Sabato 30 Novembre ci siamo incontrati al bar Bronx per discutere, tra tisane e cioccolate calde, del libro "La vegetariana"di Han Kang, vincitrice del premio Nobel della letteratura 2024.
Leggere questo libro è stato come ricevere un pugno nello stomaco, la forza, il dolore continuano a sentirsi anche dopo alcuni giorni.
E' stato un libro "potente", crudo, difficile da digerire che non ha lasciato nessuno indifferente; alcuni hanno preferito fare una pausa durante la lettura a causa delle descrizioni forti e delle immagini violente.
La cosa più disturbante è stata la brutale mancanza di empatia, la violenza e vigliaccheria da parte dei personaggi maschili; per fuggire da un ambiente domestico violento, la protagonista si ritrova ad affondare in un matrimonio totalmente privo di sentimento, fatto di mediocrità, grettezza ed egoismo. L'unico momento in cui ci sembra di sentire la sua voce, affermare la sua volontà è quando, in seguito ad un incubo, decide di diventare vegetariana; in quel momento assistiamo alla sua lenta e graduale metamorfosi che trova il suo acme quando accetta di farsi dipingere, nuda, dal cognato e la sua conclusione quando inizia a lasciarsi morire.
"Perché è così terribile morire?"
Questa è la domanda che Yeong-hye rivolge a sua sorella; ne decreta la fine del libro come se ci portasse ad unire tutti i punti, tutti i tasselli di un puzzle e finalmente riuscissimo a vedere il quadro completo. Yeong-hye da bruco si trasforma in crisalide e poi finalmente in farfalla, si libera di tutto, del suo corpo, della violenza, dei giudizi, delle convenzioni, del giogo fino a diventare albero.
Yeong-hye, rifiutando di alimentarsi, sceglie di morire... non è una resa, nè mancanza di coraggio, ma una scelta lucida di autoaffermazione, di libertà. Nei tre capitoli di questo libro, che potremmo definire "autonomi" perchè potrebbero esistere da soli,il sogno occupa un posto centrale. Questo ci ha stimolato ad indagarci sul significato del sogno… per fortuna ci sono venuti in aiuto due amanti della filosofia (Giovanni, con Enza hai trovato pane per i tuoi denti!)…Secondo Freud i sogni sono il modo in cui il nostro inconscio comunica con noi e ci mostra i desideri o sentimenti che proviamo ma che non riusciamo ad accettare; per questo motivo la nostra mente le camuffa, le censura, e alla fine ci sembrano storie e immagini senza senso.Secondo Jung, invece, il sogno è un prodotto autonomo e significativo dell’attività psichica, non un “appagamento camuffato di un desiderio nascosto”; egli associa l'idea del sogno a una sorta di teatro, dove ogni personaggio è un elemento del palcoscenico psichico dell’individuo in cui sono presenti sia elementi della psiche individuale che elementi della psiche collettiva, quindi elementi personali, ma anche elementi culturali. Sono sicura che, visto l’interesse suscitato in tutti, nei prossimi incontri approfondiremo l’argomento “sogni” attraverso la scelta di qualche libro.
Sebbene qualcuno abbia avuto da ridire sulla vittoria del prestigioso Premio la maggior parte di noi ha condiviso a pieno le motivazioni alla base di tale vittoria: " la prosa intensamente poetica che si confronta con i traumi storici e che rivela la fragilità della vita umana" e per la sua" consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, tra vivi e i morti, e perché con il suo stile poetico e sperimentale è diventata un'innovatrice della prosa contemporanea".