Ieri 02 agosto 2020, il gruppo catanese “La marcia degli Elefanti” si è incontrato presso il bar Mantegna, in zona lungomare, per parlare insieme del romanzo
Frankenstein, scritto da Mary Shelley. I camerieri ci hanno indicato il nostro tavolo fuori, vicino a delle piante rampicanti che Alessia, in un momento romantico in cui voleva cogliere un germoglio, ha scoperto essere finte. E fu così che la poesia del momento si spezzò, complice anche i 34 gradi di ieri sera.
A parte il coraggioso Christian che ha optato per due arancini, il resto del gruppo ha pensato bene di ordinare gelati e granite per tentare di contrastare la calura e l'umidità opprimente. Una volta arrivate le nostre ordinazioni, abbiamo iniziato la riunione.
Il romanzo è piaciuto a tutti, alcuni di noi non conoscevano la storia reale. E' stato interessante parlare della figura della “creatura” perché se da un lato siamo solidali perché è stata maltrattata per via dell'aspetto, dall'altro lato però non apprezziamo la cattiveria con cui ha operato. Su quest'ultimo punto ci siamo divisi: c'è chi ha sostenuto che tutto derivasse dalle angherie subite, chi invece ha ritenuto non giustificabile il comportamento violento e chi, infine, si è trovato in una posizione intermedia perché va bene tutto, ma la Shelley ci presenta la creatura colta e istruita come un uomo, quindi la capacità di giudizio doveva esserci.
Sulla figura di Victor Frankenstein, cioè il creatore, ci siamo trovati tutti d'accordo nel ritenerlo un codardo. Anche se preso dal sacro fuoco della scienza, avrebbe dovuto prendersi le responsabilità dell'essere da lui creato e invece lo abbandona perché spaventato dal suo aspetto. Non solo, non ne parla con nessuno e per questo motivo muoiono persone innocenti.
Abbiamo anche riflettuto sul rifiuto dello scienziato di fronte alla richiesta avanzata dalla sua creatura: la realizzazione di un essere-femmina, un suo simile che gli facesse compagnia e lo amasse. Probabilmente in questa occasione Frankenstein ha optato per la scelta giusta, visto che il problema si sarebbe posto con una eventuale progenie delle due creature (nel caso fosse stato possibile, in effetti, fare figli). Tuttavia, in questo modo ha condannato la sua creatura a rimanere sola, abbandonata e molto arrabbiata per l'ennesimo rifiuto subito da parte della specie umana. E se lo scienziato avesse creato un amico-creatura, di sesso maschile, utile a far compagnia ma senza il problema di una discendenza? Le cose sarebbero migliorate? Non lo sappiamo.
Abbiamo inoltre riflettuto fin dove si può spingere la scienza. Se tutto diventa possibile, se tutto si può creare, modificare, inventare, è davvero necessario fare tutto? Pensiamo di no, bisogna sempre valutare gli effetti.
Infine abbiamo brevemente parlato dello stile della Shelley, un po' pomposo anche se a molti è piaciuto. E' indubbio che l'autrice, già molto istruita in famiglia, abbia attinto dalla compagnia di poeti che frequentava (tra cui il marito).
Dopo la nostra conversazione sul romanzo, abbiamo votato per il libro del mese prossimo: “
Il mistero della casa del tempo” di John Bellairs, proposto dalla nostra new entry Loredana! Il prossimo incontro si terrà il 5 o il 6 settembre.
Vorrei, inoltre, aggiungere che FORSE la faida tra Claudia e Christian è giunta a conclusione. Christian non ha votato il libro proposto da Claudia (che in realtà non ha proposto nulla, ma è stato Christian a proporre per lei) e Claudia, dal canto suo, proprio quando poteva ribaltare il risultato finale nel momento dello spareggio, ha votato altro. Ci auguriamo che i due abbiano smesso di farsi i dispetti.