Oggi, domenica 9 maggio, si è tenuta la riunione virtuale del nostro gruppo di lettura,
La marcia degli Elefanti. A questo incontro erano presenti: la sottoscritta, Nicoletta, Simone, Vincenth, Noemi, Christian, Matteo e Claudia (che, causa imprevisto, ci ha dovuto abbandonare poco dopo).
Ci siamo scambiati pareri su
Misery di Stephen King. Il libro è piaciuto quasi a tutti, ma ci aspettavamo di più. Chi ha già letto altri libri di questo autore, ha decretato che il re dell'horror abbia scritto di meglio, chi si approcciava per la prima volta ha gradito ma con alcune riserve.
Sulla parte iniziale del romanzo ci siamo trovati molto d'accordo perché King è riuscito a farci provare subito l'angoscia e tutto quello che sente il protagonista del romanzo. Ci sono piaciuti il senso di inquietudine e di soffocamento che si respira subito, la nebbia mentale di Paul sotto effetto dei narcotici per il dolore lancinante alle gambe (ben rappresentata dall'immagine onirica della marea e dei piloni), ma anche i dialoghi iniziali "a incrocio" tra Annie e il protagonista (dove finiva una, iniziava il pensiero dell'altro e viceversa). A parte alcune scene molto violente (ma neanche tutte) e altre che ci hanno fatto senso (il secchio, la torta e la cantina), alcuni di noi hanno provato un calo di tensione man mano che continuavano la lettura. Ci sono stati anche confronti con il film, grazie a Vincenth e Noemi, e l'idea che ci siamo fatti è che molte scene più rappresentative siano state edulcorate o direttamente cancellate nella versione cinematografica.
Alcuni di noi hanno trovato che King abbia, come si suol dire, allungato il brodo, soprattutto quando è Paul a scrivere pagine interminabili del suo romanzo. Non si patisce davvero la lunghezza, ma sono pagine per la maggior parte inutili e dopo un po' annoiano (Simone vi dirà che non è così). Nonostante la mole, il libro si legge velocemente perché qui lo stile di King è semplice e inoltre si è invogliati dalla trama. Alcune trovate dell'autore sono state belle, tuttavia il finale... Avremmo preferito un finale un po' meno splatter (ok, questo solo io) e più inquietante perché sarebbe stato, secondo la nostra umile opinione, più calzante e più horror. Comunque, libro piacevole per tutti e ci siamo ripromessi di leggere altro di questo autore!
Ecco alcune citazioni che ho sottolineato:
- Avrebbe voluto essere morto, ma nella nebbia intrisa di dolore che gli riempiva la mente come una tempestosa nube estiva, non sapeva di volerlo.
- Tutto quello che lei raccontava era un po' strano, un po' stonato. Ascoltare Annie era come ascoltare una canzone eseguita nella tonalità sbagliata.
- Perché gli scrittori ricordano tutto, Paul. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.
Dopo la nostra piacevole conversazione, abbiamo fatto le consuete votazioni per il prossimo libro da leggere, appartenente alla categoria 7 (fantasy, fantascienza, fantastico). Con grande rammarico di Simone che non ha vinto solo per un voto di scarto (aveva proposto
Mistborn di Sanderson), il titolo vincente è stato quello di Matteo:
Good Omens di Terry Pratchett e Neil Gaiman. Il prossimo incontro sarà
domenica 6 giugno, forse dal vivo se la situazione lo permetterà. Matteo, oltre al libro, hai vinto anche il prossimo resoconto da scrivere!