Il gruppo di lettura
La marcia degli Elefanti, si è riunito virtualmente domenica 6 febbraio per discutere del romanzo di Robert Bloch,
Psycho.
Dopo varie defezioni dell'ultimo minuto e una serie di problemi tecnologici, i presenti all'incontro erano: la sottoscritta (nonché moderatrice della discussione), Grazia, Noemi, Vincenth e Christian il redivivo (che non ha letto il libro, quindi un bel
buh! è d'obbligo).
Il libro è piaciuto a tutti, un po' meno a me perché mi aspettavo molto di più probabilmente per l'enorme fama del film. Abbiamo affrontato insieme i drammi psicologici di Norman Bates, il rapporto controverso e perverso con la madre, con l'altro sesso e in generale con il mondo, ma anche della morte per stricnina, l'alcol, gli insegnamenti religiosi e bigotti, le idee malate di giustizia e di salvezza. Sono stati fatti dei confronti con il film, che risulta molto più soft, non presenta infatti le scene crude del romanzo, non si accenna a temi come l'impotenza e anche la rivelazione finale è forse meno scioccante:
Inoltre, ci siamo chiesti se Sam Loomis amasse veramente Marion Crane e abbiamo visto nei suoi tentennamenti una sorta di marcia indietro e non ci ha colpito favorevolmente neanche il fatto che avesse inizialmente scambiato la sorella di Marion, Lila, per l'amata. Grazie a una frase di Sam, abbiamo riflettuto su quanto siamo sempre convinti di conoscere una persona quando, invece, non è mai così perché conosciamo sempre e solo una parte di qualcuno e non la persona nella sua completezza.
Abbiamo cercato di costruire il passato di Marion Crane, costretta ben presto a fare i conti con la vita e a tirare su la sorella minore Lila, e abbiamo quindi provato a metterci nei suoi panni di ladra.
E la stessa Lila, ci è sembrata una ragazza impulsiva tanto che sul finale si caccia volutamente nei guai infilandosi in casa Bates per cercare Norma, la madre.
Comunque, siamo anche stati concordi nel ritenere Lila molto più compatibile con Sam della sorella Marion, ma su questo punto Bloch non ci dice niente e quindi qualcuno è rimasto deluso.
Dopo aver concluso la discussione sul libro, abbiamo fatto un po' i liberi pensatori dei noiatri parlando del tè e della qualità del cibo ingerito (Christian spinto da Grazia), degli effetti sulle attività economiche dovuti al Covid (io e Christian), dei problemi psicologici dell'umanità (tutti), con accenni alla scoperta di se stessi, alla consapevolezza, alle meditazioni e a domande di marzulliana memoria (
fatti una domanda e datti una risposta). In definitiva abbiamo convenuto che l'umanità è in piena nevrosi perché il singolo uomo non si ascolta e non vede i problemi dentro se stesso, preso com'è a puntare il dito sul prossimo in vari modi. Dopo quasi un'ora di dibattito in cui ci siamo sentiti troppo filosofi e pure con un po' di disagio per aver indossato panni non nostri, siamo tornati alle cose terrene della vita e abbiamo votato il prossimo libro da leggere nel gruppo di lettura.
Leggeremo il primo volume della saga
La ruota del tempo di Robert Jordan,
L'occhio del mondo, fortemente voluto dalla sottoscritta perché mi sono intrippata troppo con la serie. Quindi, sempre a me toccherà la prossima moderazione della discussione e la stesura del resoconto (che c... ehm, fortuna! - ma del resto, i piaceri si pagano).