Con una settimana di ritardo sulla nostra tabella di marcia, il nostro meraviglioso gruppo catanese si è riunito domenica 14 giugno per parlare del libro “Le avventure di Washington Black” scritto da Esi Edugyan. Anche stavolta la riunione si è svolta su Skype.
TRAMA
George Washington Black, detto Wash, è uno schiavo di undici anni in una piantagione di canna da zucchero delle Barbados. Wash è terrorizzato dalla scelta del suo padrone di cederlo al fratello come servitore. Con sua sorpresa, tuttavia, l’eccentrico Christopher Wilde risulta essere un naturalista, un esploratore, un inventore e, soprattutto, un abolizionista. Presto Wash viene introdotto in un mondo di bizzarre invenzioni, in cui una macchina volante può trasportare un uomo attraverso il cielo, dove un ragazzo nato in catene può abbracciare una vita di dignità e libertà e dove due persone, separate da classi sociali distinte, possono vedersi solo come esseri umani. Ma quando un uomo viene ucciso e viene messa una taglia sulla testa di Wash, Christopher e Wash devono abbandonare tutto. Quello che segue è il loro volo lungo la costa orientale dell’America e, infine, verso un remoto avamposto nell’Artico. Presto la fuga spingerà Wash ancora più lontano, alla ricerca del suo vero sé. Dai campi di canna da zucchero dei Caraibi al lontano Nord, dai primi acquari di Londra agli inquietanti deserti del Marocco, La storia di Washington Black racconta una faccenda di tradimento, amore e redenzione, ponendo una domanda universale: qual è la vera libertà?
ATTENZIONE: sono presenti svariati spoiler.
E' un romanzo che abbiamo trovato un po' controverso nel suo svolgimento.
L'inizio è piaciuto a tutti, si parla – anche con crudezza – della vita degli schiavi neri nelle piantagioni delle Barbados. Una vita dura, dove non mancavano le punizioni corporali, le mutilazioni, gli stupri di bambine e altri orrori del genere. Ci è piaciuto perché la scrittrice mostra una certa sensibilità, essendo lei stessa nera, nel raccontare quanto accadeva ai tempi della schiavitù. Sono cose che tutti conosciamo (o dovremmo conoscere), ma leggerle ha fatto davvero un altro effetto.
Nella prima parte del romanzo, incontriamo alcuni personaggi che si riveleranno importanti: Big Kit, una donna imponente che si prende cura, a modo suo, di Wash ma che appare fin da subito avere dei problemi mentali; il tremendo e crudele Erasmus Wilde, il proprietario della piantagione; suo fratello Christopher detto Titch, che vuole volare costruendo un marchingegno detto Nemboveliero; il cugino dei fratelli Wilde, Philip. Questi sono i quattro personaggi che saranno importanti nella storia.
Philip, per un incidente, sfigurerà per sempre Wash e, per motivi che non sono chiari, deciderà di uccidersi proprio davanti al ragazzino. Essendo l'unico testimone ma, soprattutto, essendo nero e schiavo, automaticamente sarà colpevole agli occhi di Erasmus che lo cercherà in giro per il mondo, tramite un sicario, per ucciderlo.
Wash viene salvato in un primo momento da Titch, da qualche tempo già diventato una sorta di protettore che gli ha insegnato a leggere e scrivere, a disegnare e che l'ha assunto come aiutante per viaggiare insieme sul Nemboveliero. Alla morte di Philip, i due scappano di notte sulla nave volante che, però, si schianta su una nave vera e che probabilmente si sarebbe schiantata a prescindere. Inizia la fuga del duo e iniziano anche i problemi con il romanzo.
Sbarcano in America, si rendono conto che Wash è un ricercato anche lì e che ha una taglia sulla testa. L'enorme cicatrice sul volto rende riconoscibilissimo Washington, così Titch decide allora di andare in un avamposto del circolo polare artico a cercare notizie sulla morte del padre, un ricercatore eccentrico. Incredibilmente il padre è vivo, ma è un uomo che ha dei problemi con gli affetti. Comunque, non abbiamo capito perché l'autrice ci fa intuire che il padre possa avere una relazione omosessuale con l'uomo che lo accompagna, visto che la questione non è stata approfondita e alla fine non aggiunge nulla al racconto. Non abbiamo capito, inoltre, perché Titch decide di abbandonare là Wash, né come abbia fatto a sopravvivere durante una tormenta da solo e senza ragionevole copertura, né come sia stato possibile per Titch vedere, in modo soprannaturale, ciò che facevano all'accampamento artico una volta che era andato via. Sono tutte cose che ci hanno dato il senso di “buttate là”, non siamo riusciti a contestualizzarle perché non abbiamo trovato una chiave.
Ad ogni modo, inizia così il viaggio solitario di Wash che ritorna in America, passano anni, si arrangia come può con lavoretti e stando nascosto, visto che il sicario è sempre in agguato. Poi un giorno, mentre disegna sulla riva, conosce Tanna e i due si innamorano. La storia d'amore non ci ha convinto perché ci è sembrata affrettata, anche questa messa lì per fare scena, sebbene Tanna diventi un personaggio che lo accompagnerà fino alla fine. Il padre di Tanna è un famoso illustratore di flora e fauna acquatica, i suoi libri sono stati la base dello studio di Wash quando era con Titch nelle Barbados. Alla fine il nuovo trio, secondo una idea di Wash, decide di creare una sorta di mostra con animali acquatici viventi, cioè un acquario. Il progetto è totalmente di Wash, fa creare dei pannelli di vetro adatti allo scopo ma, prima che la mostra veda la luce, iniziano nuovamente i viaggi di Wash alla ricerca di Titch, stavolta accompagnato da Tanna.
Wash, per tutto questo tempo, si è sempre chiesto perché Titch l'abbia abbandonato, cosa abbia provato per lui, se fosse stato un amico. In pratica ne era ossessionato. Scopre che Titch è in effetti sopravvissuto alla tormenta, parla con la gente che gli dice che Christopher è ammattito e che ha idee assurde, gira il mondo pur di trovarlo e alla fine, insieme a Tanna, lo trova in Marocco.
Titch è sorpreso dall'incontro avvenuto dopo svariati anni di lontananza ma, allo stesso tempo, ci è sembrato un po' incurante. Ha assunto come aiutante un altro ragazzino, cosa che fa rattristare Wash che si è visto in un certo senso sostituito. Dai discorsi che fanno, capiamo che Titch ha visto Wash come una “cosa”... noi l'abbiamo sospettato, così come siamo convinti che l'abbia scaricato in Artide per levarsi una zavorra. A quei tempi Wash era molto legato a Titch, lo sentiva come uno di famiglia non avendo mai avuto una famiglia nelle Barbados e non voleva, quindi, lasciarlo. Scopriamo che sì, Titch è contrario alla schiavitù, è stato un abolizionista andando contro la famiglia che possedeva i terreni con gli schiavi, ma non ha mai fatto davvero la differenza e alla fine è scappato. Il voler salvare Wash dal suicido di Philip, probabilmente deriva dall'essersi sentito in colpa per il gesto del cugino che, in infanzia, era stato bullizzato pesantemente dai fratelli Wilde. Per noi, ciò che Titch fa è solo per pulirsi un po' la coscienza, troviamo sia un personaggio ipocrita.
Le ultime due pagine finali del romanzo sono un autentico punto interrogativo.
Siamo a casa di Titch in Marocco, è notte fonda e c'è una tempesta di sabbia molto violenta. In una scena un po' onirica, Wash apre inspiegabilmente la porta per motivi che non si capiscono, continuando a pensare ai passi di Tanna che, però, doveva essere a letto a dormire. In pratica non abbiamo capito se Wash guarda la tempesta in modo rassegnato per via della delusione del rapporto con Titch e la cosa finisce lì, oppure se in un certo senso si è suicidato lasciando entrare la tempesta in casa o se già la tempesta aveva distrutto la casa portando con sé Tanna e gli altri. Insomma, il finale è molto equivoco.
Il nostro giudizio sul romanzo è unanime: l'inizio è bellissimo, poi l'autrice si è persa andando avanti nella storia in modo troppo veloce e lasciando troppi pezzi strada facendo. La fine è equivoca, non abbiamo capito cosa sia successo, inoltre non sappiamo se il progetto dell'acquario ha visto davvero la luce. Un libro partito bene, purtroppo però ci ha deluso notevolmente. Ultimo, ma non ultimo, la delusione più cocente è stata il Nemboveliero. Una volta schiantato, tutti noi pensavamo che sarebbe stato ricostruito, che la storia si sarebbe retta su questo marchingegno e invece assolutamente no. La copertina del libro, in tal senso, è stata davvero troppo fuorviante così come il titolo in italiano (in inglese, infatti, il titolo è semplicemente “Washington Black”).. Ci immaginavamo una avventura stile Verne o Stevenson o altri autori del genere e invece non è un romanzo di avventura, ma un romanzo di vita, di crescita, di formazione forse di un personaggio che, alla fine, non è che sia davvero cresciuto così tanto. Che il finale sia stato scritto così perché l'autrice non sapeva dove andare a parare? Non saprei.
Finita la disquisizione sul romanzo, abbiamo votato il nuovo libro che leggeremo insieme per la categoria giallo/poliziesco/noir. Si tratta di “La scomparsa di Stephanie Mailer" di Joel Dicker.
La prossima riunione si terrà sabato 11 luglio (o domenica 12), forse dal vivo se la situazione lo permetterà! Ci farà poi sapere tutto la nostra Claudia.
Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.
Otello - William Shakespeare