Mentre il cielo si colorava di rosso, bianco e verde grazie allo spettacolo delle Frecce Tricolori e il caldo estivo sembrava arrivare in anticipo, i veterani del gruppo della "Marcia degli Elefanti" e due nuove reclute si sono riuniti per discutere dei primi tre libri della serie Fantasy Babel. Un romanzo che si è interrotto in un momento decisamente inaspettato, perché nessuno si aspettava quanto sarebbe successo (almeno non così presto) soprattutto da Robin, finora considerato un personaggio senza troppo spessore, come del resto tutti i personaggi. Ebbene sì, interrompere questa riunione proprio in quel punto è stato come un colpo di scena degno di una serie tv! La critica principale riguarda proprio Robin, che fino a quel momento sembrava un personaggio un po’ ingenuo e fragile (come vuole suggerire il nome: ROBIN/PETTIROSSO), ha sì sorpreso tutti, ma la sua narrazione manca di motivazione; infatti, non sembra essere mosso da obiettivi personali né da uno scopo preciso.
È stato criticato anche lo stile narrativo, poiché molti hanno trovato la scrittura troppo semplice, superficiale e carente di dialoghi praticamente inesistenti - come la granita mai arrivata al tavolo. Qualcuno ha cercato di giustificare questa scelta, pensando che l’autrice volesse rendere gli argomenti storici più accessibili alle nuove generazioni. Parliamo di temi come la guerra dell’oppio e la rivoluzione industriale, che vengono toccati ma senza approfondire i motivi o le conseguenze. Anche il movimento rivoluzionario di Hermes, che si cela dietro le quinte di questa storia, rimane un po’ troppo in ombra.
Il gruppo si è poi diviso su una importante considerazione, ovvero quella della categoria: da una parte la fazione “non mi piace il fantasy” ai quali è piaciuto questo libro proprio perché è un low fantasy; dall’altra “gli amanti del fantasy” ai quali è dispiaciuto non aver trovato più elementi caratteristici del genere, ma soprattutto non aver dato adeguata importanza a quell’unico elemento presente, ovvero le tavolette d’argento. C’è chi le ritiene un elemento superfluo, perché non aggiungono nulla alla storia. Esse sono solo un mezzo per un argomento più importante, ovvero quello della cultura usata ai fini della sopraffazione, ma non hanno un ruolo inequivocabile o insostituibile. Chi ha letto il libro (con il rischio di fare spoiler e dover pagare il conto per tutti) ha suggerito che le tavolette d’argento avranno maggior rilievo nella seconda parte del libro.
Tra boati di frecce tricolori, un caldo che non dà tregua e una musica (non poi tanto) di sottofondo, questa riunione si è rivelata un mix di sorprese e riflessioni. Resta solo da scoprire cosa ci riserveranno i prossimi due libri di questo romanzo.