È stato un incontro diverso dal solito quello dello scorso 29 Aprile: non al sabato pomeriggio, davanti ad un tè, ma un martedì sera, davanti ad una gustosa pizza, a chiacchierare, ridere, parlare di cinema, viaggi ma soprattutto del libro scelto per il mese di Aprile dal Gruppo di Lettura Lupus in Fabula “Il Profumo” di Patrick Suskind, romanzo del 1985, ambientato in una Francia settecentesca lurida e puzzolente.Come negli incontri precedenti, anche quella dell’ultimo appuntamento è stata un’occasione preziosa per salutare vecchi iscritti e dare il benvenuto a due nuovi ingressi che hanno arricchito il dibattito sul romanzo. Nota positiva: Il Profumo è riuscito anche nell’intento di far superare il tanto temuto blocco del lettore ad uno dei membri del Gruppo Lupus in Fabula.Rispetto alle precedenti due scelte dei mesi di Febbraio e Marzo che hanno diviso il giudizio, questa volta il romanzo, seppur dal contenuto non certamente leggero ma anzi piuttosto macabro, ha incontrato il gusto di tutti. Ma perché?Il Profumo ha come protagonista Jean-Baptiste Grenouille che nasce a Parigi, nel ‘700, e fin da subito il suo destino appare segnato perché la madre, dopo averlo partorito in strada, lo abbandona tra i banchi del pesce e sarebbe certamente morto se qualcuno non si fosse accorto di lui. Grenouille (nomen omen dato che in francese Grenouille significa “ranocchio”) è bruttino, rachitico, ma ha soprattutto due caratteristiche che lo rendono diverso: ha un olfatto sviluppatissimo che lo farà diventare un profumiere eccezionale, e non emana alcun odore, peculiarità che lo rende al tempo stesso speciale e inquietante, per alcuni al limite del demoniaco. Grenouille, nel suo peregrinare, deciderà di voler creare il profumo perfetto, estraendo la fragranza dall’ultima esalazione di giovani fanciulle al culmine del loro splendore fisico (e per lui olfattivo), diventando di fatto un assassino seriale.Tutto il gruppo di lettura è stato concorde nel riconoscere la grande capacità dell’autore di descrivere i profumi e gli odori quasi come se fossero tangibili e reali ma il dibattito si è acceso quando è scattata una domanda da parte di uno dei lettori e cioè: Grenouille è una vittima o è un carnefice?Questa tematica è stata alquanto divisiva perché alcuni hanno ritenuto fosse un carnefice e non ci fosse alcuna motivazione che potesse in qualche modo decifrare gli atti commessi (in quanto di giustificazione non si può parlare), altri lo hanno identificato anche come una vittima di un sistema che lo ha portato alla solitudine, perché la sua affannosa ricerca di un profumo umano rappresentava un anelito, una bramosia di essere amato.Interessante spunto di riflessione è stata un’altra domanda che, tragicamente, ci si pone quasi quotidianamente di fronte ai drammi della vita: perché siamo sempre più interessati a parlare degli assassini anziché delle loro vittime? Non è stato possibile dare una risposta unanime a questa domanda difficile sebbene in molti abbiano concordato sulla potenza della fascinazione del male sulle menti umane, nel vano tentativo di comprendere quali siano le motivazioni di un gesto efferato, soprattutto se proveniente da un essere umano considerato innocuo o “normale”.Non sono mancati spunti filosofici, sociologici e antropologici a partire dalle meditazioni sulla solitudine del personaggio di Grenouille il quale, dalla nascita, non ha alcuna relazione umana e chiunque si rivolge a lui solo per maltrattarlo o per dargli degli ordini o dei compiti da eseguire. L’assoluta mancanza di relazioni ha condotto Grenouille sul terreno impervio che lo ha portato ad essere un cieco ed asettico assassino come successe, ci racconta un lettore del Gruppo, nel famigerato esperimento linguistico di Federico II di Svevia: quest’ultimo, nel tentativo di scoprire quale fosse il linguaggio primordiale dei bambini, ordinò a dei custodi di non interagire con un gruppo di neonati, non rivolgendogli la parola e accudendoli solo per i bisogni primari. Ebbene, l’esperimento si concluse malissimo perché i bambini non arrivarono a compiere l’anno di età morendo di fatto di fame di relazioni umane.In conclusione, il romanzo ha suscitato nel Gruppo di Lettura tante domande, riflessioni su temi che vagliano e sondano profondamente l’animo umano: per molti è stata una prima lettura e una piacevole scoperta, per altri una rilettura ma il sentire comune ha fatto nascere in molti la necessità di rileggere il romanzo una seconda volta per lasciare in secondo piano la sete di trama che si snocciola e che appassiona, per addentrarsi ancora più a fondo nei meandri della caverna della mente di Grenouille.