Questo pomeriggio si è tenuto il nostro consueto incontro mensile e il libro oggetto della discussione è stato il romanzo di Daphne du Maurier,
Mia cugina Rachele, proposto dalla sottoscritta. Incuranti delle superstizioni, eravamo in tredici: Emanuele, Nicoletta, Lucrezia, Paola, Angelo, Vincenth, Matteo, la sottoscritta, Serena, Alice e ben tre new entry, cioè Francesca, Alessandro ed Enzo (che presteremo al gruppo bresciano, a fine anno, causa trasferimento del ragazzo).
Dopo aver ordinato tè fumanti, biscottini, torte e altre leccornie, dopo l'abituale "momento imbarazzante della presentazione" delle nostre matricoline, dopo scambi tra le varie edizioni del romanzo e sbirciatine nei personali taccuini di lettura di Paola e Alice, ho deciso di prendere in mano le redini della situazione e di iniziare il dibattito.
Ho introdotto alcuni argomenti del romanzo, partendo dall'istruzione fuori dalle righe che Ambrose ha impartito a Philip, il protagonista maschile del romanzo.
Mia cugina Rachele è piaciuto alla maggior parte di noi, ma ci siamo divisi sui personaggi principali: Philip e Rachele. C'è chi ha visto in lui solo dell'immaturità e chi l'ha reputato un bel po' caso umano (eccomi!), c'è chi ha mostrato più indulgenza nei riguardi di Rachele e chi invece pensa che sia stata un'opportunista. I personaggi non sono ben inquadrabili perché Philip ondeggia tra un'emozione e un'altra, emozioni che non riesce a gestire perché non ha esperienza con le donne (e di vita, oserei aggiungere), è facilmente manipolabile, per certi versi ci ha ricordato l'ingenuità di un bambino capriccioso. Rachele è misteriosissima, non sappiamo niente di lei perché difficilmente racconta qualcosa di sé, ciò che sappiamo è sempre per bocca per altri e quindi non è mai un parere oggettivo. La donna ha un atteggiamento parecchio ambiguo con Philip, gli fa da madre e poi da amante, e, nel momento in cui diventa proprietaria di tutto, cambia radicalmente atteggiamento diventando gelida e fredda, per poi fare da balia a Philip quando è ammalato.
Anche la narrazione procede in modo esclusivamente soggettivo, è solo Philip che racconta le cose dal suo punto di vista e questo non aiuta a inquadrare la storia perché non sempre ci è sembrato "attendibile". Qual è la verità? Cosa è davvero successo ad Ambrose? Chi è Rachele e quali sono le sue vere intenzioni? Si tratta di malattie vere o di avvelenamenti? Chi diavolo è Rainaldi? Domande a cui abbiamo tentato di dare una risposta, ma praticamente erano tutte diverse.
La forza di questo romanzo, secondo me, sta proprio nel clima di dubbi e di sospetti che l'autrice è riuscita a creare: quando le cose sembrano andare in un certo modo, con una certa chiarezza, ecco l'evento X che scombina tutte le carte in tavola! Il sospetto si insinua e diventa paranoia, il lettore sta lì a cercare la soluzione (spoiler: e non la trova!). Ho notato che il testo si presta benissimo a un dibattito in un gruppo di lettura, ci si confronta sulle possibili risposte e teorie, è stato molto interessante!
Il libro ha alcuni elementi che ricordano il genere gotico: gli scenari sinistri del viaggio di Philip verso l'Italia, l'alone di mistero su alcuni personaggi e vicende e, soprattutto, la presenza di italiani ritenuti, a quel tempo e anche nel romanzo, pericolosi e completamente inaffidabili.
Cosa voleva raccontarci l'autrice con questa storia? L'indipendenza di una donna? Il sospetto che porta quasi alla pazzia? Un vivere i panni di un'altra persona e non i propri? Ci siamo confrontati a lungo, ma non lo sappiamo! E' un romanzo che lascia molto spazio all'interpretazione, che non può che essere parziale e soggettiva perché ci sono dei tasselli che mancano al lettore.
Il libro, come ho già scritto, è comunque piaciuto alla quasi totalità dei partecipanti alla riunione, ma il finale è stato un po' divisivo: c'è chi l'ha trovato freddo, veloce, improvviso, insomma stonato; chi, invece, l'ha trovato perfettamente coerente con le ultime pagine e la paranoia finale di Philip; e c'è chi, infine, ha percepito come un cerchio che si chiude. Ci siamo anche chiesti se un confronto tra i due protagonisti avrebbe potuto essere chiarificatore e risolutivo, ma anche stavolta ci siamo divisi tra i sì e i no.
Dopo aver concluso il nostro dibattito, abbiamo votato il prossimo libro del mese. Leggeremo
La casa sul mare celeste di T. J. Klune proposto da Paola, a cui andrà l'onore e l'onere di organizzare il prossimo incontro di lettura.