Nella surreale condizione climatica di una primavera inoltrata, travestita da autunno,
uno "sparuto" gruppo di Milleletturiani si è ritrovato al Cafè del teatro San Carlo per commentare il libro di maggio proposto da Serena :" Lamento di Portnoy " di Philip Roth.
Per gli standard a cui siamo ormai da tempo abituati, si è trattato di un incontro " tra pochi intimi"!
Eravamo infatti solo in... quindici!!
Dopo un ampio servizio fotografico degno della migliore cerimonia, e che, volendo, potrebbe essere utilizzato per la realizzazione di un book del nostro gdl (o... perché no? addirittura per l'allestimento di una mostra!), è iniziata finalmente la "discussione", motivo reale dell'incontro...
Detto fra noi, a qualcuno è sorto il dubbio che la performance fotografica di Marty sia stata abilmente commissionata da Marcello
che, detenendo finora il primato per numero di scatti effettuati ad ogni incontro, non voleva farci avvertire troppo la sua mancanza!!
Anche se è stata comunque sentita al momento dell'appello, incarico che Marcello assolve sempre con la massima cura, e che io spero di aver espletato con la medesima diligenza.
Oltre a due gradite new entry: Alessandra e Flavio, erano presenti: Marty (l'aspirante fotografa in carriera!!)
, Alessia, Simona, Antonella, Mariachiara, Mariangela, Luisa, Serena, Olimpia, Stefania, Mario Luca, Claudio ed io.
Serena, in qualità di moderatrice di turno, è stata ineccepibile:
provvidenziale la fornitura da parte sua del foglio per gli appunti che ha risolto il problema dell'assenza della mia famosa agenda di paillettes che tanto clamore suscita ad ogni incontro...
Dopo aver garantito che la documentazione dell'incontro fosse anche scritta, Serena ha aperto le danze, introducendo l'autore: Philip Roth che è apparso indubbiamente un maestro di stile, impeccabile nella forma e nelle abilità narrative, ma piuttosto controverso in merito alla capacità di coinvolgere il lettore e di suscitarne l'interesse.
Non tutti sono riusciti nell'impresa di portare a termine la lettura!
Il protagonista del romanzo in oggetto, Alex Portnoy, ripercorre tutta la sua vita dall'infanzia all'età adulta, costellata da figure determinanti: una madre giudicante e castrante, un padre pusillanime, una sorella insignificante, una fidanzata ninfomane...
Alex cerca di uscire da questo microcosmo che lo intrappola, ma in cui si percepisce come il centro di tutto in una visione egocentrica da cui si evince una fortissima componente narcisistica nella sua personalità.
Dissacrante, irriverente e provocatorio, il libro presenta una critica della religione ed un ritratto autobiografico della società ebraica degli anni sessanta.
Alex è divorato dai sensi di colpa, ha rapporti conflittuali con le donne che si riducono essenzialmente a esperienze di sesso sfrenato.
Timoroso del giudizio altrui, ma determinato nella sua ambizione ad essere protagonista a tutti i costi, non si evolve nel suo approccio alla vita, nulla lo soddisfa realmente ed il suo "lamento" diviene una sorta di rivalsa nei confronti di una famiglia bigotta e di una società arenata nell'immobilismo.
Alex si pone come esponente di un popolo, quello ebraico, che ha subìto tragedie e drammi inenarrabili, e che si crogiola passivamente nell'immagine cristallizzata di "popolo eletto ".
Immagini esplicite della sua intensa vita sessuale, interpretata dal gruppo come forma di ribellione, condite da toni ironici, a tratti esilaranti, talvolta paradossali, al limite del grottesco, hanno reso l'idea di quanto possa essere stata deflagrante la pubblicazione dell'opera nel secolo scorso.
Nondimeno un dubbio inquietante ci assale:
la lettura ad alta voce di alcuni passaggi, su cui Serena ha voluto focalizzare l'attenzione per evidenziare il concetto distorto di amore del protagonista, potrebbe aver scandalizzato, per lessico e contenuti, qualche avventore benpensante presente in sala?
Uhm...A parte il bodyguard
"diversamente atletico"
, dagli addominali "prominenti",
notato da Antonella mentre si allontanava in tutta fretta, nessuno agli altri tavoli del Cafè ha manifestato segnali di turbamento in concomitanza con la lettura...
Ed ecco l'estratto declamato/incriminato:
"
Amare? Tu? Ma vattene! Amare se stessi, ragazzo, ecco come lo chiamo io! [...] La cosiddetta ragazza allegra - come minimo, allegra - è stata semplicemente un'altra tacca bella grossa sul tuo uccello, e tale è il suo unico significato, Alexander Portnoy! Che fine ha fatto la tua promessa? Disgustoso! Amore? A come amoralità! A come autofilia!
- Ma io ho provato emozioni all'Howard Johnson...-
- Nel cxxxo! Certo!
- No! -
Sì! È l'unica parte in cui tu abbia mai provato un'emozione in vita tua!
[...] Guardate, gridi ai tuoi simili, guardate dove infilo il biscotto...guardate chi mi cxxxxo..."
Il parere autorevole di Claudio ci ha confortato in merito al supporto scientifico alla base dell'opera: Roth si è sicuramente avvalso di opere freudiane e di accreditati manuali di psicodinamica e psichiatria...e per quanto concerne l'avversione che tale personaggio ha suscitato in molti, Claudio ha rincarato la dose, dichiarando che pochi psichiatri sarebbero stati entusiasti di averlo come paziente!!
Il viaggio in Israele, col quale si conclude il lungo monologo, determina il blackout emotivo del protagonista che qui tocca il fondo, scoprendo di non aver mai risolto i propri conflitti, scontrandosi proprio con quella realtà che ha tentato invano di scrollarsi di dosso.
Qui si ribaltano i consueti equilibri di forza: emergono in tutta la loro evidenza la fragilità emotiva e l'immaturità affettiva di Portnoy dinanzi ad una donna che lo schernisce, suggerendogli di “tornare in esilio”.
Il lamento di Portnoy ha ottenuto un discreto successo, e, al netto di coloro che, avendolo abbandonato, non hanno espresso il loro voto, ha conseguito un meritato sette!
Prima, durante ed al termine della presentazione delle proposte di giugno, ispirandomi alle gesta di Mario Luca,
un maestro nella manipolazione delle votazioni, ho lanciato innumerevoli messaggi subliminali e non, al fine di pilotare la scelta, sortendo, con mia piena soddisfazione, l'effetto desiderato!
Prossima lettura sarà: "
Le braci" di
Sàndor Màrai, proposto dalla nostra Olimpia!
Prenotatevi al più presto per l'incontro di giugno!
Non teneteci sulla graticola! Tanto per restare in tema!!
Siamo certi che saremo di nuovo numerosissimi, augurandoci che il prossimo libro possa non solo "accendere" la discussione, ma ispirare anche condizioni climatiche più in linea con la stagione, rendendo a giugno ciò che è di giugno!!!
Intanto eccoci qui, tutti in posa per la foto di rito: solo i più temerari hanno avuto l'audacia di appoggiarsi allo splendido pianoforte... chi non si è azzardato...
aveva ottime ragioni!!!