Sabato 27 Aprile si è tenuto l’incontro del nostro gruppo di lettura presso il Bar Bronx dove abbiamo discusso del libro di Gail Honeyman “Eleanor Oliphant sta benissimo”.Definito “caso editoriale del momento”, il libro di esordio della scrittrice scozzese G. Honeyman, ha posto le basi per un nuovo genere letterario secondo The Guardian.Eleanor ha 30 anni e lavora da nove nello stesso ufficio ,dove svolge la stessa mansione dal lunedì a venerdì; a casa ha solo una pianta di nome Polly ad aspettarla che è l’unica cosa di cui si prende cura e che l’ha spronata ad alzarsi ogni mattina e a non lasciarsi andare. Il fine settimana sta a casa a bere - due bottiglie di Vodka liscia – e così stordita riesce ad aspettare il lunedì. Il suo unico scampolo di rapporto familiare è la telefonata dal carcere – alla fine scopriremo immaginaria - che riceve da sua madre il mercoledì e che la lascia molto inquieta.
E’ una lettura che si svela molto lentamente, come un fiore, dove, petalo dopo petalo lascia cadere frammenti della storia di Eleanor: una persona sola, che si è costruita una routine per riuscire ad andare avanti senza crollare, nascondendo a se stessa un passato troppo doloroso da accettare. Già dalle prime pagine ci appare come un personaggio disturbato e disturbante, per via del suo comportamento sopra le righe che ci imbarazza, tende a dire sempre quello che pensa, senza veli, come una bambina, senza obbedire alle norme e convenzioni sociali, ma, allo stesso tempo, ci fa sorridere per la sua disarmante ingenuità, leggerezza e inconsapevolezza. Rido ancora quando penso che porta come regalo di compleanno a Keith, il figlio di Sammy, una bottiglia di Vodka iniziata e una confezione di formaggio a fette...
Il suo comportamento, l’intelligenza e la cultura che trapelano da alcuni indizi ci ha fatto pensare di trovarci di fronte ad una persona affetta da un disturbo mentale ( Asperger), solo alla fine, conoscendo tutta la storia, abbiamo capito che è stata la mancanza di relazioni affettive a determinare questa immaturità emotiva che relega Eleanor in un’infanzia perenne.E’ una storia di rinascita e di salvezza, in cui E. scopre la bellezza dei piccoli gesti di cortesia, dei rituali familiari - da lei mai vissuti - e il significato di un’amicizia sincera e disinteressata. Abbiamo avuto la sensazione di trovarci nel film “ Il fantastico mondo di Amelie”...Saranno proprio le relazioni, casuali ma profonde, a darle la forza di affrontare il suo passato oscuro e ingombrante e intraprendere il percorso che la salverà. Qualcuno ha trovato la trama un po' “povera”, io credo, invece, che ci troviamo di fronte ad un libro molto intimo, che guida il lettore, in un viaggio introspettivo, in cui si trova a completare con le proprie sensazioni e riflessioni alcuni spazi “vuoti” dell’autore. La vita di Eleanor è scandita da un "prima e un dopo", che ci consentono di fare un’analisi e una rivalutazione finale del suo percorso, del suo comportamento e del suo modo di essere, portandoci in un’altra dimensione, più personale, in cui ci troviamo a riflettere e a interrogarci sul nostro momento discriminante, perché ognuno di noi ne ha uno ...
Alla fine della discussione ci siamo deliziati con la degustazione di un ottimo vino Calabrese... è stata la conclusione perfetta di un pomeriggio incantevole.