abbastanza poco reattiva quando c’è bisogno (vedasi la scena del successivo tentativo di fuga da Brackley), quello che è nel torto è Dick, che avrebbe dovuto invece consegnarsi ai suddetti sconosciuti potenziali criminali.
Non avevo pensato al parallelismo tra Sir Oliver e don Abbondio, e in effetti è interessante. Sono d’accordo comunque con Barbaforcuta a riguardo. Dubito inoltre che Sir Oliver non conoscesse Sir Daniel sufficientemente bene da capire che intenzioni avesse (ma di nuovo, dubito che Stevenson si fosse posto il problema di cosa potesse pensare Sir Oliver).
Riguardo a Senzalegge (Lawless nell’originale), non mi è chiaro perchè, quando Dick viene catturato dai marinai, scompare nel nulla, dopo tutti i rischi che aveva corso in precedenza per Dick. Inoltre, non ho capito bene il senso di fare ubriacare Arblaster e l’altro marinaio, per poi legarli, se tanto poi hanno rubato anche altre barche. Boh. (Può essere anche che mi sia sfuggito qualcosa.)
La figura di Riccardo è stata, per me, molto interessante, sia perchè non lo conoscevo (ho una conoscenza MOLTO vaga di quel periodo storico), sia perchè sembra l’unico personaggio un po’ più “rotondo”, con chiaroscuri caratteriali. Leggendo successivamente in giro, sembra comunque che l’opinione negativa che Stevenson (tramite Dick) dà di lui sia stata fortemente influenzata dalla propaganda che ne hanno fatto i Tudor, dopo averlo sconfitto.
Ultima cosa: mi è piaciuta molto la scena in cui Dick rinuncia al favore di Riccardo per salvare Arblaster, per poi essere messo di fronte alla dura verità, ovvero che non si può rimediare al male che si è compiuto. È una cosa che collego a un mio personalissimo e discutibilissimo punto di vista: quando sbagliamo, non dobbiamo cercare il perdono, perchè è solo un modo per liberarci del senso di colpa; è invece giusto convivere con quel senso di colpa, farne lezione e cercare di fare meglio in futuro.